Il nipote del mandante dell’omicidio di Don Diana accusato di aver ammazzato un barista

12 Marzo 2024 - 12:20

CASAL DI PRINCIPE – È accusato di aver ammazzato Zlimen Imed, picchiato selvaggiamente e colpito con la mazza la testa più volte anche quando ormai il barista era inerme. Imed è poi deceduto dopo essere stato trasferito nella clinica di Tora e Piccilli.

Imputato in questo processo che si sta tenendo al tribunale di Napoli, in corte di Assise, è Alessio De Falco, ventiduenne rampollo dell’omonima famiglia criminale.

Si tratta del nipote di Nunzio ‘o lupo De Falco, mandante dell’omicidio di don Peppe Diana e morto un anno fa, e di Vincenzo De Falco O’Fuggiasco, assassinato nel 1991, si trova sotto processo con l’accusa di omicidio.

Stamattina è stata chiusa l’istruttoria dibattimentale, il momento più importante del processo penale, che può durare molte udienze.

Questa fase ha inizio con l’assunzione delle prove richieste dal pubblico ministero e prosegue con quelle richieste, testimonianze incluse per le parti, anche dalla difesa o da chi si è costituito come parte civile.

Il prossimo step ci sarà tra circa un mese, con le conclusioni del pubblico ministero, a cui seguiranno quelle dei difensori di De Falco, gli avvocati Mirella Baldascino e Pasquale Diana.

Secondo la pubblica accusa, si è trattato di un omicidio, con De Falco, quindi, responsabile della morte del barista. Gli avvocati del 22enne, però, nelle scorse settimane hanno presentato una consulenza tecnica compiuta da tre periti, ovvero un medico legale, un anatomopatologo e un infettivologo che

dimostrerebbe come la causa del decesso non sarebbe rintracciabile nelle percosse subite dal De Falco, bensì per altre motivazioni.