IL VIDEO AVERSA. Quando il fratello del boss chiedeva in video messaggio di applaudire e abbracciare Antonio Piricelli, messo alla porta dai commissari, e oggi nominato comandante dei vigili urbani nella città normanna

27 Luglio 2022 - 14:17

Quando, nel maggio del 2020, pubblicammo questo video che potete rivedervi immediatamente, il sindaco di Cesa, Enzo Guida, decise immediatamente, riempendo la sua potestà della dignità e della necessità, da manifestare attraverso l’alta considerazione di un grave problema di opportunità, di revocare ipso fato la sua nomina. Ora cosa ne penserà la sua compgana Erika Alma, decisivo puntello del governo del ribaltone targato Giovanni Zannini e Stefano Graziano?

Ah, a proposito: Antonio Piricelli arriva dal comune di San Marcellino del sindaco Anacleto Colombiano

 

AVERSA – (Gianluigi Guarino) Chissà se il sindaco di Cesa, l’amico e collega Enzo Guida, ne ha discusso in questi ultimi giorni con la sua compagna Maria Erika Alma, già presidente del consiglio comunale della citata Cesa e che lui ha contribuito a far eleggere nel consiglio comunale della città di Aversa.

Chissà se Enzo Guida ha commentato con la Alma la nomina a nuovo comandante dei vigili urbani del centro normanno di Antonio Piricelli.

Se l’ha fatto, e magari glielo domanderemo, ha avuto la possibilità di raccontarle che lui, molto opportunamente- e gliene demmo atto, perchè si trattò di un gesto serio -, revocò la nomina del citato Piricelli a comandante della polizia municipale di Cesa, all’indomani della pubblicazione, da parte di CasertaCe, di un clamoroso video che vi riproponiamo oggi, anzi, ve lo ripubblichiamo in cima a questo articolo, in cui il fratello di uno dei boss più importanti del clan Verde di Sant’Antimo, ringraziava pubblicamente, a mezzo social, il Piricelli – testuali parole – “Lo

merita proprio questo saluto, perchè si è sempre contraddistinto pe rla sua disponibilità verso i santantimesi. Perdiamo un grande uomo che ha sempre aiutato i cittadini“.

In effetti, il messaggio del fratello del boss occupava lo stesso tempo di quello che il presidente della repubblica rivolge ogni anno, nella serata di S.Silvestro. Alla luce di quei nostri articoli, Enzo Guida revocò la nomina. Piricelli, però, non se ne dolse più di tanto, visto che di lì a poco, fu accolto amorevolmente dal sindaco Anacleto Colombiano, che gli concesse la nomina di comandante della polizia municipale di San Marcellino, cioè del comune che, insieme a quelli di Mondragone  di Sparanise, rappresenta una delle roccaforti, uno dei forzieri elettorali più importanti, sicuramente a più alto peso specifico, dell’attuale consigliere regionale Giovanni Zannini che per il sindaco Anacleto Colombiano stravede da anni e che al sindaco Colombiano, vincitore alle ultime elezioni comunali  con in lizza solo la sua lista, ha regalato la presidenza dell’ente d’Ambito che dovrà gestire il ciclo delle acque, episodio intermedio di un piano che prevederebbe l’assunzione da parte del Consorzio idrico di Terra di Lavoro, altra struttura pienamente a disposizione dello Zannini, del ruolo di braccio operativo, di esecutore dei servizi in una sorta di quadratura del cerchio, assolutamente blindata dai due presidenti,cioè dal già citato Colombiano e dall’arcinoto Pasquale Di Biasio, entrambi votatissimi e dedicatissimi alla causa del consigliere regionale di Mondragone.

