LA NOTA. Ci dispiace per “Little Fox” che ci è simpatico, ma ENZO IODICE non può fare il direttore generale dell’ospedale, perché sarebbe mero esecutore di ordini di STEFANO GRAZIANO

22 Maggio 2020 - 19:14

Come scrivemmo lo scorso 23 luglio, quando era in lizza per la massima poltrona dell’Asl, non possiamo esimerci dal dire la nostra. Si tratterebbe di un ulteriore colpo alla credibilità di un’istituzione sanitaria già provata da alcune delle precedenti amministrazioni

CASERTA (gianluigi guarino) – Il problema è sempre lo stesso. Cioè quello da noi declinato in un articolo uscito lo scorso 23 luglio (LEGGI QUI): nulla da dire sulla persona, anzi, Enzo Iodice  ci è sempre stato simpatico e ci risulta tale anche oggi, al di là delle critiche che spesso gli abbiamo mosso sin dal tempo in cui il sottoscritto dirigeva il Corriere di Caserta e lui amministrava da sindaco il comune di Santa Maria Capua Vetere. E nulla di che abbiamo da dire anche sulla sue attitudini potenziali e sulle sue ugualmente potenziali capacità di dirigere, con carica apicale, un’azienda sanitaria locale o un’azienda ospedaliera. D’altronde, di incompetenti, di apprendisti stregoni, di inquietanti e conturbanti scippatori della funzione dirigente ne abbiamo visti e raccontati a iosa. Precisiamo maggiormente quest’ultimo concetto allo scopo di chiarire che non è assolutamente in contraddizione con quello che esprimeremo a conclusione dell’articolo che state leggendo: avere la potenzialità tecnica per dirigere una struttura complessa non significa che questa potenzialità si vada necessariamente a liberare e a svilupparsi. L’attitudine potenziale, infatti, è condizione necessaria, ma, purtroppo per il simpatico Little Fox, non sufficiente.

Iodice potrebbe far meglio di loro o comunque riuscirebbe difficilmente a far peggio di un Sarnelli, di un Di Biasio, di un Bottino, di un Menduni, giusto per citare qualche direttore avvicendatisi all’Asl e a capo dell’azienda ospedaliera di Caserta. Stavolta, come anche lo scorso 23 luglio, non si tratta della solita formuletta retorica, divenuta tanto rituale, tanto stucchevole, tanto conformista da aver creato un neologismo, cioè il cosiddetto benaltrismo.

Il problema è ben altro, perché è proprio così nel vero senso dell’espressione, cioè ben altro, questo è distinto e distante dalle qualità della persona e del professionista. Ad Enzo Iodice, che noi amabilmente come già vi siete accorti nelle prime di questo articolo, chiamiamo Little Fox, piccola volpe, cioè volpino, abbiamo spiegato di persona il senso della nostra posizione, durante una giornata ferragostana a Gaeta, dove eravamo (ovviamente) non in vacanza ma per lavoro, e incrociammo i suoi passi e quelli dell’intelligente e gentile compagna aversana. Lui ha sacrificato la professione medica, che in pratica mai ha esercitato, alla passione per la politica. Se parli con un casertano o con un sammaritano, questo ti dirà che Iodice se lo ricorda come un politico, prima come sindaco di Santa Maria Capua Vetere e poi da primo segretario provinciale del PD, appena costituito a Torino da Walter Veltroni. In pochi ti diranno che si tratta di un medico, un radiologo. Non perché non lo sia, ma perché, semplicemente, non l’ha mai fatto. E ancora, non perché non lo sapesse fare, ma perché ha preferito la politica alla professione. Una politica, per la quale, prima di chiedere ed ottenere da Domenico Zinzi, con contestuale adesione all’Udc di centro destra, la carica di direttore sanitario all’ospedale di Marcianise, con spostamento successivo al vertice del distretto Asl cittadino, ha focalizzato i suoi interessi sempre e comunque in quello che viene definito sottogoverno. Versatile, veramente poliedrico, Enzo Iodice, avendo ricoperto finanche la carica di commissario dell’Ente provinciale per il Turismo di Caserta.

Per cui, oggi, esattamente come il 23 luglio scorso, quando intervenimmo alla vigilia delle nomine direttive dell’Asl di Caserta, quando Iodice era dato in pole position per la più importante di queste, la direzione generale, dobbiamo affermare  senza se e senza ma che l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere ama e amerà sempre la politica e la lottizzazione che purtroppo ne rappresenta una delle tante degenerazioni. Un format a cui Iodice si è attaccato anima e corpo tanto che ad un certo punto della sua vita, ha cambiato non solo partito ma anche schieramento politico, passando da sinistra, dai Ds, in rappresentanza dei quali era stato sindaco di Santa Maria Capua Vetere e candidato alle elezioni europee del 1999, dal PD, nel quale assunse (come detto) la carica di segretario provinciale, all’area di Zinzi, che faceva il presidente della provincia, con una maggioranza di centro destra formata da Udc, Alleanza Nazionale e Forza Italia.

Oggi, il nome di Iodice torna alla ribalta come possibile direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e san Sebastiano di Caserta.  Ci piacerebbe sostenerlo ma purtroppo non possiamo farlo, perché questa candidatura, come quella dell’Asl, esiste in quanto Iodice farebbe sicuramente da ventriloquo a Stefano Graziano, rispetto al quale non avrebbe nessuna autonomia, dato che la sua nomina, allora come oggi, sarebbe esclusivamente frutto di un atto di forza del consigliere regionale teverolese, che dopo averlo fatto con l’Asi e con altri enti, metterebbe le mani anche su un pezzo fondamentale della sanità casertana.

Speriamo di aver garantito tutti, a partire dallo stesso Enzo Iodice, formulando pacatamente questa nostra conclusione, ad avviso di chi scrive molto logica, ad epilogo di un ragionamento che va a ribadire ciò che abbiamo già espresso nel luglio scorso. La struttura comportamentale che sviluppa il codice attraverso cui Iodice sta all’interno delle istituzioni, lo connota esclusivamente come un ingranaggio di spoil system. Farebbe il direttore generale formalmente, ma in sostanza questa carica, a 4 mesi dalle elezioni regionali, sarebbe ricoperta in pratica da Stefano Graziano.