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MARCIANISE. Denuncia alla Corte dei Conti: “Ecco le prove che il sindaco Velardi si è fatto pagare i permessi illegalmente”

16 Aprile 2019 - 10:00

MARCIANISE – Noi il consiglio ai marcianisani, che fino a qualche anno fa consideravamo un popolo strutturalmente intelligente, glielo diamo.

Più di questo non possiamo fare. Investite un quarto d’ora del vostro tempo a leggere la copia dell’esposto alla Corte dei Conti che di qui a qualche ora sarà spedito ai giudici del controllo economico degli enti pubblici e che si occuperà esclusivamente dei 200mila euro di permessi dal lavoro presi a valanga da Velardi.

Presi. L’uso di questa parola non è casuale. Presi e non assegnati, così come la legge, a partire dall’articolo 79 del Tuel, stabilisce. Presi e certificati da una scarna dichiarazione di Onofrio Tartaglione, mai come in questo caso sodale, più che amico del cuore del primo cittadino.

Inutile costruire in questo articolo una parafrasi del ricorso alla Corte dei Conti. Vi consigliamo di leggerlo perché oltre alle affermazioni, vi sono allegati anche documenti incontestabili.

Qualche esempio veloce. Il giorno 19 novembre 2018 il segretario Tartaglione attesta la presenza del sindaco Antonello Velardi alla riunione della giunta comunale, orario di inizio 14:30.

Alle 16, come il sindaco scrive sul suo celeberrimo ma sempre più opaco diario, Velardi era presente a un convegno svoltosi nella capitale, di cui scrivemmo anche noi a suo tempo.

Ciò è affermato nell’esposto, ma è anche provato dalla pubblicazione del certificato di Tartaglione e del post del primo cittadino.

Basta cliccare sul link in calce a questo articolo.

Avere un permesso rimborsato da un Comune o dall’ente per il quale si svolge una funzione pubblica, fermo restando la decisione di non mettersi in aspettativa, è un problema complesso.

La legge, ma soprattutto le interpretazioni giurisprudenziali della stessa Corte dei Conti e del Consiglio di Stato, sono molto restrittive.

Restrittive in maniera inversamente proporzionale all’allegria del certificatore, che, chissà perché, in quel suo attestato – come farà anche in seguito con tanti altri – indica l’orario di inizio della riunione della giunta, ma si guarda bene, come avrebbe il dovere di fare, di indicare in verbale eventuali arrivi e abbandoni da parte dei singoli assessori, compreso il sindaco, ma soprattutto l’orario in cui la seduta termina.

Ma poi se ci mettiamo quello, il discorso della verifica sul convegno a Roma, sulla giornata trascorsa a Milano, sui tre giorni a Trieste, come si giustifica?

Va a finire che Velardi, l’uomo della legalità, in combutta con “Il Mattino”, che nell’esposto viene giustamente chiamato in causa come lassista e poco avvezzo al controllo sui movimenti di un suo dipendente, è costretto poi a utilizzare quasi sempre i commi 4 e 5 del citato articolo 79 del Tuel che regolano la fattispecie dei cosiddetti impegni collaterali, cioè non direttamente svolti all’interno del Comune.

Questi impegni collaterali non si possono sfruttare a tempo illimitato, ma c’è un monte ore limitato, c’è la complessa necessità di un’autocertificazione che comprenda la descrizione minuziosa di ogni spostamento.

Di cose del genere non c’è traccia negli uffici del Comune di Marcianise.

Ma attenzione, però: la legge, in questo caso la giurisprudenza, è rigida anche sugli impegni ordinari. La Corte dei Conti, infatti, interpreta la legge in questo modo: il permesso è limitato al tempo occorrente per la esplicazione della propria funzione. Un minuto dopo la conclusione della stessa bisogna ritornare sul posto di lavoro.

Comunque questa relazione tra lo spazio, inteso come movimenti del dipendente tra il proprio ufficio e quella della pubblica istituzione che rappresenta, e il tempo in cui questo si sviluppa devono avere una precisa definizione.

Tanto è vero che il dipendente deve dar conto anche del tempo occorrente a tornare alla propria base lavorativa, esibendo scontrini e attestati di percorsi stradali e simili.

C’è ancora qualcuno che non ha capito perché il sodale Tartaglione non inserisce, molto spesso, l’orario di conclusione delle riunioni?

 

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