LA NOTA. CASERTA. Un miliardo vecchie lire per “comunicare” Tuoro e Puccianiello. Cos’è il Piano Marshall? Sindaco Marino, è come se avessimo accettato. Noi pronto al contropiano da uno scellino

22 Aprile 2019 - 12:31

CASERTA (g.g.)Carlo Marino, nonostante tutto, riesce ancora a farci simpatia, perché ha una personalità variegata, nel senso che in un recesso remotissimo della sua anima risiede, probabilmente, una traccia di onestà intellettuale, ma soprattutto di onestà amministrativa.

Ciò lo comprendiamo quando, nonostante la durezza implacabile dei nostri articoli, lui lascia comunque un canale aperto. Piccolo, legato alla formalità delle feste comandate, durante le quali non fa mai mancare un suo messaggio augurale diretto al sottoscritto che, ovviamente e con piacere, ricambia.

Ci piace pensare che questa azione (almeno questa) non sia uno dei tanti anelli della lunghissima catena di furbate del primo cittadino di Caserta, ma che rappresenti il riconoscimento da parte sua di una traccia di onestà intellettuale e amministrativa confinata lì, nell’angolo più remoto della sua coscienza.

Un altro po’ di simpatia, Carlo Marino la suscita in noi quando ci regala, stimolando la nostra ilarità e il nostro spirito goliardico, un’esibizione videoweb, di cui ogni politico fa sfoggio, dando sfogo alla convinzione di essere bello, bravo, intelligente ma soprattutto eloquente.

Carlo Marino, facendoci sbellicare dalle risate, ha risposto alle critiche sul progetto di comunicazione da 550 mila euro. Costruito da una società sconosciuta, la Reana Srl (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NSOTRO PRECEDENTE ARTICOLO),

senza una storia curricolare, con un solo dipendente e con 3 mila euro di capitale sociale versato, partecipata nella veste di soci da due persone fisiche, una 31enne e un 27enne. Tra questi, uno dei due, con ogni probabilità, anche dipendente.

Marino ha risposto dando l’idea che quella in ballo non è la riqualificazione, attraverso qualche opera pubblica, delle aree di Puccianiello, Tuoro e Casolla, ma un piano come quello che il Segretario di Stato americano George Marshall mise a punto per il soccorso economico dell’Italia e di altre nazioni uscite distrutte dalla Seconda guerra mondiale.

Ovviamente, di fronte a tali parole talmente leggere e che, se ci fate caso, Carlo Marino pronuncia con un sorrisino (o, come direbbe De Luca, un”sorrisetto”) stampato sulla faccia, come a significare che per un politico nella città di Caserta tutto risulta facile nel dire baggianate, dato che di fronte non c’è una cittadinanza consapevole, un corpo sociale e civile degno di questo nome. Per cui, non ci sarà una sola puttanata pronunciata davanti a un taccuino o una telecamera che sarà spernacchiata all’istante. E’ tanta l’ignoranza di questo popolo che si è imbarbarito anno dopo anno che veramente qui, se un sindaco o un politico afferma che il ciuccio vola, l’80% dei casertani ci crede.

Molto più solida e sicuramente illustrata con argomentazioni meno discutibili rispetto a quelle espresse da Marino nell’esilarante videoshow, è la mozione presentata da 5 consiglieri comunali. Non tutti di minoranza, vista che la firma promotrice è quella di Mario Russo, uno che da tempo ha ben compreso in che contesto si muove e quale sia il gradiente che tiene insieme la maggioranza di cui ancora fa parte. Un collante che ha creato diversi strati legati, tutto sommato, da equilibri che, d’altro canto, li rendono anche autonomi l’uno dall’altro. In quelli superiori, abitati da Carlo Marino, dal patriziato delle burocrazie interne e da un gruppo di imprenditori ben definito in numero e identità, la quadratura viene raggiunta grazie alla pacifica gestione di cifre a sei/sette o anche otto zeri; in quelli inferiori, il cerchio si chiude con il solo incomodo di qualche fibrillazione quotidiana, con qualche mollichella da distribuire qua e là ai consiglieri della plebe con meno pretese, ma comunque storicamente famelice, che magari hanno ancora qualche figliolo o affine da sistemare alla Publiservizi o altrove.

I 5 consiglieri chiedono la revoca automatica della determina che ha in pratica messo sul piatto i 550 mila euro che verrebbero gestiti, incanalati, distribuiti, controllati (qui veramente siamo allo scompiscio massimo), da questa società fantasma con sede in via Duomo, 380 a Napoli. Ecco perché Carlo Marino ha ragione a stamparsi sulla faccia quel sorrisetto furbino e allo stesso tempo canzonatorio, perché finanche lui, il re delle facce di bronzo in politica, quasi quasi non riesce a capacitarsi del fatto di essere riuscito ad avviare una procedura di questo tipo, che in nessun comune o ente di governo territoriale del pianeta gli avrebbero mai permesso di realizzare, ma che a Caserta sì, a Caserta si può fare, ribadiamo, per il totale disancoraggio culturale di una città divenuta ignorante perché distratta, ai tempi in cui lo Antonio Pascale lo scriveva nel suo famoso libro e poi, in un processo degenerativo irreversibile, ignava, tutto sommato consapevole e felice di esserlo.

Gli argomenti contenuti dalla mozione, citati da Mario Russo, insieme a Francesco Apperti, Norma Naim, Alessio Dello Stritto e un’altra non precisamente comprensibile firma sul documento presentato, sono finanche ovvi, tanto evidenti da essere disarmanti.

50 mila euro saranno spesi per un non meglio precisato Digital Manager, che nella lingua della new economy è definizione talmente generale e generica da poterci infilare dentro tutto e il contrario di tutto e che dunque non significa più un cazzo. 35 mila euro per la grafica, rispetto ai quali possiamo già immaginare quale sarà la direzione di percorrenza. Il resto ve lo illustreremo domattina.

P.S. Ci sono anche i soldi per la pubblicità nuda e cruda.

Probabilmente non ce ne sarebbe bisogno, visto che Carlo Marino è uomo intelligente e certe cose le capisce da sé, ma giusto per sgomberare il campo da ogni minima ipotesi futuribile di collateralismo, noi di CasertaCe chiediamo al sindaco della città capoluogo di astenersi da ogni pur cortese avances nei nostri confronti.

Sindaco, come in una frase del bonton popolaresco, che pur esiste, “faccia come se avessimo accettato“.

Noi, come sempre, ci accolleremo il peso di sostenere la democrazia. Come sempre, lo faremo neppure gratis, ma a nostre spese, materiali e immateriali. Perché ci tocca, riteniamo di dover vivere per testimoniare i valori della buona amministrazione, dell’onestà della gestione delle pubbliche risorse, della lotta senza fine alla corruzione.

Dunque, ci sarà un piano di comunicazione di 550 mila euro, letteralmente buttati al vento per alimentare il mercato delle clientele, dei nani, delle ballerine, dei parassiti, della pseudo informazione e della finta comunicazione istituzionale. Poi ci sarà CasertaCe con il suo contropiano di comunicazione che costerà un solo scellino, una moneta con impresso sopra l’emblema della libertà, l’articolo 21 della Costituzione, i valori culturali e morali che non vogliono insegnare nulla a nessuno ma che intendono solo affermare la banale verità che uno stato di diritto si fonda, per l’appunto, sul diritto, sulle leggi e su un’etica pubblica.

Tutto quello, cioè, che non è l’Italia, non è il sud, non è la Campania, non è la provincia di Caserta, non è soprattutto la città di Caserta.

 

 

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