L’imprenditore Raffaele Pezzella arrestato. Magliocca dice di non saper nulla di quella super gara, ma, pazzesco, quell’anno ha assunto al comune di PIGNATARO la figlia del dirigente Del Prete

17 Dicembre 2021 - 18:16

Qualche dovuta riflessione nostra esposta nel rispetto dello stesso presidente-sindaco ma anche nei confronti di una necessità di essere intellettualmente onesti. In calce all’articolo il verbale che sancisce l’assunzione di Marina Del Prete

 

PIGNATARO MAGGIORE (Gianluigi Guarino) Non abbiamo avuto il tempo fino ad ora di acquisire e di leggere il testo integrale delle 500 e più pagine dell’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Benevento Loredana Camerlengo che ha disposto, tra le diverse altre cose che ha pure deciso, gli arresti per Raffaele Pezzella, noto imprenditore, in verità noto e anche chiacchierato per le dichiarazioni su di lui rilasciate da collaboratori di giustizia fondamentali, come Antonio Iovine detto o’ninno, uno dei capi del clan dei casalesi.

Siamo rimasti, dunque, ad una gara truccata, la cui contestazione peraltro ha retto molto bene al vaglio del tribunale del Riesame di Napoli che ha confermato gli arresti domiciliari per Pezzella, di cui però non si riesce a stabilire l’interfaccia. Noi abbiamo già scritto che al tempo dell’asse stradale Caserta-Monti del Matese l’ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta era diretto da Antonino Del Prete, coadiuvato dal suo braccio destro geometra Giampaolo Mattucci.

E abbiamo anche scritto che la gara truccata secondo la procura di Benevento e anche secondo il gip del tribunale sannita, ebbe come Rup Giampaolo Mattucci, cioè il già citato discepolo del “maestro” Antonio Del Prete mentre presidente della commissione fu proprio quest’ultimo.

Ciò, di per sè, non significa nulla. Ma se quella gara fu truccata, vuol dire che qualcuno nella commissione si prestò e vuol dire che il responsabile unico del procedimento si distrasse e non colse certe situazioni. Si distrasse lui e si distrasse Del Prete. Non siamo ancora riusciti a raccogliere il dato dell’identità degli altri componenti della commissione aggiudicatrice. A quel punto, non ci sarà discussione, non potranno sussistere ancora dubbi: tra i 4, qualcuno ha contribuito a truccare la gara per l’aggiudicazione della progettazione al super ingegnere beneventano Carlo Camilleri e al gruppetto dei tecnici a lui collegati in un raggruppamento temporaneo di professionisti.

Ok, non sarà stato Del Prete, non sarà stato Mattucci. E allora, deve essere stato, in maniera luciferina, furbissima, al punto da fregare un uomo navigatissimo, di grande esperienza, qual è indubbiamente Del Prete, uno degli altri componenti della citata commissione.

La premessa è d’obbligo perchè noi, a certe affermazioni, dobbiamo arrivare in piena garanzia non perdendo mai di vista le garanzie che devono essere assicurate a chi è chiamato in causa dai nostri articoli. Il presidente della provincia Giorgio Magliocca, prima di rendersi protagonista di una delle operazioni più turpi delle amministrazioni casertane, quella appena consumata con un atteggiamento da padrone del vapore, da uomo del saloon, da vero e proprio braccio armato del consigliere regionale Giovanni Zannini, ha accolto il nostro invito portandoci di persona una cartellina di colore giallo contenente gli atti di questa gara.

Confessiamo che, da quel giorno, il succedersi degli avvenimenti e la stretta attualità della Gisec non ci hanno permesso neppure di aprirla. La settimana prossima lo faremo, al di là di quello che sarà l’esito delle elezioni provinciali di domani, sabato 18 dicembre, di cui onestamente non ci frega un fico secco.

Rimaniamo dunque a ciò che, su quella gara, abbiamo scritto nei giorni dell’ordinanza di Benevento e che stasera abbiamo ribadito, su Raffaele Pezzella, su Antonino Del Prete, su Giampaolo Mattucci. In pratica, rimandandovi al ragionamento appena effettuato.

Questa gara fu lavorata nel corso di larga parte dell’anno 2019, da marzo ad ottobre.

Ora, per mera coincidenza e fino a prova contraria, il 29 novembre, in pratica, poco più di due anni fa, Marina Del Prete vinceva il concorso con un solo posto disponibile che le permetteva l’assunzione a tempo indeterminato a part-time 18 ore settimanali, al comune di Pignataro Maggiore, dove Giorgio Magliocca era sindaco e dove Giorgio Magliocca è ancora oggi primo cittadino.

