La metafora: Giorgio Magliocca risponde con un rutto in faccia alle accuse di Antonio Mirra sull’illegittimità delle nomine Gisec. Ma questo è normale perché se non stessimo a Caserta queste persone non sarebbero buone neanche a fare gli ausiliari e gli sturacessi

16 Dicembre 2021 - 17:01

In calce al nostro ennesimo articolo (e ci siamo pure stufati perché tanto è inutile in un’area territoriale che vive allo stato brado in semianalfabetismo), il secondo comunicato stampa di giornata del candidato del Pd alla presidenza della Provincia, Antonio Mirra, che precede la pubblicazione integrale della delibera di consiglio provinciale che obbliga il presidente uscente Giorgio Magliocca a scegliere i membri del Cda tra coloro che hanno risposto ad un formale avviso pubblico.

 

CASERTA (g.g.) Pare che Giorgio Magliocca abbia replicato al comunicato con cui stamattina il suo avversario alle elezioni provinciali Antonio Mirra ha biasimato, secondo noi con toni fin troppo civili, quella strana roba uscita fuori dalla giornata più folle vissuta dalla pseudopolitica di Caserta negli ultimi 30 anni. Mentre Antonio Mirra ha contestato le scelte dei vecchi e nuovi componenti del Cda di Gisec, in quanto sarebbe palese, ma a questo punto diciamocela tutta ed eliminiamo il condizionale, risulta palese, è evidente che queste nomine violino sia la delibera del 20 dicembre 2019 con la quale il consiglio provinciale definiva indirizzi precisi e vincolanti, secondo i quali la scelta degli organismi amministrativi di Gisec sarebbe stata ad appannaggio del presidente, che avrebbe però, effettuato la sua opzione dentro all’elenco di professionisti abilitati, i quali, partecipando ad un apposito avviso pubblico sarebbero stati vagliati dalla potestà del massimo livello esecutivo dell’Ente.

Stamattina, non abbiamo nemmeno ritenuto necessaria la pubblicazione integrale di quella delibera. Lo facciamo adesso, dato che l’argomento è ritornato a far discutere.

E qui, dobbiamo ribadire un concetto: i politici o pseudo tali coinvolti, il sottobosco che affianca, altri addetti ai lavori come noi giornalisti di Casertace, gli unici ad avere una memoria storica e un archivio che ci consente di raccontare la vicenda nei minimi dettagli, si affannano a scontrarsi oppure, come nel nostro caso, a sciorinare articoli uno dietro l’altro. Casertace lo avverte come un dovere morale assunto con noi stessi e con quella remota fiammella del racconto e della denuncia che dovrebbe rappresentare lo stabile punto di riferimento di ogni giornalista. Ma sappiamo bene che questi articoli e forse anche le ben centrate prese di posizione di Antonio Mirra non servono a un cazzo, altrimenti la band formata da Carlo Marino, dai super citati Giovanni Zannini, Antonio Luserta, Emiliano Casale, Luigi Bosco, il camorrista Raffaele Capone, in prima linea durante i festeggiamenti qualche giorno prima di essere arrestato e incarcerato per tentato omicidio, il noto narcotrafficante Francesco Amato non avrebbero vinto le elezioni per come Casertace si è prodigata, denunciando il malaffare che poi diventa figura plastica nelle facce di chi ha festeggiato Carlo Marino subito dopo la sua affermazione al ballottaggio. Se questo fosse un luogo in cui essere dalla parte della legge, cioè fare il minimo sindacale di un normale cittadino, contasse qualcosa, e mica ci voleva Casertace per far perdere Carlo Marino. Probabilmente a Sondrio, a Bolzano, a Tivoli o in qualsiasi altro Comune italiano non strettamente meridionale, ma neppure strettamente padano, uno come Carlo Marino alle elezioni non ci arrivava neppure, altro che vincerle.

Per cui, se Antonio Mirra fa bene a porre una questione di rispetto delle leggi, delle regole, che non sono solo quelle dettate dall’appena citata delibera di indirizzi vincolanti approvata dal consiglio provinciale esattamente due anni fa, ma è anche quella sancita dall’articolo 16 dello Statuto dell’amministrazione provinciale di Caserta, rispettata dallo stesso Magliocca che l’ultimo Consiglio di amministrazione della Gisec, l’ha nominato dopo aver firmato un avviso pubblico messo a disposizione di chi voleva proporsi per svolgere la funzione di governo dell’Ente strumentale delicatissimo, che gestisce ancora oggi tutti gli impianti per il trattaemento dei rifiuti insediati nel territorio della provincia di Caserta.

Ma in un posto come questo ritenere che una questione in cui si pone il problema della legge e del fuorilegge possa essere determinante, come lo è in un qualsiasi altro posto del mondo, significa vivere dentro a una campana di cristallo, completamente slegati anche da una traccia minima di conoscenza del tessuto sociale e civile, pardon incivile, di Caserta e provincia.