Questo non vol dire necessariamente che il passaggio da San Marcellino ad Aversa dove, da pochi giorni Antonio Piricelli è stato nominato nuovo comandante al posto di Stefano Guarino, abbia una matrice zanniniana.  Però, non si può neanche escluderlo a priori, visto e considerato che è un fatto acclarato il rapporto strettissimo che lega Zannini ad Anacleto Colombiano, visto che è un fatto acclarato il suo ruolo di azionista di riferimento, insieme al  sodale Stefano Graziano, del ribaltone effettuato al comune di Aversa, dove oggi governano persone, candidatesi nel centrodestra e sconfitte alle ultime elezioni amministrative.

Giovanni Zannini è molto attivo nella città normamma. Recentemente abbiamo pubblicato (CLIKKA E LEGGI) un articolo in cui descrivevamo la scena di un incontro riservato da lui avuto con il sindaco di Aversa Alfonso Golia, seduti ad un tavolino localizzato all’interno di uno dei bar che operano vicino al tribunale di Aversa dove Zannini va spesso per seguire, insieme al suo amico Carlo Salomone, imprenditore delle grandi affissioni, nonchè compagno di Antonia Elia, già segretaria comunale di Mondragone e oggi a capo della struttura organizzativa di Zannini in Regione Campania, il processo che coinvolge l’ex potente ras del clan dei casalesi Mario Iavarazzo, per un periodo anche autista di Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, e Armando Aprile, socio di fatto del camorrista, portando con sè anche il rapporto, pienamente societario, con la madre di Carlo Salomone la quale, evidentemente , in quella società, appresentava suo figlio.

Comunque, rimaniamo al nocciolo della questione, perchè, quando si scrive di Zannini, è facile debordare, in quanto, su di lui, si può arrivare a redigere un’enciclopedia per quante sono le subordinate relazionali, frutto del suo moto perpetuo, definito da tanti come la sua forza, senza considerare però che se è giusto soffermarsi e sottolineare le 15 o 16 o 18 ore di lavoro quotidiano (ammesso e non concesso che quello di politico sia un lavoro vero) che una persona riesce a realizzare, è anche vero che bisogna soffermarsi ancor di più sui contenuti di quel lavoro, che estendendosi in un numero di ore così ampio, può anche risolversi in una produzione massiva di guai, di cose fatte male o addirittura fatte…peggio.

Zannini dunque ad Aversa conta. Potenzialmente, quindi, è in grado di indicare il nome del nuovo comandante dei vigili urbani. Ciò non vuol dire che l’abbia fatto; ciò non vuol dire che le ragioni, i percorsi che hanno portato la figura a dir poco controversa, a dir poco discutibile di Antonio Piricelli, a capo della polizia municipale di Aversa, possano essere stati altri, collegando il tutto a dinamiche che magari noi non conosciamo.

Ma, ripetiamo, premesso tutto ciò, ipotizzare che in questa nomina ci possa essere lo zampino di Giovanni Zannini, non è assolutamente il segno di una ricostruzione fantasiosa, arbitraria, visto che i fatti, le persone e le circostanze queste sono.

E sono queste circostanze a determinare la verosimiglianza che non significa, però, verità e certezza. Sono le circostanze, le persone, le relazioni, le confluenze spazio-tempo tra le stesse e non certo una congettura pregiudiziale di CasertaCe, a rendere legittima la manifestazione di quella che comunque resta solo una ipotesi.

E ora proviamo ad entrare più profondamente nel mondo di Antonio Piricelli, cioè nel suo modo di essere ed interpretare il ruolo istituzionale, molto delicato che esercita, di divisa munito.

A quanto ci risulta, Piricelli, che fu congedato ipso facto dalla triade commissariale che, all’indomani dell’ultimo scioglimento per infiltrazione camorristica dell’amministrazione e del consiglio di Sant’Antimo assunse le redini del comune, abbia preso le distanze da quel messaggio.