Il verbale sintentico di quel concorso, lo potete leggere in calce a questo articolo nella sua versione integrale. Guardate, noi non mettiamo in discussione, ovviamente sempre fino a prova contraria, le qualità della signora o signorina Marina Del Prete, figliola di Antonino Del Prete. Non sappiamo se in quel periodo partecipasse ad altri concorsi in altri luoghi. Sappiamo invece che, tra i 7.904 comuni italiani, l’unico in cui, mai e poi mai, Marina Del Prete avrebbe dovuto partecipare ad un concorso pubblico, era quello di Pignataro Maggiore, amministrato dal presidente della Provincia, il quale, per anni, e ancora in quei giorni, era stato ed era in relazione diretta con suo padre Antonino, capo dell’ufficio tecnico.

Giorgio Magliocca e noi siamo sempre stati pronti a riconoscierglielo e glielo riconsciamo ancora, ha fatto, della sua vicenda carceraria, una sorta di biglietto da visita, una sorta di fiore all’occhiello che ha sfoggiato anche nel corso di trasmissioni nelle reti nazionali.

Diciamo che l’aver subito una ingiustizia così come è stato definitivamente sancito dal riconoscimento, da parte dello stato, per ingiusta carcerazione, ha rappresentato, da un lato, una prova durissima che sicuramente Magliocca si sarebbe risparmiato volentieri, dall’altro lato, è servita a tenere in ottima linea di galleggiamento, la sua immagine personale e politica.

Detto questo e riconosciuto questo, non è che noi abitavamo sul pianeta Marte, dal 2000 ad oggi, cioè da quando un Magliocca giovanissimo ha cominciato a far politica attiva, facendo già il sindaco di Pignataro, aspirando in maniera evidente alla carica di presidente della Provincia già nell’anno 2010, quando invece poi il centrodestra gli preferì Domenico Zinzi. Se Magliocca non si è reso colpevole del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, così come hanno sancito tutti i processi, le sue scelte operate da uomo politico, sono state sempre discutibilissime, partendo da certi suoi interlocutori, assurti, da imprenditori del settore delle multiservizi e dei parcheggi a pagamento, oggi riferimento a D’Alonzo è puramente voluto, al rango di numeri due e numeri tre dell’amministrazione comunale di Pignataro.

In pratica, per noi, non è stato mai uno stinco di santo. E dunque, tutto sommato, quello che è successo negli ultimi giorni alla Gisec, e il fatto che Magliocca abbia stretto un sodalizio fraterno con Giovanni Zannini, non ci ha sorpreso, perchè se Magliocca, come hanno sancito tutti i processi, non è un camorrista e non è un concorrente esterno del clan dei casalesi, se su queste cose è stato vittima di ingiuste accuse, che invece giustamente gli sono state risarcite moralmente e materialmente, è anche vero che lui appartiene alla categoria dei politici autenticamente spregiudicati. Se non fosse stato così, non avrebbe dovuto trovare in Zannini e nel suo mondo dei Luserta, dei Capriglione, dei Nicola Esposito, degli Anacleto Colombiano, dei Salvatore Martiello che lo assunto addirittura al comune di Sparanise, e che domani, se non lo voterà lui lo farà votare, unitamente a quanto faranno i suoi colleghi di Lusciano e di San Marcellino, interlocutori adatti al suo carattere, gente con cui è riuscito a capirsi al volo.

Nei giorni dell’ordinanza di Benevento, Magliocca, almeno nei nostri confronti, ha sempre voluto sottolineare l’indipendenza, l’inconsapevolezza dei processi amministrativi appartenenti, per effetto della legge Bassanini, alla potestà dei dirigenti rispetto ad ogni possibilità di intervento dei livelli politico-istituzionali.

E vogliamo dire anche che sia così. Ma se lo diciamo, abbiamo il dovere morale di essere onesti intellettualmente al punto da dire che un presidente della Provincia suscita più di una perplessità nel momento in cui sostiene, come Magliocca fa, che lui delle gare di appalto di Del Prete e dunque della sequenza di aggiudicazione a Raffaele Pezzella, compresa quella pesantissima relativa alla strada Caserta-Monti del Matese, non sapesse assolutamente nulla. 

Se Magliocca vuole replicare, eviti gentilmente di rompere le scatole sulle chat, prenda la penna e scriva la sua versione dei fatti utilizzando la carta intestata del presidente della Provincia di Caserta o quella del sindaco di Pignataro Maggiore.

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