IL PUNTO. Zannini marcia con De Luca contro Meloni e Tajani, attacca il centrodestra su Geolier, il Governo sugli agricoltori, ma Forza Italia è suo zerbino a Caserta. Roma intervenga

13 Febbraio 2024 - 21:22

Dobbiamo compiere uno sforzo enorme per non iniziare un cazzeggio carnevalesco su tutte le carnevalate che si stanno verificando in questi giorni, trattando con serietà finanche il buffo post, che abbiamo dovuto tradurre dallo zanninese all’italiano e che pubblichiamo in calce a questo articolo, dedicato dal mondragonese all’atteggiamento di Zinzi e Cangiano su Geolier. Il problema è politico e qui c’è un partito e un esponente dello stesso, che si chiama Fulvio Martusciello, che pur di prendere i voti di uno scudiero di De Luca, fa sabotaggio e punta a far perdere il centrodestra di governo sia ad Aversa, dove è abortita una riunione già convocata nel bar del Carrefour, che a Castel Volturno.

CASERTA/AVERSA (gianluigi guarino). Va considerata cosa certa la presenza di Giovanni Zannini alla manifestazione che l’improbabile Masaniello salernitano Vincenzo De Luca (visto che non ci risulta che il pescivendolo del Carmine avesse gestito in 8 anni di governo, 7-8 miliardi di euro, così come ha fatto l’attuale governatore) ha organizzato per marciare contro i palazzi del Governo nazionale. Sapete bene che noi facciamo, parimenti, una monnezza sia il centrodestra che il centrosinistra e sapete bene pure che consideriamo il De Luca presidente della Regione un abile cantastorie, cantastronzate, un venditore di fumo di gran talento. Lo abbiamo scritto quando, durante il periodo del Covid, tutto il mondo ha osannato quelle esibizioni da onemanshow del teatro del Bagaglino, senza mai accettare alcun contraddittorio. Lo scriviamo ancora oggi, considerando già da ora questa manifestazione, che sicuramente, vista la superficialità del popolo campano attecchirà, anche grazie ad un significativo impatto mediatico, una mastodontica pagliacciata.

Ma il nostro punto di vista sulla manifestazione non è certo l’elemento nevralgico di questo articolo.

Parlare seriamente di politica con Zannini in mezzo è quasi impossibile, ma dobbiamo provarci

Ritorniamo, invece, a Zannini, che marcerà, insieme al presidente della Regione, contro il Governo di centrodestra. Lo farà insieme ad uno che, seppur in maniera anomala e diffidente, è e sarà un esponente della sinistra, di cui ha fatto parte sin dai tempi del Pci, al più, un esponente del centrosinistra. Ripetiamo, diffidente, indipendente, cane sciolto finché si vuole, ma comunque un soggetto che ha vinto le elezioni nel 2015 e nel 2020, soprattutto quelle del 2015, grazie al contributo decisivo del Partito democratico.

Riteniamo, per questo motivo, di affermare una cosa seria, nel dire che se Giovanni Zannini è presidente della Commissione Ambiente e Rifiuti del consiglio regionale, se è un esponente della maggioranza di governo della Regione Campania, ciò accade perché nel 2015 e nel 2020 il centrosinistra ha battuto, la prima volta per un soffio, la seconda volta largamente, il centrodestra e i tre partiti che lo compongono, iniziando da quello fondatore, Forza Italia, e proseguendo con la Lega e Fratelli d’Italia.

Lo possiamo sostenere, oppure si tratta di una cazzata e questa nostra affermazione merita, dunque, una rapida confutazione e una ugualmente rapida rottamazione, al pari dell’addizione uno più uno, che non fa due, così come si dice da una milionata di anni?

Nell’articolo penitenziale, chiamiamo strategia l’opportunismo consociativo di Zannini

Se questo, però, è vero, è anche vero che Giovanni Zannini se n’è sempre fregato delle geometrie della politica. Attenzione, se n’è fregato, ma le ha usate per intere e “a cazzi suoi”. Perché, se oggi è consigliere regionale di maggioranza ed è presidente di una della Commissioni del consiglio regionale più importanti, è merito dei voti che ha riportato personalmente e con la sua lista, ma, anche e soprattutto del fatto che è appartenuto e appartiene ad una coalizione di centrosinistra.

