LA NOTA. Ecocar con l’interdittiva ha già intascato 12 milioni di euro. Prefetto Ruberti, chiami la sua collega di Latina e i commissari e si ricordi che è un uomo di Stato

3 Gennaio 2019 - 16:12

CASERTA – Chissà se il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto ha ritenuto che fosse serio, civile, democratico, istituzionale, opportuno, fare una telefonata alla sua collega di Latina Maria Rosa Trio per chiederle la ratio (con rispetto parlando per le alte istituzioni usiamo una parola acquisita da diritto privato romano) che induce i due commissari che la Trio stessa ha messo a capo della Ecocar dopo l’emanazione dell’interdittiva antimafia ad accettare l’idea di un anno e più di proroghe del servizio da parte del Comune di Caserta.

Il prefetto Ruberto avrà valutato che, al momento, in spregio, peraltro rozzo, di ogni forma di trasparenza amministrativa, la Ecocar, interdetta definitivamente per infiltrazioni malavitose, ha incassato quasi un’altra dozzina di milioni di euro senza peraltro partecipare ad alcuna gara e solo in forza delle ormai super citate proroghe.

I due commissari si chiamano Elisabetta Massone e Amedeo Tuderti ed entrambi sono anche iscritti all’elenco degli amministratori giudiziari, sempre in rampa di lancio per ricoprire questo ruolo quando il Tribunale di Latina glielo attribuisce.

Insomma, fino a prova contraria si tratta di due persone che ben conoscono la necessità di una istituzione, in questo caso del governo nazionale che rappresentano al vertice di Ecocar, di essere non solo sostanza ma anche forma in gradi di fornire un esempio di legalità praticata.

E se, signor prefetto Ruberto, lo Stato attraverso diramazioni complementari del proprio governo rende ineluttabile, stancamente rituale l’adozione dell’istituto della proroga, bollato di infamia e definito criminogeno in decine e decine di ordinanze dei tribunali, allora arriviamo a quella conclusione tutt’altro che provocatoria (CLICCA QUI) di un nostre recente editoriale in cui abbiamo scritto che un pezzo dello Stato si è reso protagonista, in maniera più o meno volontaria di un processo eversivo, divenuto forse tale per eterogenesi dei fini, ma che comunque è nei fatti.

Perché se un’impresa tu Stato la interdici in quanto in odore di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, lo fai per metterla al bando o quantomeno per sospendere a tempo indeterminato il suo diritto di partecipare a processi economici delicatissimi, quali sono, senza ombra di dubbio, le gare multimilionarie per l’aggiudicazione dei servizi di raccolta dei rifiuti.

Se poi sempre tu Stato concedi a questa impresa di continuare a percepire cifre elevatissime per di più incredibilmente al di fuori di un processo di gara, di asta pubblica, se addirittura gli regali 12 milioni di euro senza colpo ferire, senza l’incomodo di dover partecipare ad un procedimento regolato da un bando, allora tu Stato diventi complice della mafiosità e non puoi lamentarti se la gente, vedendo lì sul trono di Ecocar il signor Peppe Zampella “la porchetta”, che a 66 anni e rotti è ancora in servizio, matura la fondata convinzione che è lui il modello a cui ispirarsi, che è Peppe “la porchetta” l’uomo da ammirare in quanto capace da più di 20 anni, forse 30, di essere dirigente di un’azienda con quasi 200 dipendenti e di raccogliere uno stipendio di 4-5mila euro al mese con tanto di benefit e con la soddisfazione dell’assunzione di altri quattro o cinque rami dell’albero genealogico della sua famiglia.

Signor prefetto Ruberto, lei può anche ignorare questi articoli, come sta facendo tranquillizzato dal fatto che il mondo dello smarchettamento di regime sta tranquillo e non le rompe le scatole, entrando in quelle rassegne stampa che potrebbero essere insidiose per uno dell’establishment com’è lei.

Però noi continueremo a porre queste domande, rispettandola sempre come persona e, a questo punto, in piena rivendicazione della libertà d’opinione, sempre argomentata con continenza quale uomo di Stato.

Le faremo il prurito? Vede, la diversità del suo mondo e di quello in cui noi crediamo consiste proprio in questo: il suo mondo è legato esclusivamente ad obiettivi materiali, ad un pragmatismo che ipocritamente sbandiera le leggi durante le parate e le cerimonie, salvo poi farne strage quando di tratta di applicarle sul serio. Il nostro, invece, è il mondo del diritto naturale, la cui affermazione, intesa quale espressione anche meramente assertiva, rappresenta per noi una grande soddisfazione morale.

Già, la morale…