Per cui, se Antonio Mirra ha posto la questione in termini giuridici e Magliocca, evidentemente imbeccato dal suo mentore Giovanni Zannini, gli ha replicato facendogli in pratica un metaforico, spavaldo, arrogante e violento rutto in faccia, è perché esiste una condizione di profondo degrado culturale per la quale il popolo sovrano segue le indicazioni, con tanto di striscioni appesi alle finestre, fornite agli elettori da Raffaele Capomn e Francesco Amato, manco se si stessero tenendo le elezioni al Comune di Corleone, a quello di Ottaviano negli anni ’80 o nella circoscrizione popolare di Medellin. Qui l’illegalità non è un’emergenza, non è una febbre. Qui l’illegalità è nel cervello della gente comune. Ecco perché Magliocca può rispondere con un rutto a una questione di tipo  giuridico posta da Mirra che, ripetiamo, fa bene a fare quello che fa, ma lui che è un avvocato domandiamo pure come sia possibile che un suo collega come Massimiliano De Benedictis non ponga degli interrogativi agli organismi dell’ordine a cui appartiene nel momento in cui accetta, su ordine di Giovanni Zannini, di prestare il suo nome a questa turpe operazione.

Ci fermiamo qua perché tanto è inutile. Noi di Casertace dobbiamo fare solo una cosa: continuare a denunciare per riceverne soddisfazione materiale e morale. Questo sarà anche un popolo incivile, incolto e semianalfabeta, ma come tale si attacca agli articoli di questo giornale con lo stesso atteggiamento provincialissimo dei sedicenti benpensanti dell’ultima cittadina, dell’ultimo paesino della Sicilia ai tempi del Gattopardo. Per cui, noi non abbiamo bisogno di “beverage” e  dunque, continuiamo ad essere la variabile imprevista e spiazzante di questo sistema. Dobbiamo continuare a fare quello che facciamo, ad esprimere in libertà e nel rispetto delle leggi il nostro pensiero, difendendo il diritto di critica da cui nessun potere può sentirsi esente, senza stare lì a pensare se poi una volta o l’altra le genti di questa landa desolata rinsaviranno e cacceranno a calci i culo questi mercanti che non starebbero bene nemmeno nei suk maghrebini e mediorientali dei tempi in cui Ernest Hemingway li raccontava.

Avanti così: se Magliocca vincerà sabato le elezioni, come è anche probabile che avvenga, aggiungeremo il racconto delle cose dell’amministrazione attiva della Provincia a tutte quelle di cui già ci occupiamo da anni. Per quanto riguarda la Gisec, invece, ci siamo già portati avanti con il lavoro tempo fa. Per cui ritorneremo a parlare della vita e delle opere di certi impiegati, di certi funzionari dell’agro aversano e del buffo modo con cui aggiudicano gare d’appalto, anche da 700-800mila euro, a ben noti trasportatori con adeguato pedigree, di Casapesenna, di Villa Literno e zone limitrofe.

 

Qui sotto il secondo comunicato stampa di Antonio Mirra.

Nomine Gisec illegittime, Mirra: “Ecco gli atti e le norme che lo dimostrano”.  Il linguaggio scomposto della replica di Magliocca in relazione alla questione nomine Gisec evidenzia da un lato un palese nervosismo rispetto alle dinamiche interne di coalizione e dall’altro la chiara volontà di chi, non avendo argomenti, intende metterla in caciara, nella quale naturalmente io non intendo minimamente entrare, essendo questo il terreno sul quale Magliocca sicuramente eccelle.
Visto che la Pubblica Amministrazione si fa per atti e non per slogan o invettive, io voglio partire proprio dagli atti. La delibera 37 del 20 dicembre 2019, con la quale il Consiglio Provinciale impone al Presidente di pubblicare un avviso prima di procedere alla nomina del Cda, si deve applicare alla Gisec non solo per quanto già detto ma anche perché lo stabilisce esplicitamente lo Statuto della Provincia di Caserta (che evidentemente Magliocca da esperto della macchina amministrativa ritiene superfluo leggere) all’art. 16 (Competenze e funzioni del Presidente) comma 5 lett f (sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio nomina i rappresentanti della
Provincia negli enti, aziende, consorzi, istituzioni, società ed organismi partecipati). E tanto che si deve applicare alla Gisec che lo stesso Magliocca nel giugno del 2020, proprio per la nomina del Cda Gisec, ha pubblicato un avviso nel quale richiama espressamente la stessa delibera e alla quale Magliocca continua a fare riferimento esplicito anche quando poi nomina una commissione, con suo stesso Decreto del 31 luglio 2020, per la verifica della sussistenza dei requisiti generali e tecnici, delle cause di inammissibilità e del rispetto della normativa in materia di incompatibilità ed inconferibilità, verifica che – come provavo a suggerirgli da “inesperto” quale sono della macchina amministrativa – non può essere fatta dall’organo politico ma deve essere effettuata dall’organo tecnico-amministrativo. Allora
Magliocca, che nella sua replica richiama anche ad una continuità amministrativa – che naturalmente spaventa gran parte degli amministratori della provincia di Caserta – provi a dare una continuità innanzitutto alla sua azione amministrativa alquanto schizofrenica considerato che nel 2020 ha ritenuto necessario l’avviso e nel 2021, per la stessa nomina, non lo ritiene necessario. E’ palese che, come evidentemente suggeritogli dalla macchina amministrativa nel 2020, tale avviso è imposto dalla delibera di Consiglio Provinciale che è norma vigente unitamente allo Statuto e in questo caso Magliocca se ne discosta volontariamente e la viola solo per la necessità di procedere alle nomine a tre giorni dalle elezioni. Attendo ulteriore precisazione di Magliocca, magari con un tono più composto, istituzionale e
sulla base di argomenti squisitamente tecnico-amministrativi”. Antonio Mirra

 

AVVISO PUBBLICO cda GISEC

 

Decreto (1)