Ecocar, mafia e caos. Proclamato uno sciopero per il 15 febbraio se l’azienda non convocherà per oggi i sindacati. Il giallo della proroga targata Cgil

11 Febbraio 2019 - 13:39

CASERTA(g.g.) Nella famosa riunione che, a nostro avviso, ha codificato una illegalità (se qualcuno ritiene l’affermazione grave, si vada a leggere i lunghi, argomentati, circostanziati articoli attraverso cui noi riteniamo di dimostrare la stessa) che le istituzioni di governo di questa provincia stanno perpetrando, insieme al comune di Caserta e insieme ai due commissari straordinari nominati dalla Prefettura di Latina a capo di Ecocar, fu assunto un impegno sulle date per la corresponsione dei due stipendi arretrati. Il primo è stato pagato all’inizio della scorsa settimana, con qualche giorno di ritardo su quel venerdì primo febbraio, messo nero su bianco nell’impegno; il secondo dovrebbe essere pagato di qui a venerdì prossimo, 15 febbraio.

Ma il clima che si respira tra i dipendenti è tutt’altro che sereno. Perchè, l’orrenda gestione di tutta la vicenda dei rifiuti nella città di Caserta ha fatto sì che un’azienda da un anno interdetta definitivamente per infiltrazioni mafiose, possa ancora oggi incassare i soldi del servizio grazie ad una incredibile, folle proroga che ormai dura da 12 mesi, che scadranno proprio il prossimo 20 febbraio.

Ovviamente, la Ecocar non tira fuori più neanche un quattrino per garantire la sicurezza dei lavoratori. D’altronde, già durante l’esercizio del contratto avevamo scritto articoli e pubblicato inchieste, denunciando le inadempienze dell’azienda rispetto agli impegni formalmente assunti nella convenzione. Figuriamoci nella condizione di oggi che dura ed è tenuta in vita per due motivi.

Il primo: l’incapacità della Prefettura di Caserta di interpretare la serissima questione della interdittiva antimafia definitiva che da più di un anno ha colpito Ecocar, questione che si aggiunge a quella forse meno grave ma ugualmente serissima, che grava sulle responsabilità pesantissime del comune di Caserta in quella che doveva essere la sua precipua funzione di controllo della corretta attuazione degli impegni convenzionali, relativa ai requisiti che sono a fondamento della convenzione, oggi prorogata, e che la Ecocar, intesa come azienda, non ha mai posseduto, visto che a suo tempo il Consorzio Ecocar, ribadiamo, non l’impresa Ecocar, si aggiudicò l’appalto gestito, figuratevi un pò, dall’allora dirigente Carmine Sorbo, con i requisiti tecnici tutti a carico della Ipi, cioè della seconda azienda di cui il Consorzio Ecocar si componeva e che da tempo, ormai da anni, è stata fatta definitivamente fuori, a sua volta, da un’interdittiva antimafia.

Secondo motivo: la nuova gara d’appalto è stata oggetto di una pesante attività tesa a taroccarla, in modo da far vincere una delle imprese riconducibili a Carlo Savoia, così come scritto nei documenti della ben nota inchiesta della Dda di Napoli. Dunque, un tentativo di azione criminale diventa, incredibilmente e paradossalmente, un elemento che fornisce la possibilità di una dilatazione, a nostro avviso, illegale, di vantaggi economici a favore di un’azienda colpita irreversibilmente da divieto ad esercitare la propria attività, a causa delle infiltrazioni malavitose che l’hanno pervasa. 

Camion ormai ridotti ai minimi termini, pneumatici lisci, grande malumore dei lavoratori che ritengono di vivere in una condizione di rischio, per cui, l’annuncio dello sciopero, fissato proprio per venerdì 15 febbraio, non è solo legato all’incertezza del secondo stipendio arretrato, ma anche su questo autentico disastro che rende il sistema di raccolta incerto, pericoloso e soprattutto non legato ad una prospettiva reale da cui si capisca per quanti mesi ancora l’illegale Ecocar dovrà continuare la raccolta.

In tutto questo, si inseriscono anche le tensioni sindacali interne. A quanto pare, l’intesa raggiunta dalle varie sigle per lo sciopero, è stata messa a rischio dallo spostamento unilaterale dello stesso, operato da un solo sindacato, la Cgil di Maietta, il quale, com’è noto e come abbiamo scritto più volte, è ormai una cinghia di trasmissione dell’ormai mitico Peppe Zampella, detto la porchetta, direttore del personale e dominus materiale di ogni meccanismo interno alla Ecocar.

Vedremo, nel corso della giornata, se una convocazione dei sindacati, da parte dell’azienda, dunque, da parte dei suoi due amministratori laziali, quelli, ripetiamo, nominati dalla prefettura di Latina, scongiurerà lo sciopero.