LA NOTA. Auto extra-lusso ed evasione Iva da mezzo milione. Nuovo corso della Guardia di Finanza di Caserta e l’attenzione della procura: una boccata d’aria buona nella lotta ai reati economici

27 Febbraio 2020 - 17:25

CLICCA PER LEGGERE TUTTI I DETTAGLI DELL’INDAGINE SULLA VENDITA DELLE AUTO DI LUSSO

SANTA MARIA CAPUA VETERE (gianluigi guarino) – Ancora un’indagine brillantissima, che assume, per la sua evidente complessità, un peso specifico anche maggiore rispetto ai pur importanti target investigativi raggiunti. Il lavoro della Guardia di finanza del Comando provinciale di Caserta ha avuto, nel periodo gestito dall’attuale struttura di comando, una configurazione rassicurante che ha riscattato, a nostro avviso, alcune poco giustificabili amnesie che in passato non hanno consentito alle Fiamme Gialle di coprirsi di uno speculare onore rispetto a quello, impresso a lettere di fuoco nelle tante ordinanze, recentemente quella dell’Interporto, giusto per citarne una delle più importanti, che il Comando provinciale di Caserta ha propiziato misurandosi sul terreno scivolosissimo delle norme tributarie, dei reati fiscali, per i quali la raccolta dei necessari “gravi indizi di colpevolezza” rappresenta un’operazione ad altissimo coefficiente di difficoltà. La Guardia di finanza che ha operato a Caserta negli ultimi 4 anni ha costruito una relazione stabile, quotidiana, quand’anche faticosa (perché questa ha comportato un aumento dei carichi di lavoro delle strutture fondamentali di comando), con le fondamentali diramazioni territoriali. E così, anche l’indagine sulla maxi evasione Iva e su quello che è diventato un traffico illegale delle auto di lusso, provenienti da tutta Europa, dà la massima soddisfazione a chi di questa attività investigativa è stata punta avanzata: la

Compagnia di Capua.

Questo discorso specifico andrebbe ulteriormente elaborato, ma per motivi di tempo e di spazio giornalistico lo rinviamo ad altra data.

Va sottolineato, altre sì, che nel comunicato stampa della Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere leggiamo che i finanzieri di Caserta e di Capua non hanno guardato in faccia a nessuno. Anzi, hanno profuso un impegno ancor più severo quando hanno scoperto che un loro collega, operante in provincia di Caserta, si era, probabilmente, comportato in maniera illegale e infedele. Questo atteggiamento inflessibile disegna, a nostro avviso, ad avviso cioè di chi c’era prima e di chi c’è ora a pubblicare e a raccontare le migliaia e migliaia di notizie di cronaca della provincia, un importante spartiacque nel percorso storico della Guardia di finanza di Caserta.

Il comando provinciale sta mostrando, dunque, un coraggio concreto e non figurativo nel guardarsi dentro. Va da sé, allora, che la credibilità e la precisione tecnica delle sue indagini abbia trovato massimo riscontro nella disponibilità offerta dalla Procura sammaritana, dalla sua massima guida Maria Antonietta Troncone, dalla sezione Criminalità economica, protagonista anche di quest’ultima indagine, guidata per anni dal procuratore aggiunto Antonio D’Amato, eletto qualche mese fa dai suoi colleghi nel Consiglio superiore della magistratura. Un’opera, quella di D’Amato, che ha lasciato una traccia, custodita dal procuratore Troncone e che sarà battuta dal Pubblico ministero, o sostituto procuratore della Repubblica che dir si voglia, Giuseppe Orso, la cui firma accompagna quella di D’Amato in calce agli atti di questa complessa struttura investigativa che smascherato quella che si configura come una vera e propria organizzazione criminale messa in piedi con meccanismi evoluti dalle due persone raggiunte stamattina da un provvedimento di custodia cautelare.

Sul fronte dei reati economici, su questa provincia, finalmente si respira un’aria più pulita