L’EDITORIALE. Cosa c’entra l’arresto di Rosario Guerrazzi con il ruolo della fidanzata Anna Sepolvere, presidente del consiglio comunale? In prima battuta, nulla, in seconda e in terza, sindaco Mirra, tanto tanto tanto, tanto tanto

7 Marzo 2023 - 11:26

Noi, che abbiamo scritto tantissimi articoli sulle modalità di gestione dei parcheggi a pagamento della città del Foro, del ruolo nodale svolto in nome e per conto di Nicola Leone dal sindacalista Alfonso Sepolvere, papà della presidente, non possiamo esimerci da un’analisi, che rivolgiamo soprattutto al primo cittadino, con il quale ci piacerebbe confrontarci

di Gianluigi Guarino

E’ anche comprensibile che la vicenda giudiziaria, evolutasi negativamente fino alla condanna definitiva di Guerrazzi, riporti, attraverso un processo logico o apparentemente logico (visto che a rigor di cultura liberale proprio logico e automatico non è), al nome della famiglia Sepolvere.

Ora, ha perfettamente ragione il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mirra, quando dice che Guerrazzi non è un componente dell’amministrazione comunale, né del consiglio comunale e non è lui a guidare la massima assemblea della rappresentazione democratica cittadina.

Non ci piove. E se stamattina stiamo scrivendo la nota che state leggendo è solo perché, in passato, molto ci siamo occupati della storia, controversa e spesso opaca, della gestione dei parcheggi a pagamento nella città di Santa Maria Capua Vetere e delle pagine, in essa scritte, relative a un ruolo crescente che mano mano hanno assunto i protagonisti di questa trama.

Già quindici anni fa, intrattenevo a lungo9 i lettori del sottoscritto, che poi sono diventati anche lettori di CasertaCe, sulla figura di Nicola

Leone. Persona intelligente e valido professionista, per carità.

Ma sempre il sottoscritto, che la sa lunga, anzi lunghissima, sulle cose di Santa Maria Capua Vetere, essendosene occupato diffusamente, tanto, ma proprio tanto tanto, ai tempi della sua direzione del Corriere di Caserta, sa bene che la parabola politico professionale di Leone è stata connessa strettamente alle vicende relative alla gestione dei parcheggi.

Dentro quella trama c’erano e ci sono molti personaggi: pseudo-imprenditori, pseudo-sindacalisti, pseudo-parcheggiatori. Insomma, un’umanità composita che, fino a quando ha vissuto nei suoi ranghi, facendo il proprio mestiere di titolari di potestà grandi e piccole e molto discutibilmente esplicitate in questa attività lucrosissima, ha rappresentato, giornalisticamente, un target molto interessante, ma sicuramente convenzionale, con un professionista e politico locale, ovvero Nicola Leone, in attività permanente a tutela di certi equilibri familiari-sindacal-imprenditoriali, e dall’altra parte questa umanità composita, variegata, a volte stravagante, ma a volte anche inquietante, che ha affollato l’area di erogazione di quello che è un pubblico servizio divenuto mano mano nel tempo, un servizio a domanda individuale e dunque fonte di introito e a forte gettito da parte dei comuni.

In questa comunità composita e variopinta, il signor Alfonso Sepolvere ha svolto sempre una funzione significativa e fondamentalmente eseguita in nome e per conto di Nicola Leone, con cui ha stabilito un connubio tanto stretto da portarlo ad aprire un suo CAF proprio all’interno dello studio professionale del Leone.

Maledetti i database che si scassano. Perché se noi fossimo riusciti a conservare tutti gli archivi, a partire dal 2010, anno di fondazione di Casertace nella sua versione “.net”, saremmo in grado di offrire ai nostri lettori un numero a due cifre di articoli riguardanti anche il ruolo del sindacalista Sepolvere all’interno delle cooperative che hanno gestito i parcheggi nella città del Foro.

L’ingresso diretto in politica di questa famiglia, però, si è configurato come un punto di svolta che ha reso la questione non più convenzionale e l’ha proiettata al di là delle consuete valutazioni sulla discutibilità, obliquità della gestione dei parcheggi.

Si è registrato, infatti, una sorta di salto di (poca) qualità. Perché i Sepolvere, evidentemente incoraggiati da Nicola Leone, che ne ha sostenuto senza riserve il loro cimento elettorale, hanno ritenuto di portare in prima linea, in esposizione la loro storia, il loro portato di relazioni, i loro metodi con cui hanno gestito gli equilibri all’interno del sistema dei parcheggi.

Perché, parliamoci chiaro, il sindaco Mirra apprezzerà sicuramente la nostra franchezza: i Sepolvere esistono come personaggi a cifra pubblicistica solo in relazione a ciò che fanno come attività sindacale, in un meccanismo in cui essere sindacato si configura, così come insegna la storia dei movimenti di rappresentanza dei lavoratori, soprattutto quelli americani, come una modalità di presenza e di azione che va al di là della missione che la Costituzione italiana affida alle rappresentanze sindacali.