Se n’è fregato e, dunque, alle ultime elezioni Europee del 2019, ha votato Forza Italia, perché lì si candidava Aldo Patriciello, per anni suo grande amico, per anni suo riferimento, interlocutore politico per motivi che sanno loro due e che, francamente, non abbiamo mai voluto indagare più di tanto.

Oggi, Zannini marcia con la sinistra contro il Governo e, contemporaneamente, fa un accordo con il partito fondatore del centrodestra di Governo; per mantenere in piedi il rapporto con Giorgio Magliocca, va dicendo a tutti che ha raggiunto un’intesa semi-ufficiale, ancora una volta, con Forza Italia, per votare, però, in questa circostanza, Fulvio Martusciello che, concedeteci la battuta, dato che lui ne ha fatte tante su di noi, una serata insieme, cena e dopo cena, con questi due, parrebbe un biglietto ancora più alto, ancora più pesante di quello pagato per assistere, dalla platea, a tutte le serate del Festival di Sanremo, dato che si tratterebbe di una sorta di planetario, di spettacolari decolli verso la stratosfera. Se Zannini ci leggerà, riterrà, aggiungiamo noi, con sua piena ragione, che non stiamo scrivendo nulla di nuovo. Ma questo ragionamento andava fatto, perché ci sono articoli in cui è utile e divertente indugiare nel cazzeggio, ma ci sono anche articoli in cui è utile legarsi mani e piedi ed è importante, a costo di essere noiosi e anche un po’ ripetitivi, metterle nero su bianco, magari più sul bianco che sul nero, certe valutazioni frutto di fotografie ragionate dello status quo.

E ti devi sforzare fino all’inverosimile, spendendo ogni energia nella pur ardua impresa di tradurre in italiano normale e corretto la strana lingua “zanninese”. Diventa, perciò, atto di penitenza, per noi, trattare con compostezza e non a colpi di pernacchie, come meriterebbe, il post, che pubblichiamo in calce a questo articolo, con cui Giovanni Zannini, non accorgendosi che sia Gianpiero Zinzi che Gimmi Cangiano avevano già esternato sulla vicenda dei fischi al cantante e rapper napoletano Geolier, ha sparato a zero contro i due esponenti del centrodestra, che a suo avviso erano rimasti in silenzio per non criticare una posizione razzista su Geolier che sarebbe ispirata dalla Lega, partito di Zinzi e partito alleato di Gimmi Cangiano, entrambi presenti all’Ariston, insieme, però, a due grandi amici di Zannini, di ieri, di oggi, con destino di esserlo anche domani, ovvero Stefano Graziano, il deputato del Pd e Raffaela Pignetti, vabbè, inutile declinare cariche e benemerenze perché tanto i lettori di CasertaCe già sanno di chi parliamo.

Questa affermazione, quand’anche sballata e scombiccherata – una roba alla Zannini per intenderci – ha rappresentato una chiara presa di posizione di un esponente politico del centrosinistra contro esponenti politici del centrodestra. Nel resto del post, credendosi forse uno statista, una sorta di De Gasperi, lo Zannini ha detto, in pratica, che le presenze di Cangiano e Zinzi a Sanremo erano delle futilità rispetto ai grandi problemi del Paese, rispetto alla protesta degli agricoltori che soffrono, in pratica, anche per colpa del Governo di centrodestra.

A ragione o a torto, anche questa è un’affermazione tipica di un esponente politico del centrosinistra, all’opposizione a livello nazionale, di pesante rilievo critico nei confronti del centrodestra di Governo.

Il cinico calcolo di Fulvio Martusciello pronto ad affondare il centrodestra per i voti di Zannini

Zannini è, dunque, per i motivi appena elencati, un esponente del centrosinistra. Avete letto quante volte lo abbiamo scritto? Lo abbiamo fatto di proposito, perché è il concetto fondamentale da far valere. La domanda sorge spontanea: se Zannini è un esponente, mai come i questi giorni aderente di oppositore del centrodestra, se Zannini è, comunque, il solito Zannini consociativo, trasversale, può essere l’inciucio con il Martusciello un elemento di tale strutturalità da indurre quest’ultimo, coordinatore regionale del partito fondato da Berlusconi, a distruggere totalmente la coalizione di centrodestra, a Caserta e in provincia di Caserta, proprio nel momento in cui questa governa l’Italia?

