MADDALONI. L’alfabeto dei nomi d’arte dei boss in erba: Ken, Jack che calano pasta e prendono caffè

1 Maggio 2018 - 13:19

MADDALONI – L’epoca dei soprannomi che hanno sempre contraddistinto criminali di grandi, medie e piccole dimensioni, sembra essere tramontato. Almeno a Maddaloni. Questi la droga se la facevano, la vendevano e chi si metteva di traverso, “mazzate e pistolettate”. Per cui non stupisce se, dopo il regno di Antonio Esposito, il suo successore Antonio Mastropietro si indossa di gradi di generale col nome di battaglia di “Ken”, manco fosse un guerrigliero sandinista. Forse è stato un vorace telespettatore dei cartoon di Ken il guerriero. Ma insomma, come si suol dire, fa molto più look Ken che Antonio o’ saponaro.

Giustamente avendo introdotto l’uso anche un primo “collaboratore” di Ken Mastropietro, si è mosso nella stessa direzione. E così, il terzo Antonio della storia (a questo punto non è improbabile dal superamento di questa ossessiva omonimia) cioè Tagliafierro si è scelto il nomignolo di Jack. E Jack, onestamente, sa più di antico, di rusticissimo western, di wisky da saloon servito in quei bicchierini di vetro piccolissimi che il più delle volte finivano in faccia al barman o a qualche avventore che aveva osato troppo. Esaurita la nominalistica personale, passiamo a quella, diciamo così, professionale: le solite frasi in codice per spostare la droga da una parte all’altra. Ne abbiamo scelte due: “cala la pasta” che si riferisce probabilmente più alla sostanza che all’azione che la riguarda. Oppure come risponde Padovano a Mastropietro, “prendiamoci il caffè”.

E’ possibile che questo linguaggio criptico troverà soluzione nelle intercettazioni che andremo a studiare nei prossimi giorni. Non ve lo garantiamo, ma dovrebbe essere così.

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