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LO SPREAD DI CASERTA. Dopo il fallimento della gara truccata da 116 milioni, si riparte con 170€/ton per l’umido

10 Febbraio 2019 - 11:57

CASERTA (g.g.)Carlo Marino, nei mesi pericolosi delle fitte relazioni intessute dalla sua amministrazione comunale con l’ormai arcinoto Carlo Savoia, era convinto di chiudere il pacchetto della nuova gara d’appalto da 116 milioni di euro in maniera da affidare al vincitore, che come abbiamo visto dalle indagini della Dda doveva essere lo stesso Savoia che aveva messo in campo due delle tre aziende in campo, l’EnergetikAmbiente e il consorzio Cite, l’intera gestione, l’intera filiera, dalla raccolta allo smaltimento, compreso quello della frazione umida che poi avrebbe dovuto trovare il suo coronamento nella messa in opera dell’impianto di biodigestione di Ponteselice, a 300 metri dalla Reggia.

Quei birbantelli dei magistrati della Dda si sono messi a rompere le scatole e hanno fatto saltare un’operazione che, dagli atti giudiziari fino ad oggi emersi era, in pratica, già bella e chiusa.

E allora, che si fa? Niente di nuovo. Si continuano a pagare cifre da capogiro ad imprese specializzate per il settore singolo dello smaltimento delle frazioni umide che poi sono fondamentalmente due: quella contrassegnata dal codice Cer 20.02.01, sfalci d’erba e potatura, e quella contrassegnata dal codice Cer 20.01.08, rifiuti biodegradabili di cucine e mense.

Leggendo la determina che pubblichiamo in calce ci sentiamo un po’ più giovani, nel senso che sembriamo rivivere gli anni 2012,2013,2014 ecc…, durante i quali, con la Impresud

di Iavazzi  in formidabile combinazione con l’allora dirigente Carmine (e tutto dire) Sorbo per poco, ma proprio per poco, non sfondarono, altro che spread, la soglia psichiatrica, più che psicologica, dei 200 euro/tonnellata.

Oggi non arriviamo a quei livelli ma il dirigente Franco Biondi, uno che per mentalità, formazione e cultura non può che essere un continuatore di Carmine Sorbo si sta muovendo verso quella direzione. 155 euro più Iva del 10% fanno 170 euro a tonnellata. Questo è messo nero su bianco nell’affidamento per due mesi, dal primo gennaio al 28 febbraio, garantito alla Gesia alla famiglia Sorbo di Casapulla.

Insomma, il disavanzo nel rapporto tra ricavi e costi nell’aria rifiuti continua ad aumentare. E magari il comune di Caserta potrà brevettare in futuro uno status giuridico speciale, quello di “dissestato cronico”. Ovviamente il primo marzo Gesia avrà un altro contratto da due mesi che poi è una forma di proroga surrettizia, una roba simile rispetto a quella che è stata attuata, salvo poi una mezza marcia indietro successiva ai nostri articoli, al comune di Casagiove a favore della Inchem.

Il settore dei rifiuti produce i soldi giusti e facili da diventare l’ineguagliabile cartina tornasole di tutte le nefandezze della nostra politica, della nostra burocrazia e dei figuri che la popolano.