LA NOTA. Reggia, ribadiamo la nostra posizione: la sua mission è aumentare i numeri, ma soprattutto la qualità dei visitatori

11 Maggio 2018 - 17:31

CASERTA – (Pasman) Si dice da sempre che la notizia in senso giornalistico è quella dell’uomo che morde un cane e non viceversa. Altrove, ma non in questo paesucolo che è Caserta, che a suo dispetto ha la grana di dover essere comune capoluogo. Qui fa notizia, in prima pagina ed a titoli cubitali, che la Reggia, con una serie programmata di aperture straordinarie di martedì (come può essere straordinaria la banale apertura in una giornata altrimenti festiva secondo la pianificazione contrattuale lavorativa), ospiterà degli spettacoli, e non che qualcuno ha potuto defecare, …senza sforzo…ehm, nella sala del trono, come è accaduto e come abbiamo
documentato anche fotograficamente ieri. E come se domani dessimo, in primo piano, la notizia che all’ospedale eseguono le radiografie, e non quella che è stato eseguito, poniamo, il primo trapianto di cuore.

E dunque, tranne il nostro ed un altro giornale online che ha parlato correttamente di episodio disgustoso, nessun’altra delle tante testate nazionali, regionali, ma soprattutto provinciali e cittadine ha dato conto dell’incredibile episodio. Ed il fatto che esso non sia stato ritenuto meritevole neppure di qualche rigo non depone
certo bene, perché lascia immaginare, nei quotidiani che hanno scelto questa sorta di censura, una qual certa soggezione reverenziale, assolutamente fuori del tempo e senza ragione, verso il direttore

Mauro Felicori, in quanto responsabile del monumento, quasi lo si volesse preservare da ulteriori polemiche e dispute. Oppure lascia credere ad un malriposto campanilismo, perché effettivamente l’avvenimento ha del clamoroso e non sarebbe stata commendevole difronte all’opinione pubblica nazionale e straniera se la notizia se ne fosse diffusa.

E non vogliamo credere ad un sentimento di disdegno di chi ritiene, per supposta superiorità, di diminuirsi nell’affrontare certi argomenti, diciamo, scabrosi o reputati di basso livello. Comunque sia, tradisce l’incomprensione di quanto è accaduto perché, al di là del disgusto, esso è un indizio delle gravi inefficienze del Palazzo Reale.
Intanto ieri, senza neppure un cenno all’avvenimento, come se nulla fosse è stata tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa battezzata Segreti a Corte, che consisterà in una serie di esibizioni teatrali a pagamento, a cura di una compagnia di spettacoli appositamente ingaggiata, che si terranno negli appartamenti reali dal mese di giugno nelle giornate, appunto, del martedì.

Se l’ispirazione è la stessa della rievocazione, dello scorso gennaio, della posa della prima pietra del palazzo vanvitelliano, in cui il martello e la cazzuola di argento e avorio e la casetta di marmo storici, della vera cerimonia, furono riprodotti con una cassetta di legno per la frutta e con attrezzi da muratore ricoperti di carta di alluminio, siamo a posto ! In conclusione ribadiamo un concetto. La Reggia ha una sua attrattività propria, che le deriva dalla sua bellezza, dalla sua magnificenza, dalla sua storia ed il primato di accessi degli anni novanta, pur senza i manager, resta ancora imbattuto. Bene fa Felicori a farla conoscere quanto più possibile, ma non a discapito, come noi crediamo -per fatti concludenti- stia avvenendo, della sua conservazione, della sua sicurezza, del suo prestigio culturale, con l’accondiscendenza, sotto questo ultimo profilo, dello stesso comitato scientifico, che dovrebbe valorizzarla sotto il riguardo museale ed artistico e che invece permette le iniziative anche le più modeste, sulle quali peraltro non si è in grado neppure di vigilare, come ha dimostrato la sorte capitata al superbo leone di marmo dello scalone d’onore in occasione del
matrimonio Ammaturo.

Intanto sappiamo che i sindacati della Reggia, unanimemente tranne uno, sono sul piede di guerra, anche per queste annunciate aperture straordinarie del martedì, decise senza alcuna forma di concertazione o di informativa alle rappresentanze del personale.
Ci potrebbero essere sviluppi clamorosi.