Antonio Tajani sa che il suo pupillo napoletano, Martusciello, sta cercando di far perdere il centrodestra nei due Comuni più importanti della provincia di Caserta, chiamati alle urne i prossimi 8 e 9 giugno, ossia Aversa e Castel Volturno?

L’esempio lampante delle elezioni comunali di Aversa

Domenica mattina si sarebbe dovuta svolgere una riunione. Appuntamento fissato alle 10.30 nel bar del supermercato Carrefour di Aversa, alla presenza dello stranoto, ai lettori di CasertaCE, Giovanni Innocenti, in nome e per conto di Giovanni Zannini, dell’ex assessore comunale al Commercio De Gaetano, di Orlando De Cristofaro, figlio dell’ex sindaco e neo condannato nel processo “The Queen”, Enrico De Cristofaro, nonché nipote della estrosissima suora su cui ci siamo soffermati un paio di volte, in quanto inquisita proprio per aver spostato beni a favore dei suoi nipoti.

De Cristofaro jr era accompagnato da Di Palma, consigliere comunale durante la sindacatura di Alfonso Golia.

Invitato anche Luciano, o indifferentemente, il figlio Francesco Sagliocco, per “Noi Aversani”, il movimento fondato dal compianto Giuseppe Sagliocco, in pratica consegnato dal fratello Luciano a Giovanni Zannini. Clamorosamente, era stata annunciata anche la presenza di Alfonso Oliva, commissario cittadino di Fratelli d’Italia e fortissimamente determinato a candidarsi a sindaco, con tanto di piano B, quello di far perdere il suo partito ed il centrodestra, nel caso in cui la scelta non ricadesse su di lui. Gli invitati residui erano Gianpaolo Dello Vicario, ufficialmente in rappresentanza di Forza Italia e di Giorgio Magliocca, che gli ha promesso, con il placet di Zannini, un posto nel Cda della Gisec e un tal Di Dato, che poi è il solito giochino di Salvatore Mastroianni e di quella microparte della Lega contraria a Zinzi, ma non in grado, così come è successo l’anno scorso a Marcianise, di mettere in campo una lista credibile. Una componente comunque attiva in un’azione di disturbo, giusto per rompere le scatole al citato Zinzi.

A proposito, era stato invitato anche Gallozzi, in rappresentanza proprio di “Noi Moderati”, segnando dunque una netta prevalenza degli adepti di Zannini in un tavolo che poi, alla fine, è saltato perché, probabilmente, se n’è parlato troppo e perché, ancor più probabilmente, il 70% di chi avrebbe dovuto partecipare coltiva, a partire dagli appena citati De Cristofaro jr e Oliva, l’ambizione di una candidatura a sindaco per la quale non farebbero mai un passo indietro.

Ma se, ancora una volta, al di là del caso Oliva, rispetto al quale occorrerà un chiarimento, che di qui a poco chiederemo al presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano, il quale più volte ha già affermato di sentirsi alternativo a De Luca e, dunque, anche a Zannini e a Magliocca, cosa ci faceva Forza Italia al tavolo monopolizzato da un esponente del centrosinistra e non determinato da un processo politico comune, cioè da quello che una volta chiamavano interpartitico del centrodestra?

La necessità che il caso Caserta arrivi al tavolo romano.

Il caso di Caserta deve trovare una soluzione a Roma. Perché solo Roma, solo i tre leader Antonio Tajani, Matteo Salvini e Giorgia Meloni possono dare una direzione di marcia, che magari poi possa portare ad un’equa rappresentanza nelle candidature a sindaco, nel momento in cui non si registrasse un accordo fra i tre partiti nelle loro espressioni territoriali.

Per stasera abbiamo finito qui producendo, ripetiamo, uno sforzo enorme per non abbandonarci a quei frizzi e a quei lazzi, peraltro mai come in questa giornata adatti alla ricorrenza carnascialesca, che questi eventi avrebbero, invece, ampiamente meritato.

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