Perchè, si può essere liberali finchè si vuole – e noi lo siamo fino al midollo – ma se il fratello di un boss ringrazia così platealmente il comandante dei vigili urbani, parlando di “disponibilità da questi sempre garantita nei confronti dei cittadini santantimesi”, marcando con una sottolineatura personale e platealmente video ripresa in modo che risulti chiaro che quelle parole, quei pensieri, siano espressi dal fratello del boss e non dal parroco o dal presidente della bocciofila, lei, comandante Piricelli, non tanto per gratificare la sua sensibilità, il suo modo di vedere la vita, di cui, detta alla romanesca maniera, “nun ce pò frega’ de meno“, ma solo per rispettare la divisa che lei indossa, in nome e per conto e con le insegne della repubblica italiana, deve necessariamente prendere le distanze, deve dire che quei complimenti non sono graditi, prima di tutto per il modo usato per formularli e,motivazione ancor più importante,  per stabilire una linea di demarcazione tra quello che può essere un impegno pubblico di rappresentanza che un comandante dei vigili urbani può svolgere in nome e per conto del comune in cui lavora, dunque della repubblica italiana e quella sorta di chiamata all’adunanza che il fratello del boss del clan Verde esprime, invitando tutti i santantimesi, a partire evidentemente dagli amici suoi, a recarsi sotto al comune, cioè sotto all’immobile che ospita in quel momento la repubblica italiana, costretta ad intervenire direttamente con i commissari nominati dal Ministero dell’Interno, a causa dell’infiltrazione della criminalità organizzata, per salutare, abbracciare e tributare il dovuto omaggio ad un comandante dei vigili, il quale, in tutta evidenza, risultava gradito anche ad esponenti della criminalità organizzata locale o a loro direttissimi congiunti e che, non a caso, era stato allontanato dalla triade commissariale, subito dopo l’insediamento della stessa.

Non ci risulta che il comandante Antonio Piricelli abbia, invece, preso le distanze da questo surreale messaggio targato clan Verde o giù di lì. Non facendolo, ha legittimato di fatto, anche se poi questo saluto da parte delle folle santantimesi, non è materialmente avvenuto, una chiara contestazione, un chiaro attacco espresso dal fratello del camorrista, alle istituzioni repubblicane, alla commissione di governo, visto che nel suo video messaggio, il germano “eccellente” non dà appuntamento al popolo in adunanza per salutare il valoroso Piricelli, davanti ad un bar, in un’altra piazza o in qualsiasi altro luogo di Sant’Antimo, ma fissa l’appuntamento, non a caso, sotto alle finestre dei commissari.

Occorre una gran pazienza per non arrivare immediatamente a conclusioni drastiche, senza star lì a sfibrarci nella stesura di questi articoli, così elaborati proprio a garanzia delle persone e delle istituzioni che vi sono coinvolti. Comunque, il comandante Piricelli lascia Sant’Antimo, chiude l’accordo con il sindaco di Cesa Enzo Guida che, però, ripetiamo, opportunamente lo congeda prima ancora della sua entrata in servizio e va ad “atterrare” al comune di San Marcellino da dove poi, in questi giorni, spicca il volo per Aversa.

Il comandante Piricelli ha subito anche un processo per reati di camorra, da cui è risultato assolto. Un dato di fatto incontestabile, che gli va riconosciuto, ma che non può, allo stesso tempo, impedire che questa notizia venga data in maniera completa e cioè aggiungendo che uno dei motivi principali, addotti dal tribunale nella motivazione della sentenza, è costituito dalla non utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche che rappresentavano invece per il pubblico ministero, la prova del coinvolgimento di Piricelli in un meccanismo che lo avrebbe portato a favorire gli affari e gli interessi, non del popolo santantimese, ma degli esponenti dei clan tra cui anche il fratello del video-maker improvvisato di cui sopra. Non sappiamo se il processo subito da Piricelli riguardava fatti accaduti a S.Antimo, ma la citazione del boss del clan Verde e di suo fratello rappresenterebbe eventualmente una logica estensione concettuale.

