IL FOCUS: LE TRUST…OLE DELL’INTERPORTO. “Agli Antichi Splendori” e “La Piazza degli Svaghi” forziere dei soldi riciclati e messa in due trust in Nuova Zelanda

14 Marzo 2019 - 12:45

MARCIANISE/MADDALONI – A noi tocca e toccherà, per tutto quello che Casertace ha impegnato in termini di energie e di sopportazione, di fronte ad attacchi di ogni genere, raccontarla nel dettaglio, questa ordinanza riguardante l’Interporto Sud Europa.

Ci toccherà e sarà un sacrificio leggero. Perché evidentemente tante sono state le nostre ragioni e c’è voluto un giro buono, di gente seria, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e alla Guardia di Finanza di Caserta, per abbattere quello che è stato un vero e proprio tabù: il tabù degli intoccabili.

Chi ha seguito nel corso degli anni e con una certa attenzione Casertace, non farà fatica a riconoscere, nell’elenco delle società utilizzate da Giuseppe Barletta, da qualche anno trasferitosi in un sontuoso studio di Milano, tra la sede della Camera di Commercio e il Duomo, ragioni sociali note, a partire da “Agli antichi splendori”.

Una presenza e un ruolo, quelli di questa società, apparsi in un primo tempo secondari, salvo poi diventare tanto cruciali quanto inquietanti dal momento in un cui, un paio di estati fa, ci accorgemmo, leggendo il cartello del cantiere di costruzione del nuovo centro commerciale che Barletta e compagnia avevano già fittato a Leroy Merlin, che proprio “Agli antichi splendori” era l’esecutrice dei lavori che, nella turpe convenzione con la quale il sindaco Antonello Velardi aveva svenduto la città di Marcianise agli arrestati e agli indagati di stamattina, erano previsti in carico ad un’altra impresa.

Chissà se il nome scelto per questa società sia stato frutto di un processo emotivo di tipo evocativo. Forse, evidentemente, Barletta riteneva di aver attraversato una sorta di età dell’oro durante la quale, grazie a tutti gli “ammanigliamenti” possibili e immaginabili, gli è stato permesso tutto e il contrario di tutto.

Gli antichi splendori, cioè quelli del tempo in cui, con la terra espropriata ai contadini a prezzi ridicoli, ha potuto determinare un valore aggiunto strabiliante nell’ordine di centinaia di milioni di euro, frutto della madre di tutte le speculazioni.

Ci riferiamo a quella riguardante la costruzione e i negozi giuridici susseguenti del Centro Commerciale Campania, che se si scavasse un po’ sotto, andando giù giù lungo le fondamenta, forse qualche sorpresina o sorpresona potrebbe ancora essere trovata.

Gli antichi splendori che Barletta ha cercato di rinverdire con la citata operazione della convenzione con il Comune di Marcianise dentro alla quale, grazie al sindaco Velardi e all’ingegnere Gennaro Spasiano, i terreni sono stati valutati 10 volte in meno di quanto non siano stati pagati quelli che hanno ospitato i cantieri dell’Outlet La Reggia.

Il resto di quello che si legge nel lungo e articolato comunicato stampa della Procura di Santa Maria Capua Vetere può sorprendere solo chi non legge questo giornale.

Quanti articoli abbiamo scritto sulle società estere riconducibili a Barletta e quanti altri abbiamo dedicato a quelli che definimmo “i trust degli antipodi”, puntualmente emersi in uno dei fulcri finanziari dell’inchiesta, cioè un’altra società forse, anche in questa circostanza, definita con un nome non casuale, “Piazza degli Svaghi”?

“Con la terra tua e non con quella dei contadini”: i nostri lettori avranno letto questa frase tante, ma proprio tante volte, e come si suol dire è stata sempre questa la chiave dell’acqua.

Con la terra dei contadini espropriata per fare una grande infrastruttura, nasceva la “Piazza degli Svaghi”, in grado, a due metri dalla svincolo di Caserta Sud, di tritare miliardi di euro.

Con la terra tua, caro Barletta, avresti potuto legittimamente, alla luce del sole, pagando il dovuto al Comune o all’Asi, sviluppare l’idea del colpo milionario dell’immobiliarista scaltro.

Nel comunicato della Procura, leggiamo che la “PIAZZA DEGLI SVAGHI” è risultata essere il “forziere del Gruppo Barletta ed è nella disponibilità, di fatto, del suo dominus Giuseppe BARLETTA, sebbene sia formalmente controllata da 2 trust con sede in Nuova Zelanda. Società, questa, che detiene numerosi immobili siti nel Parco commerciale “CAMPANIA”, molti dei quali concessi in locazione a note multinazionali”.

Il resto è costituito dal pur noto flipper impazzito delle società “usa e getta”:

Viene contestato ai vertici aziendali, in primis a BARLETTA Giuseppe, amministratore di fatto dell’intero gruppo ed ai suoi più stretti collaboratori, di aver contribuito a creare uno stato di grave insolvenza a danno della “SOCIETÀ ESECUZIONI APPALTI S.R.L.” (ammessa al concordato preventivo in data 18.2.2016), del “CONSORZIO WTERPOKTO APPALTF’ (ammesso al concordato preventivo in data 13.7.2016), del “CONSORZIO ESECUZIONI SPECIALI” (dichiarato fallito in data 24.3.2017), della “SOCIETÀ EUROPEA DI PARTECIPAZIONE S.R.L.” (ammessa al concordato preventivo in data 17.12.2015) e della “MAIL ITALIA S.R.L.*’ in liquidazione (ammessa al concordato preventivo in data 28.04.2015), per svuotarne le casse, attraverso una serie di operazioni di finanziamento infragruppo a favore di altre imprese correlate, tra cui la società “AGLI ANTICHI SPLENDORI” (che poi si è offerta quale garante dell’adempimento degli obblighi concordatati assunti dalle società così depauperate)”.

Questo è solo un piccolo antipasto, perché ci aspettiamo di poter avere in mano documentazione per rendere giustizia ai tanti anni di testimonianza intransigente che hanno accompagnato la vita di questo giornale. Alla prossima.