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L’EDITORIALE. FENOMENOLOGIA DI UN MEGALOMANE. De Luca (come sempre) umilia le leggi e i cittadini. Si fa vaccinare e pubblica la foto

27 Dicembre 2020 - 19:10

Gianluigi Guarino

 

Che il governatore De Luca sia afflitto da una forma molto seria della sindrome di Hubris (CLICCA QUI PER LEGGERE COSA NE DICE LA SCIENZA) rappresenta per noi una certezza ormai matematica.

E che questo tipo di Problema, che ai nostri occhi si configurava come evidente come tale sin da marzo, cioè dai primi giorni dei provvedimenti anti pandemia, abbia generato e generi ancora negative conseguenze sulla vita dei cittadini campani, sull’economia della nostra regione, è circostanza ormai acquisita dopo almeno 100, forse 120 articoli, frutto di un lavoro durissimo, da noi compiuto, attraverso i quali abbiamo espresso, utilizzando una versa e propria messe di documenti a dimostrazione della nostra tesi.

Solo i cittadini campani o meglio la maggior parte di essi non se ne sono accorti perché soffrono di un’altra sindrome, storicamente rilevata e mai veramente battuta: un individualismo becero, banale, “piccolo piccolo” come il borghese del famoso film con Alberto Sordi, firmato Mario Monicelli, tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami. Un individualismo che non permette di creare una vera comunità di cittadinanza, in un territorio tanto arretrato che bastano quattro chiacchiere, un po’ di slogan di un De Luca per appecoronare questo popolo superficialissimo.

Per cui, la barzelletta del giorno non suscita alcuna sorpresa. Vincenzo De Luca è infatti un megalomane nel senso letterale di questo termine. E un megalomane non conosce freno inibitore o, almeno, non lo conosce rispetto ai codici classici che potrebbero anche costituire una noiosa camicia di forza, se di mezzo non ci fosse la “banalissima” ragione che qui stiamo parlando del massimo rappresentante istituzionale della terza regione italiana. La megalomania non è solamente una forma espressiva, a volte fastidiosa, a volte spassosa per chi la osserva, a volte pericolosa come ci ha dimostrato, del resto, la storia con molti esempi il più delle volte dolorosi. La megalomania diventa pericolosa quando la persona in questione, essendo titolare di un potere importante, riesce ad imporre il suo mondo a quello di tutti gli altri, regolato inizialmente da un contratto sociale che determina la relazione tra funzione e persona, tra istituzione e cittadino.

Quello che sta succedendo in Campania appartiene a tale modalità: Vincenzo De Luca si fa fotografare, stamattina, mentre un infermiere gli pratica un’iniezione di vaccino anti covid.

Dunque, seguendo il ragionamento che abbiamo fatto fino ad ora, il contratto sociale citato, che non è certamente uno strumento perfetto di armonia collettiva, ma rappresenta comunque un punto di riferimento per evitare il caos, si è configurato, per quanto riguarda l’importantissima questione-vaccini, con una sua espressione tipica, quella legislativo-normativa, cioè attraverso quelle regole illustrate dal ministro della salute Speranza ed approvate dal Parlamento nella prima settimana di questo mese. Regole, fortificate e solennizzate proprio dal citato voto parlamentare, con le quali vengono stabiliti ordine e priorità nella grande operazione di vaccinazione collettiva.

Non è che bisogna andare a cercare quali fonti. Basta leggere le linee guida del ministero e si apprenderà che esistono vincoli insuperabili di tipo normativo che impongono un ordine secondo il quale il vaccino dovrà essere iniettato in questi giorni solo e solamente agli operatori sanitari e agli ospiti di r.s.a., che sta per “Residenze per anziani”, luogo in cui, com’è purtroppo arcinoto, si è consumato un vero e proprio olocausto, con migliaia e migliaia dei vite mietute durante la prima fase della pandemia.

Il megalomane dotato di potere non accetta questo equilibrio e dunque si chiama fuori dal contratto sociale. Questa volta non può neppure aggrapparsi a quella autentica stupidaggine che il Governo ha inserito nei suoi decreti e che gli consente, da Presidente della Regione, di disfare, dopo mezz’ora tutto ciò che Conte e i suoi ministri decidono.

Stavolta, infatti, nelle norme emanate dal Governo, non c’è alcuna postilla, nessuna possibilità di deroga. De Luca è un 71enne. Non sappiamo se sia o meno afflitto anche da qualche patologia fisica. Ma se anche fosse, questo non gli consentirebbe lo stesso di ricevere il vaccino superando l’ordine stabilito dal Ministero. Questo, dunque, può accadere, come è effettivamente accaduto stamattina, solo al di fuori  e in violazione dal contratto sociale, fuori dall’ordinamento dello Stato, che il governatore della campania, vero eversore, considera carta straccia sin dal marzo scorso. Se dunque, questo qui si vaccina e soprattutto si fa fotografare, è perché si ritiene al di sopra delle leggi e dunque anche al di sopra dell’ordinamento nazionale.

D’altronde, il megalomane vive per stare al centro dell’attenzione. Dunque, De Luca si prepara a spiegare con quella che potremmo definire scientificamente “l’ovvietà del megalomane”, la decisione di farsi vaccinare o meglio di imporlo all’operatore sanitario che, deve aver necessariamente ricevuto un ordine da qualcuno per fare quello che ha fatto, solo e solamente per dare un esempio.

MA questo esempio, dato al di fuori delle previsioni normative, può essere estrapolato, come eccezione in un paese democratico, solo e solamente dal gesto del Capo dello Stato protetto, il quale, attenzione, non è che potrebbe farlo così, velocemente, ma dovrebbe spiegare il motivo, dovrebbe convincere tutti dell’importanza, per emblematicità istituzionale, del suo gesto. Un segno tanto possente ed esemplare, da rendere accettabile, solo e solamente di fronte ad una emergenza nazionale e mondiale senza precedenti, come quella che stiamo vivendo, quella che sarebbe una deroga alla Costituzione, la quale sancisce che non esiste persona o carica, neppure quella del Presidente della Repubblica, che possa soverchiare per importanza la legge e il suo primato assoluto.

Ecco perché il gesto di De Luca è eversivo. Siccome a questo qua nessuno gli fa un TSO, introducendo nel discorso il problema, un po’ come successe con il grande presidente dell’Indipendenza Tunisina Bourghiba, della capacita di intendere e di volere, l’unica cosa che rimane per quelli come noi che, per dottrina liberale, credono nel primato del diritto, è quello di denunciare. Sappiamo bene che non faremo molti proseliti per i motivi socio-antropologici di cui abbiamo scritto a inizio di questo articolo, ragionando sulle caratteristiche dell’indigena popolazione. Ma è l’unica cosa che possiamo fare e dunque la facciamo.

In conclusione, non basta più Maurizio Crozza, divenuto a questo punto un amplificatore che giova solamente alla crescita del grado di notorietà del governatore. Nella rappresentazione di De Luca, va utilizzato invece il registro che tanti anni fa ispirò quell’importantissimo film di Charlie Chaplin, in cui questi interpretò la famosa scena (CLICCA QUI PER VEDERLA) degli abbracci quasi erotici con il mappamondo.

E indovinate com’era intitolato quel film?