IMPIANTI 6 PER 3. Il “Casalese” Armando Aprile a Miraglia di MONDRAGONE: “Ti faccio tagliare la testa, sulla Domiziana comandiamo noi”

21 Agosto 2019 - 11:44

CASAL DI PRINCIPE/MONDRAGONE(g.g.) L’argomento affrontato oggi è importantissimo: gli impianti di affissione illegali, abusivamente installati non rappresentano, infatti, l’oggetto di un racconto di camorra che si sviluppa sulle frequenze di una intercettazione ambientale che svela i piani del duo Mario Iavarazzo-Armando Aprile. No, gli impianti abusivi, illegali sono una realtà di oggi, di stamattina.

Ce ne sono a centinaia sparsi in tutta la provincia di Caserta. Alcuni di questi sono riconducibili alle imprese della galassi Aprile-Iavarazzo, ma ce ne sono anche tanti altri appartenenti ad altre imprese.

Questo giornale, nell’estate 2018, ha pubblicato una mini inchiesta, frutto di un brevissimo viaggio in auto tra l’area industriale di Maddaloni-Marcianise e il centro della città calatina. Ne contammo a decine, ne fotografammo altrettante.

Ma nulla si verificò. Anzi, stamattina 21 agosto, quegli impianti abusivi sono ancora in vita e producono fatturati illegali. Se qualcuno vuole accomodarsi nella nostra auto, gli portiamo a fare un bel giro dall’area Asi in poi e registrerà ancora una volta il fatto che qui esiste una legge materiale, molto più efficace di quella formale, che definisce la linea guida nei rapporti di convivenza sociale, economica, che stravolge i parametri della morale.

Fatta la premessa, vi invitiamo a leggere lo stralcio dell’ordinanza su Iavarazzo e famiglia e sul signor Aprile, di cui pubblichiamo il pezzo di conversazione durante la quale i due interlocutori affrontano le piccole grandi difficoltà incontrate per insediarsi sempre più pesantemente, sempre più capillarmente, sul territorio della provincia di Caserta.

Anche in quelle zone in cui ci sono altri gruppi criminali in grado di controllarlo il territorio.

Ebbene, Armando Aprile, lo racconta lui stesso a Mario Iavarazzo, si ritiene in grado, perchè evidentemente lo è, di dire a Antonio Miraglia di Mondragone, titolare della Lucam, che se riproverà a denunciare gli impianti abusivi targati clan dei casalesi, lui gli avrebbe fatto “tagliare la testa“.

E se Miraglia si adegua, è perchè, evidentemente, sa “a chi appartiene” Armando Aprile.

Mario Iavarazzo dice al suo interlocutore che in quella zona della Domiziana i gruppi criminali locali, cioè la camorra mondragonese, è stata sempre interessata al business degli impianti pubblicitari. Dunque, la sortita di Aprile è di quelle che, come si suol dire, valgono doppio.

Il Miraglia, infatti, aveva detto ad Aprile che lui, la Domiziana, “l’aveva ereditata dal nonno“. Il che, è tutto dire. Il mondragonese prova a fermare Aprile ottenendo dall’Anas e dalle forze dell’ordine, la rimozione dell’ennesimo cartellone abusivo, made in Casal di Principe. Poi, quelle 4 paroline a lui detto da Armando Aprile, frenano ogni altra iniziativa.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