Il nome di Antonio Piricelli compare anche nei decreti scioglimento per infiltrazione camorristica nel comune di  Casalnuovo, dove evidentemente pure ha svolto la funzione di comandante dei vigili urbani.

Se tutte queste cose devono comunque obbligare chiunque crede allo stato di diritto ad affermare che Antonio Piricelli sia un non colpevole e che giuridicamente ha tutto il diritto di ricoprire la carica di comandante dei vigili urbani ad Aversa o in qualsiasi luogo dove ha stipulato un accordo con l’amministrazione comunale, è parimenti vero , incontestabile che le vicende relative al video messaggio del fratello del camorrista, quelle relative alle citazioni di identità personale nei decreti di scioglimento dei comuni di Sant’Antimo e Casalnuovo, oppure ancora, quelle, per effetto delle quali è stato comunque, viene assolto dall’accusa di aver favorito la camorra, possono ben diventare strumento di analisi e di riflessione da parte di un’autorità, che non è chiamata a esprimere una potestà giudiziaria, ma sta lì, indossa quella fascia, siede su quella poltrona, per adempiere al dovere di esercitare una potestà amministrativa in nome e per conto dello stato, altrimenti  quella pezza tricolore che un sindaco si mette a tracolla durante le manifestazioni ufficiali, cosa cavolo significa?

E per chiudere il cerchio, torniamo, utilizzandolo stavolta come argomento conclusivo,  come chiusa di questo articolo, al primo concetto espresso nel nostro incipit: il sindaco di Cesa Enzo Guida, compagno della consigliera comunale di maggioranza Erika Alma, ha avvertito il dovere di esercitare la sua potestà amministrativa, i cui contenuti, la cui ragion d’essere, i cui spunti sono rappresentati da cose totalmente differenti da quelle che informano l’espressione della potestà giudiziaria.

In poche parole, Enzo Guida ha revocato la nomina di Antonio Piricelli dopo aver letto un articolo di giornale i cui contenuti evidentemente ha potuto controllare, anche se lì c’era poco da discutere, dato che si trattava di un video messaggio. In poche parole, Enzo Guida che di professione fa l’avvocato dunque queste cose le sa, ha utilizzato doverosamente lo strumento, la ragion d’essere dell’opportunità, la ragion d’essere della difesa dell’onorabilità dell’istituzione che in lui si incarnata pro tempore, per assumere una decisione chiara, netta rispetto alla quale nessun appello e nessuna recriminazione collegata alle ragioni del garantismo che qui non c’azzeccano proprio nulla, può essere opposta.

Quando il sindaco di Aversa Alfonso Golia, a cui abbiamo il dovere di rivolgerci nonostante Cesare Lombroso lo ritenga un esercizio del tutto inutile ed ozioso, scrive i suoi spassosi post in cui afferma di averci querelati 10, 20, un milione di volte, dovrebbe un attimo riflettere, se ne è capace, (perchè occorre avere un minimo di struttura culturale per farlo), su ciò che appartiene  e pertiene ai doveri di un sindaco, il quale, per prima cosa, deve difendere l’onorabilità della città che rappresenta.

E siccome, ripetiamo, non abbiamo notizie di una presa di distanza,chiara, forte e netta, di Antonio Piricelli rispetto al video messaggio del fratello del boss del clan Verde , la nomina di Antonio Piricelli, secondo noi, e lo diciamo senza voler certamente offendere la persona, che, come tale, rispettiamo e rispetteremo, la nomina di un personaggio che non ha avvertito – e lo ripetiamo per la terza volta ma andrebbe ribadito cento volte –  la necessità, il dovere di  prendere le distanze da quel vero e proprio undursement ricevuto dalla camorra santantimese, è una decisione pessima che non va certamente nella direzione della tutela di uno spirito che prima ancora degli atti materiali, deve essere essenza viva e ampiamente divulgata, del concetto di legalità.