Tassa-racket a noto imprenditore edile per “mettersi a posto”. Condanna definitiva a 8 anni di carcere

6 Agosto 2023 - 11:30

SAN MARCELLINO – È stato condannato in maniera definitiva Michele De Santis, 63 anni, per il resto di estorsione compiuta nei confronti di G.M., imprenditore edile costretto con minaccia, reato compiuto con l’aggravante del metodo mafioso, a corrispondere oltre 2000 euro ripetutamente richiesti dallo stesso De Santis, Ernesto Fioravante e Massimiliano Stabile, secondo quanto accertato dalla sentenza della Corte di Appello di Napoli.

De Santis, conosciuto con il nome di Topone, già condannato in passato per un legame con la fazione Schiavone del clan dei Casalesi, aveva presentato ricorso in Cassazione contro la condanna.

Il 61enne lamentava, tra le altre cose (l’intero ricorso lo trovate nel link in calce all’articolo), il fatto che lui non si sarebbe mai presentato dall’imprenditore in compagnia degli altri soggetti ritenuti responsabili dell’estorsione.

La Corte di Cassazione ha però rigettato il ricorso presentato dall’uomo. Tra i motivi di questa decisione, che ha reso, quindi, la condanna a De Santis definitiva, c’è un passaggio proprio dedicato al motivo relativo alla mancata presenza di Topone durante le richieste estorsive.

De Santis, infatti, secondo quanto stabilito dalla Corte di Appello, passaggio citato dalla Corte di Cassazione, si era presentato all’imprenditore subito dopo la visita di Fioravante e Stabile, rimproverando la vittima del racket di aver minacciato i due soggetti di farli arrestare,

così dimostrando – scrivono i giudici – la piena consapevolezza dell’azione congiunta di diversi soggetti avvenuto poco prima“.

Sul metodo mafioso, poi, interessante la risposta che la Cassazione dà rispetto alla richiesta di annullamento dell’aggravante: “resta il fatto decisivo, non contestato, che egli, agendo per primo, aveva chiesto alla persona offesa una somma di danaro per la cosiddetta “messa a posto” di un cantiere edile, in ciò risiedendo già il metodo mafioso, tenuto conto che solo organizzazioni criminali organizzate possono pretendere somme di danaro da imprenditori in forza di una “tassa ambientale” e per la sicurezza del cantiere attraverso il controllo del territorio“.

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