Dalla lunga conversazione tra presenti in commento, veniva evidenziato anche che il settore della pubblicità è tuttora sottoposto al rigido controllo della criminalità organizzata e la conferma proveniva da uno stralcio della stessa conversazione in cui venivano illustrati i metodi “non convenzionali” e intimidatori utilizzati per la risoluzione di problemi relativi alla concorrenza (capo 1 della rubrica): Armando APRILE raccontava infatti a Iavarazzo delle difficoltà sopraggiunte per l’installazione di un impianto pubblicitario lungo la SS Domitiana, su cui era stato “provocato” da un concorrente (dell’impresa LUCAM) un intervento dell’ANAS e delle forze dell’ordine, finalizzato a far rimuovere l’ennesimo cartellone abusivo installato su disposizione del duo Iavarazzo-Aprile.L’Aprile si sfogava riferendo che aveva apertamente intimidito il concorrente, riferendogli che nel caso in cui avesse rintracciato “il cornuto che gli aveva mandato le guardie” gli avrebbe fatto “tagliare la testa”. APRILE raccontava che la sua reazione “forte”, finalizzata ad imporsi sul suo concorrente derivava dal fatto che questi si era permesso di sfidarlo asserendo che “La Domitiana l’aveva ereditata dal nonno” e che tradizionalmente era zona commerciale ad appannaggio della propria famiglia, ignorando evidentemente contro chi si era frapposto e suscitando dapprima la reazione ironica dell’Aprile (siamo gelosi.. siamo gelosi e quindi… gli dissi e come si deve risolvere?… te lo chiedo adesso…te lo chiedo adesso se posso montare… o te lo chiedo la prossima volta?… ma questi sono davvero pazzi) e poi quella violenta con la minaccia – neppure tanto velata –  di morte, che immediatamente provocava l’arretramento della controparte.Nel prosieguo, lo stesso IAVARAZZO esprimeva l’opinione che l’intervento ostativo all’installazione del citato impianto da parte di un rappresentante della società LUCAM (probabilmente identificabile nella LU.CAM Pubblicita’ s.r.l., con sede in Mondragone, riconducibile a MIRAGLIA Antonio) era da ricondursi all’intervento di camorristi del luogo, aggiungendo che si era già verificato un caso analogo, con l’intervento di una “paranza” napoletana nel territorio di  Marcianise ed esprimeva il sospetto che qualcuno del Jambo potesse avere l’intenzione di ribellarsi e “rovinargli la piazza”.

 

(Conversazione tra presenti PROGRESSIVO 11 – SESSIONE 10 – del 4.8.2015 presso abitazione di IAVARAZZO Mario in Villa Literno Via Vecchia Aversa snc – decreto 2664/15 R.I.T. ):

 

AA              adesso sai quale gli ho dato a diecimila euro? gliene ho dato uno a Mondragone

IA               ah!… quello all’incrocio?

AA mostra a IA una foto della istallazione e gli spiega che si trova proprio davanti a Ditellandia.

Alla pos. 08.48 prosegue:

AA              … ho messo cinque sei per tre ed un maxi… a tornare… questo è a tornare…questo pigli… come a venire da noi…come sali a castelvolturno… oh!… devi  uscire per forza di là…non puoi…

IA               ad andare…

AA              ad andare e a tornare… questo è pure a tornare… questo è maxi…

IA               questo è quando torni…

AA              questo a diecimila euro…diecimila euro…

IA               quando torni

AA              quando torni!

IA               quando vieni da Mondragone e devi salire…

AA              arrivarono certe persone in macchina… mi hanno

IA               sempre zona ASI

AA              mi hanno mandato l’ANAS addosso… il Comune… al Comune la segretaria generale è la moglie di Carlo … inc… mi hanno mandato il Comune addosso… quello di Mondragone…e tutta l’a… l’ANAS..

IA               e perché?

AA              indovina chi è?

IA               chi è?

AA              Lucam ( o Lupam)…

IA               eh?… quello che sta a Mondragone?

AA              eh… perché… mi mandò a chiamare… ancora oggi mi ha mandato a chiamare… mi ha detto che la Domiziana

IA               eh… gliel’ha lasciata il nonno!

AA              ride…inc…sono… come disse… siamo… aspetta… siamo la Domitiana allora… siamo gelosi.. siamo gelosi e quindi… gli dissi e come si deve risolvere?… te lo chiedo adesso…te lo chiedo adesso se posso montare… o te lo chiedo la prossima volta?… ma questi sono davvero pazzi?… gli ho detto se vengo a sapere chi è  quel cornuto (lett:  si saccio chillo curnutiello) che mi ha mandato le guardie e tutti questi accertamenti gli taglierei la testa…io non sono io…e che mi sono permesso.. gli ho detto che sei tu?

IA               … l’ha chiamarto la paranza dai…

AA              gli ho detto ma sei tu gli ho detto!…proprio così!…lui mi ha detto non sono io che li ho chiamati

IA               pura a Marcianise li ha mandati avanti,  lo sai? Una paranza di Napoli

AA              e chi…

IA               e non lo so… ma questi non è che parte dal Jambo e vuole molestare noi? (lett: ma fa che parte dal Jambo e ‘vvà spiccicanno ‘a nnuie?)

Cambiano discorso, poi si interrompe la registrazione.