AVERSA Che summit al bar vicino al tribunale tra Zannini, il sindaco Golia e Innocenti! Telefonini a distanza e salta fuori l’incredibile nome di Antonia Elia come segretaria comunale

19 Maggio 2022 - 21:08

Era tanta la concentrazione e l’attenzione che i tre politici hanno deciso di isolarsi per almeno un’ora dal mondo, impedendo ai loro smartphone di disturbarli. La città normanna è una colonia di Mondragone, per effetto delle azioni del primo cittadino, che ha svenduto la storia e l’identità della sua città.

 

AVERSA (g.g.) Più che un triumvirato, quella andata in scena stamattina nel bar di fronte al Tribunale di Aversa, è stata una riunione di un console con i suoi due proconsoli. Non c’è dubbio, infatti, che il sindaco Alfonso Golia, pur di rimanere in carica, abbia accettato di perdere la maggior parte dei poteri che di solito sono in capo a chi esercita un ruolo come il suo. Oggi, dunque, prima di spostare anche un temperamatite dalla sua scrivania, deve chiedere il permesso a Giovanni Zannini, che ha sempre a portata di mano la valvola dell’ossigeno e, a dirla tutta, ci impiegherebbe un solo secondo per spedirlo a casa. Però, ognuno incrocia la  propria soddisfazione in base alla cultura, alle attitudini, alla sensibilità e all’intelligenza che possiede. Nel caso di Alfonso Golia, il massimo della libidine è quando si vede in fotografia con la fascia tricolore a tracolla.  Contento lui…

Va da sé che nella vasta area di potere da lui lasciata vuota si vadano ad insediare persone che, al contrario, sanno bene come utilizzare le cariche politico-istituzionali.  É il caso di Marco

Villano, che in nome e per conto di Stefano Graziano, ma anche un po’ in nome e per conto di se stesso, maneggia e smanetta facendo i giochi di prestigio tipo carta vince e carta perde con il vecchio piano regolatore, ancora vigente, e il nuovo Puc, che per farlo ci stanno impiegando più tempo di quanto ne occorse ai cinesi per costruire la mitica muraglia e alle maestranze usa e getta che i faraoni egiziani utilizzavano per costruire le Piramidi nella Valle dei Re.

Il sindaco Golia si farebbe fare di tutto, e molto si è fatto già fare, pur di conservare quella fascia della vanagloria. Ormai, trascorre giornata ad “apparare” prima uno, poi l’altro, etc. Stamattina, dunque, si è dovuto sobbarcare Giovanni Innocenti, uno dei consiglieri comunali del ribaltone, divenuto assessore e che quando cammina con Zannini al suo fianco, si sente particolarmente “massiccio”. Alle viste c’è il voto sul bilancio e siccome Zannini ha dato di tutto e di e più alla famiglia Sagliocco-Spezzaferri e all’allegata Federica Turco, succede che altri esponenti della maggioranza, sapendo bene che il loro voto conta, con i numeri stretti che ci sono in Consiglio Comunale, alza, come si suol dire, il suo prezzo. Pensate che finanche l’ex grillino Romano è ritornato a scalciare dopo un po’ di tempo, avendo metabolizzato, magari autoconvincendosi che lì ci sta per merito suo, la postazione nella stanza dei bottoni del Consorzio idrico, letteralmente cannibalizzata dallo Zannini.

Questa riunione, durata non poco, è stata presa molto sul serio da chi l’ha tenuta. I tre, infatti, hanno voluto isolarsi dal mondo esterno per almeno un’ora. E per non interrompere la catena di un’ascetica concentrazione, si sono disfatti dei loro telefonini, messi a debita distanza in modo da non farsi tentare da un trillo o dal cinguettio di un messaggino. Sarebbe interessante capire se questa catena di anime pie abbia affrontato anche l’argomento della successione della segretaria generale del Comune Anna Di Ronza, che di qui a qualche mese andrà in pensione. In molti ci hanno detto che il nome più quotato sarebbe, nientepopodimenoche, quello di Antonia Elia, già segretaria comunale di Mondragone, poi arruolata da Zannini nella sua segreteria di presidente della commissione Ambiente del consiglio regionale della Campania e inserita anche in quella sorta di board di ministeriali e burocrati che si starebbe occupando del problema dello smaltimento definitivo delle scorie della Centrale nucleare del Garigliano. Un gruppo di lavoro che, però, il più delle volte, sarebbe privato dell’apporto fondamentale della Elia che, impegnata con Zannini, non è che abbia presenziato, o meglio, si sia collegata in remoto più di tanto per partecipare ai lavori.

Sinceramente, a meno che Zannini non abbia perso definitivamente il senno, ci sembra difficile pensare che vada ad osare fino a questo punto. Antonia Elia è persona, non vicina a lui, ma è una sorta di crasi umana e professionale di Zannini. E’ la compagna di Carlo Salomone, l’imprenditore del settore delle mega affissioni, per intenderci sempre quello lì che il buon Aprile, collega del Salomone, indica al boss, oggi pentito, Mario Iavarazzo, una carriera nel clan dei Casalesi partita dal rango di attendente-tutto fare di Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, come colui in grado di parlare con il sottoscritto per far sì che Casertace non continuasse ad occuparsi della gestione dei mega impianti per le affissioni, fondamentalmente nelle mani del clan dei Casalesi, comprese quelle del centro commerciale Jambo, anche quando questa struttura era già sotto la potestà dell’amministrazione giudiziaria.

Un quadro problematico, dunque, quello che connota la figura di Antonia Elia. Per cui, riteniamo che si tratti solo di una indiscrezione infondanta a meno che, ripetiamo, Zannini non abbia bisogno di chi si recò sulla Luna a recuperare il senno custodito in una teca.

Questo è il format del potere reale nella città di Aversa che, consapevolmente o inconsapevolmente, a questo punto la cosa non fa più molta differenza, il sindaco Alfonso Golia, rifugiandosi nel ribaltone, ha ridotto ad una colonia di Mondragone, rinunciando a combattere in nuove elezioni comunali, che, probabilmente, avrebbe pure vinto. I colonizzatori sono munifici con i propri vassalli fedeli: posti di lavoro, assunzioni nelle Asl, a condizione, però, di riconoscere il pieno potere dello Zannini come console unico della città di Aversa, la cui storia, la cui tradizione politica non aveva mai subito un momento così decadente come quello di un presente che si può tranquillamente definire come mala tempora currunt.