Dunque, automaticamente, sia da un punto di vista politico, sia da un punto di vista elettorale, questa famiglia reca con sé la sua storia, le sue esperienze da cui, sicuramente, trae anche quella linfa che dà vigore, nella consiliatura precedente a questa, all’elezione in consiglio comunale di Anna Sepolvere, figlia del sindacalista, e, successivamente, nella consiliatura in corso, all’ascesa, voluta e propiziata da Leone, della stessa Sepolvere alla presidenza del consiglio comunale della città.

Non so se avete notato che noi, non casualmente, al di là dell’incipit, non abbiamo citato nessuna valutazione sul rapporto sentimentale e dunque personalissimo tra Anna Sepolvere e Rosario Guerrazzi, di cui la Procura generale presso la corte di Appello di Roma, nell’esercizio di una funzione che l’ordinamento attribuisce alle procure, ha computato la somma delle condanne passate in giudicato. Ed essendosi accorta che tale conteggio supera le cifre limite per le quali possono essere applicate, in fase di esecuzione, anche misure alternative al carcere, non ha potuto far altro che disporne l’arresto.

Non abbiamo parlato del rapporto tra i due fidanzati perchè argomento delicato, non da trattare alla carlona, bensì, va correttamente sviluppato.

Dunque, ragioniamoci un attimo sopra: cosa c’entra questa vicenda giudiziaria con quella politica riguardante la famiglia Sepolvere e riguardante Anna Sepolvere, fidanzata di Guerrazzi?

Se la questione viene posta in questi termini, cioè attraverso una domanda nuda e cruda, non c’entra niente. Non c’entra niente senza se e senza ma perché, se sostenessimo il contrario, liberali lo saremmo solo a chiacchiere, in quanto le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, quelle dei fratelli sulle sorelle e viceversa, quelle dei mariti sulle mogli e viceversa, ben che meno quelle dei fidanzati sulle fidanzate.

La vicenda che ha portato all’arresto di Guerrazzi serve, però, non tradendo cultura e principi del liberalismo, a riflettere ancora una volta sulla questione-Sepolvere.

E noi possiamo permetterci di farlo, in quanto da tempi non sospetti, in quanto da tempi non attraversati, non incrociati dalla vicenda giudiziaria personale di Guerrazzi, sostenevamo che il mondo dei parcheggi a tariffa della città di Santa Maria Capua Vetere andava liberato da meccanismi di tipo protezionistico, dalle forme di quella che era solamente un’apparente tutela sindacale, ma che in realtà si configurava come un circuito chiuso di interessi e di redditività economica e politica, nel quale Alfonso Sepolvere era fulcro e cinghia di trasmissione effettiva e operativa.

Un sistema tenuto in vita e vivificato da quel quieto vivere, garantitogli sempre o quasi sempre dalla politica locale, fino ad arrivare alla sua massima espressione di rappresentazione, nel momento in cui l’esperienza amministrativa di Antonio Mirra si è relazionata con quella di Nicola Leone, assumendo, rispetto ad essa, anche un rapporto di dipendenza o, quantomeno, il riconoscimento dell’esistenza di una diarchia di fatto.

In poche parole, e concludiamo, il fatto riguardante il fidanzato della presidente del consiglio comunale Anna Sepolvere, entrambi doverosamente rispettati e trattati con i guanti bianchi in questo articolo, diventa una sorta di proposizione incidentale, visto e considerato che ci sono i liberali, ma ci sono anche quelli che, all’americanamaniera, stabiliscano una sorta di responsabilità oggettiva di chi ricopre una carica istituzionale di fronte alle disavventure dei propri congiunti, diretti o acquisiti.

Tu puoi essere liberale fino al midollo, ma non puoi sfuggire dall’evocazione nel momento in cui incontri la vicenda giudiziaria di Rosario Guerrazzi.

E sa perché, sindaco Mirra? Perché il processo logico che ha portato Anna Sepolvere ad assumere la carica di massimo esponente del più importante organo rappresentativo della città che ospita il tribunale, non è estraneo a dinamiche relazionali con un certo mondo che ritiene di guadagnarsi il pane al netto del codice penale.

Nemmeno il sindaco Mirra può negare questo aspetto della questione, che nulla ci azzecca con l’impronta sentimentale, la quale, in prima battuta, connota il rapporto tra Rosario Guerrazzi e Anna Sepolvere.

Il fatto è rilevante è rappresentato da quella che in apparenza si rappresenta come variabile casuale, ma che in realtà non variabile casuale non è.

Come, infatti, capita spesso quando si tengono in piedi degli equilibri complicati, ritenendoli di averli messi in sicurezza politicamente, al punto da potersi consentire certi lussi, come quello dell’ascesa (ce lo conceda, sindaco, un po’ decadente e vagamente decadentista) della famiglia Sepolvere e del suo portato alla massima carica del consiglio comunale, succede qualcosa che, come detto, non può essere definito solo casuale, come un evento sfortunato.

In quel mondo, in quel portato, infatti, ci sono tante storie, tante vicende che si tengono insieme l’una con l’altra, che vivono e continuano a produrre conseguenze in base ad equilibri solo apparentemente consolidati, forse solo perché non disturbati, ma che in realtà sono molto labili, al di là dell’apparenza.

Questa è, a nostro avviso, la modalità con cui va utilizzata la vicenda giudiziaria di Guerrazzi, che è una delle tante proposizioni incidentali che, per la legge dei grandi numeri, non possono essere tenute tutte al riparo da brutte sorprese.