LA STORIA. Ecco perché il re casertano della benzina Vincenzo Salzillo è accusato di vendere diesel taroccato

15 Marzo 2024 - 17:05

MARCIANISE – L’accusa nei confronti di Vincenzo Salzillo, 64enne imprenditore di Marcianise, proprietario della società Penta Petroli, che ha 6 impianti di pompe di benzina gestiti con insegna Ewa, riguarda il reato all’articolo 515 del codice penale.

Si tratta di frode nell’esercizio del commercio. L’accusa pompa di benzina situata in Lazio, lungo la strada tuscanese, nel comune di Viterbo.

Secondo le indagini della procura, le pompe di benzina di Salzillo avrebbero di distribuito per oltre cinque mesi, dall’aprile 2019, fino alla fine di settembre dello stesso anno, diesel di scarsa qualità.

L’inchiesta nasce da una denuncia fatta da un cliente siciliano che, dopo aver fatto il pieno per tornare sull’isola, eseguito dalla pompa viterbese di Salzillo, ha avuto danni ingenti alla sua vettura.

L’uomo, all’altezza di Frascineto, in Calabria, fu costretto a bloccare l’auto perché, in panne, non partiva più.

Arrivato dal meccanico, la vittima di questa frode, ora difeso dall’avvocato Domenico Gorziglia e parte civile nel processo, è stato costretto a cambiare il filtro del carburante, la valvola GR, per una specie di quasi 300 euro.

Vincenzo Salzillo indagato e poi sotto processo per questa accusa di frode, è imputato anche per sfruttamento del lavoro assieme al figlio, Charles Salzillo.