La morte di DIEGO MARADONA. Quando il boss Antonio Bardellino garantì con una banca i 13 miliardi. Vi racconto come feci quello scoop

26 Novembre 2020 - 12:50

Era il luglio del 2004. Antonio Iuliano, grande gloria del calcio napoletano e grande artefice dell’acquisto del pibe de oro, rilasciò un’intervista ad un giornale nel quale parlò espressamente del ruolo di un pezzo grosso della camorra. Durante quella giornata, il sottoscritto, da direttore del Corriere di Caserta…

 

CASERTA – (g.g.) Correva l’anno 2004, era il mese di luglio e in occasione del 20esimo anniversario dell’acquisto, da parte del Napoli, di Diego Armando Maradona, presentato al San Paolo nel memorabile pomeriggio del 30 luglio 1984, Antonio Iuliano, grande bandiera degli Azzurri, l’uomo che i commissari tecnici degli anni 60 e 70 non poterono non convocare in Nazionale, nonostante il totale dominio economico sportivo delle squadre del nord, rilasciò un’intervista a un giornale nazionale. Non ricordiamo bene se si trattasse del Corriere della Sera o de Il Mattino, ma fa lo stesso. Il sottoscritto che allora era direttore del Corriere di Caserta lesse quell’intervista in un bar, quello più grande di Baia Domizia, località in cui si era recato, non per diletto ma ovviamente per acchiappar notizie.

Iuliano, artefice materiale dell’acquisto di Maradona, operazione che lo tenne fermo a Barcellona per più di un mese in un’altalena di speranze e frustrazioni che arrivavano come un’onda dolce o tempestosa nelle radio o nelle televisioni napoletane molto importanti e potenti a cui erano letteralmente aggrappati ogni sera milioni di tifosi del Napoli, dichiarò che il via libera reale all’acquisto del pibe de oro arrivò quando un noto boss della camorra fu in grado di attivare un meccanismo attraverso il quale la Banca della Provincia di Napoli, al tempo potentissima e poi scomparsa gradualmente con il disfacimento degli apparati politico-criminali su cui era fondata, garantì con una fidejussione propria, i 13 miliardi di lire che l’allora presidente del Barça Nugnez

ma soprattutto il suo vice, vero filatore strategico, Gaspart, chiesero ed ottennero sull’unghia affinchè si realizzasse quello che al tempo fu definito e la storia ha dimostrato che fu veramente così, l’acquisto del secolo.

Quella dichiarazione mi ispirò. Allora non c’erano ancora gli smartphone che viaggiavano nella rete, ma i telefonini erano già gagliardi e tosti. Con il mio micro tack contattai un paio di mie fonti dalle parti di Casal di Principe e San Cipriano. Entrambe avevano letto la stessa intervista ed entrambe mi fecero un solo nome e un solo cognome, quello di Antonio Bardellino, uno dei tre boss di riferimento della Nuova Famiglia, cioè dei clan già insediati al tempo in cui quella che si auto definì Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo cercò di soppiantarli in una guerra che seminò centinaia e centinaia di morti e che è ben raccontata, seppur con qualche accentuazione ben romanzata, nel noto film Il Camorrista, peraltro uscito proprio nell’autunno del 1986, cioè durante il campionato che avrebbe sancito il 10 maggio dell’87 il primo storico scudetto del Napoli, festeggiato anche con il famoso murales dei Quartieri Spagnoli, meta, da ieri pomeriggio, di migliaia e migliaia di tifosi.

Svolsi qualche ulteriore verifica dalla quale venne fuori univocamente che Bardellino era in condizione di indurre quella banca a compiere un’operazione di tale rilievo. A quel punto non c’erano ostacoli per interpretare quella dichiarazione di Antonio Iuliano, svelando, nel nome di Antonio Bardellino, l’identità di quel boss della camorra, a cui l’allora direttore generale del Napoli aveva fatto riferimento.

Non è una storia nuova, dato che il titolo di apertura del Corriere di Caserta della mattina dopo trovò approfondimento in ulteriori articoli e anche nella storia di CasertaCe qualche volta l’abbiamo citato, in maniera però incidentale, parlando della vicenda criminale di Antonio Bardellino. Nel giorno in cui tutto il calcio mondiale e non solo piangono la morte di Diego Maradona ci è sembrato appropriato ricostruirlo e ripresentarlo con un racconto più articolato e dettagliato.