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LA NOTA. Dov’è balneabile il mare a MONDRAGONE, C.VOLTURNO e SESSA? Stavolta anche Casertace ha cucinato la “braciola”

15 Giugno 2019 - 11:16

CASTEL VOLTURNO/MONDRAGONE (G.G.) – Ha determinato un bel po’ di confusione la notizia, purtroppo ripresa male anche da Casertace, di un’ordinanza firmata l’11 giugno come ultimo atto della sua sindacatura da Dimitri Russo, il quale, utilizzando i dati raccolti dall’Arpac, avrebbe proibito la balneazione in alcuni tratti di costa.

Perché usiamo il condizionale rispetto ad un’ordinanza sicuramente firmata? E’ perché, porca paletta, non siamo ancora riusciti a leggerla e stiamo dietro alle ricostruzioni, a dir poco ardite, della rete.

Fissiamo un punto fermo. Il sindaco pro tempore di ognuno degli 8mila e passa Comuni italiani può usare lo strumento di potestà, cioè il potere espresso da un’ordinanza, all’interno del perimetro delimitato dai confini del proprio Comune.

Non è che vogliamo perdere tempo, stamattina, a scrivere ovvietà. Siamo costretti a farlo, perché le ignoranze hanno diritto, come tutte le espressioni umane, a potersi esprimere in piena libertà.

A patto che, però, non vadano a ridurre il diritto e la libertà di starsene in pace dei, per sfortuna loro, non ignoranti.

E siccome su questa cavolata ieri abbiamo perso ore di lavoro perché non eravamo riusciti a capirci molto, bisogna stamattina precisare che il sole sorge ad est e che dunque i sindaci esprimono i propri poteri e le proprie funzioni all’interno del Comune che amministrano.

Attorno a quella notizia dell’ordinanza di Dimitri Russo, infatti, hanno galleggiato due o tre appendici che hanno donato una scarica di adrenalina e una botta di vita ad improbabili portabandiera del Campanile.

Stamattina, quando siamo andati a leggere la nostra cronaca, desunta dall’assortito scemenzario della rete, ci siamo accorti di aver aderito alla grande riforma del diritto amministrativo, perché appresso agli altri scriviamo, in pratica, che il sindaco Dimitri Russo ha lasciato un impero al suo successore Luigi Petrella, avendo annesso grazie, evidentemente, ad una guerra lampo in stile hitleriano, a quello di Castel Volturno, i Comuni di Mondragone e di Sessa Aurunca.

Tutto ciò, dimostrato nero su bianco dal fatto che quella ordinanza non chiuderebbe solo tratti di costa appartenenti al Comune di Castel Volturno, ma anche due aree appartenenti al Comune di Mondragone e una a Sessa Aurunca.

Nel dettaglio: Porto – Darsena Coppola, Foce Volturno, Regi Lagni – Villaggio Agricolo a Castel Volturno; Foce Torrente Savone e Foce Agenda a Mondragone; Sud Foce Garigliano a Sessa Aurunca.

Cos’è successo, in pratica. Gli apprendisti stregoni della rete hanno messo insieme l’elenco delle località censite come non balneabili dall’Arpac nell’annuale rapporto che viene pubblicato di solito ad aprile/maggio con l’ordinanza del sindaco, mescolando il tutto, nel piatto tipico della peculiare comunicazione casertana e poi avvolgendo il braciolone in una preparazione a cui anche Casertace, stavolta, ha fornito purtroppo il suo contributo.

Risultato: l’assessore alle Attività Produttive di Mondragone, la leggiadra signora Tramonti, è insorta. Con essa molti operatori balneari di Mondragone. E tutto sommato non hanno avuto torto nel farlo, perché in questo caso fare di tutta l’erba un fascio, peraltro alla vigilia del primo vero esodo degli spiaggisti mordi e fuggi, è molto semplice.

Perché la rete oltre a confezionar cazzate, è anche un formidabile amplificatore e moltiplicatore delle stesse. E allora, siccome le cazzate come la calunnia per il barbiere di Siviglia sono un venticello contagioso, ecco che dal Torrente Savone si è arrivati a dire, stavolta non noi però, che Mondragone non è, in pratica, balneabile.

L’impegno penitenziale che noi ci sentiamo di assumere con i nostri lettori è il seguente: studiare e ancora studiare.

Ci documenteremo, andremo a vedere se l’ultimo rapporto scientifico sul mare del litorale domizio è quello targato Arpac di un mese fa e cercheremo di dare notizie precise, rispettando tutti i diritti: quello degli operatori balneari, ma anche quello dei bagnanti-consumatori, i quali devono essere informati per quello che è. Nè di più, nè di meno rispetto a quello che è.