IL VIDEO delle dichiarazioni dei carabinieri. Enrico Verso in carcere senza il supporto delle dichiarazioni del cognato pentito

9 Luglio 2019 - 19:35

CASERTA (l.v.r.) – Si stanno aprendo le nubi e inizia ad essere più chiara l’articolata indagine della Dda di Napoli che ha portato all’arresto di 6 persone, Enrico Verso e Salvatore Fioravante, conosciuti anche come O’Mannes e Porcellino, finiti in carcere. Ai domiciliari, invece, troviamo Antonio D’Abbronzo e Eugenio Di Laura, mentre è stato deciso il divieto di dimora in Campania per Carlo Verdone e Vincenzo Siano. Le 6 ordinanza di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Aversa, guidati dal Ten. Col. Donato D’Amato.

Ed è proprio dalla viva voce del comandante del gruppo normanno che scopriamo di più sull’operazione che ha portato al sequestro di tre società: Roma Security, N.S.P. Security e Services e Security, tutte nella piena disponibilità di Enrico Verso, il cognato di Raffaele Bidognetti, neo collaboratore di giustizia, figlio del super boss Cicciotto e’ mezzanott.

Il tenente colonnello D’Amato e il suo pari gradi Mirante, comandante del nucleo investigativo di Caserta, rispondendo alle varie domande poste dai giornalisti, hanno spiegato come sia nata questa indagine. L’estorsione ai danni di due commercianti dell’agro aversano sarebbe stata effettuata tramite la proposta, intimidatoria, del servizio vigilanza privata per gli esercizi commerciali, precisamente servizio di portierato. E’ stato sottolineato, tra i primi punti, che il cognato di Verso, Raffaele Bidognetti, diventato da poco collaboratore di giustizia, non ha avuto un ruolo nelle indagini. Quindi non c’è stata una partecipazione nel progresso inquirente del figlio del boss Francesco Bidognetti che ha portato agli arresti di oggi.

Gli imprenditori presi di mira sono stati due. Non sono stati loro a denunciare i fatti, ma le indagini sono partite autonomamente dalla Dda. Uno dei commercianti, interrogato dagli inquirenti, ha confermato l’estorsione subita, l’altro non è stato sentito. Ovviamente, durante i sequestri alle imprese sono stati portati via diversi contratti di servizio di vigilanza, che verranno esaminati per capire se ci sia punti di contatto e simile gestione rispetto ai due casi di estorsione.

Tra le ultime parole pronunciate dai comandanti dell’Arma, c’è stato un passaggio sul pericolo Casalesi. Il tenente colonnello Mirante ha specificato che il controllo sul clan è assiduo, ma ciò che preoccupa il comandante casertano è soprattutto la potenza “disarmata” del gruppo camorristico. Una presenza disarmata che continua a incutere timore e che, anche senza atti intimidatori, è capace di penetrare grandi aziende della zona “operanti a livello nazionale, come dimostrato dalle indagini degli ultimi mesi“. E, aggiungiamo noi, non solo. Perché l’attività estorsiva, di tipo “popolare”, come quella colpita in questa operazione dei carabinieri continua eccome. Sia nel caso di Enrico Verso, sia in quello della seconda operazione imperniata sulla figura di Teresa Vitolo, i vertici sono ancora saldamente legati ai boss della fondazione o massimo della seconda generazione, come nel caso della Vitolo e di Carlino del Vecchio, il marito di lei. Ma tutta la manovalanza arriva, tracima dalla provincia di napoli, dove l’attività di repressione negli ultimi anni non ha raggiunto gli stessi obiettivi della provincia di Caserta. Dunque, nelle aree di sant’Antimo, Villaricca, storicamente collegata in alleanza con Bidognetti, vengono pescati i nuovi autori di estorsioni e intimidazioni all’interno del perimetro della nostra provincia.

IL VIDEO (gira il cellulare)