MARCIANISE. Non è da Tso, ma è lucida eversione: vuole accompagnare i Vigili nel controllo dell’applicazione della sua ordinanza illegale, sperando forse in qualche incidente “a uso scorta”

23 Marzo 2021 - 12:05

È vergognoso che la provincia di Caserta non abbia gli anticorpi del Diritto per evitare cose del genere e che costringa noi a scrivere l’ennesimo articolo contenente l’Abc. Velardi ha scritto cosa senza precedenti nella storia: la sua ordinanza “supera e aggiorna i limiti imposti dalle disposizioni nazionali e regionali”

 

 

MARCIANISE (G.G.) – Agli imprenditori commerciali di Marcianise ribadiamo la preghiera formulata ieri.

È doveroso reiterarla alla luce di quel che abbiamo letto dentro all’ordinanza con la quale il sindaco Velardi ha decretato la chiusura, a partire dalle 14 di bar e ristoranti (CLICCA QUI), i quali già provati dalle disposizioni durissime di una zona rossa sancita da un decreto legge, cioè da un solenne strumento costituzionale, aperto alla modifica del Parlamento, che di qui a circa 50 giorni dovrà, pena la sua decadenza, trasformarla in legge dello Stato; ora si vedono recapitare tra capo e collo una incomprensibile – razionalmente destrutturata – ordinanza del sindaco che forse neppure un Nerone incavolato o un Caligola pazzoide avrebbero mai firmato.

E allora, siccome se leggiamo questo provvedimento ci troviamo di fronte a una situazione di irrazionalità, abbiamo il dovere, fino a prova contraria, di cercare un senso, finanche inconfessabile, ad una cosa che altrimenti un senso non ce l’ha.

Letta in maniera nuda e cruda, l’ordinanza andrebbe accolta con l’accondiscendenza e l’atteggiamento di chi asseconda con grande prudenza una persona che può diventare, di lì a poco, pericolosa, in modo da accompagnarla senza provocare danni a lei stessa o ad altri in un’area sanitaria in cui la scienza offra la possibilità di rinfrancare anche solo in parte la lucidità perduta.

E allora, siccome siamo ancora convinti che esista una struttura logica in quello che fa il sindaco di Marcianise, stiamo qui a ripetere ai commercianti di non reagire o di farlo con l’arma della legalità, recandosi in Prefettura per chiedere al delegato del Ministro degli Interni, il prefetto Ruberto, se un sindaco, stanti tutte le norme in vigore sul Covid, abbia o meno il potere di sviluppare misure tanto pesanti e rivoluzionarie rispetto a quelle varate con il supremo strumento del decreto legge, dall’ultimo Consiglio dei Ministri.

In Prefettura non potranno rispondervi di sì, cari commercianti.

Quello che non dovete fare, invece, è esacerbare i toni, arrabbiarvi in modo tale da sviluppare qualche discorso sopra le righe.

Vi sveliamo una cosa che forse non sapete: ieri sera, dalla riunione del Coc, è emersa l’idea del sindaco di accompagnare personalmente la pattuglia dei Vigili, che sarà guidata dal vice-comandante Fedele, nel controllo sul rispetto della sua ordinanza. Un’ordinanza scritta da uno che ha violato, già da aprile scorso, le norme Covid, venendo sanzionato dai Vigili Urbani, e che poi ha contribuito alla diffusione del contagio attraverso le modalità con cui ha festeggiato la sua vittoria elettorale senza rispettare le regole di distanziamento e dell’obbligo di portare le mascherine.

Quindi, capiamo che uno così ti toglie, come si suol dire in gergo popolare, “i paccheri dalle mani”.

Non è escluso (e il fatto che abbia detto di voler essere presente fisicamente durante i controlli, conferma questa possibilità) che voglia provocare l’incidente, il casus belli, facendo leva cinicamente sullo stato d’animo di persone che da un anno hanno intrapreso la strada della povertà, a differenza sua che, licenziamento a parte, ha guadagnato 10mila euro al mese per una vita.

Tutti i fatti di queste ore portano a ritenere che l’ordinanza, le modalità con cui il sindaco intende farla rispettare, non siano disconnesse dalla giusta, doverosa, iniziativa della Prefettura di Caserta, che ha riavviato, stavolta nel rispetto rigoroso delle procedure di notifica previste dalla legge, la fase che dovrà portare al ritiro della scorta di cui “questo qua” gode da anni.

Perciò bisogna sopportare e trovare strade istituzionali per contrapporgli la serena consistenza di atti normativi assunti dal governo in una situazione di stato d’emergenza vigente.

Qui non c’è più niente di lontanamente collegabile a una dinamica di normalità, ad una forma di conflittualità istituzionale in cui le componenti che si scontrano o polemizzano tra di loro, lo fanno arrivando fino al punto di non ritorno che separa il perimetro della Costituzione Italiana da quello dell’eversione rispetto a questa.

Abbiamo esagerato? Leggete cosa scrive testualmente nell’ordinanza: “Le disposizioni si applicano sull’intero territorio comunale, inclusa la zona commerciale e produttiva, superando e aggiornando i limiti imposti dalle disposizioni nazionali e regionali”.

In poche parole “questo qua”, con un’ordinanza sindacale, cioè con un atto amministrativo stricto sensu, dichiara – non scherziamo, perché è così – l’indipendenza dall’Italia del Comune di Marcianise, che da oggi magari si chiamerà “Sultanato di Marcianise”.

Scrivendo che l’ordinanza, che è atto amministrativo, supera e aggiorna le disposizioni nazionali, è tutto lo Stato di Diritto che se ne va a ramengo.

Un’ordinanza amministrativa trae il suo carattere precettivo dalla legge e solo dalla legge. Non esiste una autonomia normativa se questa non è delegata dalla Costituzione, così come capita, per esempio, per le Regioni le quali nelle materie precisamente definita dalla carta approvano e applicano le leggi regionali.

Sono le uniche fonti del Diritto. Di un Diritto che però tutela l’importanza, l’autorevolezza, di quelle aree di formazione di leggi e norme che hanno una maggiore legittimazione democratica.

Siamo una Repubblica Parlamentare e anche il governo Conte è stato molto criticato per aver abusato dello strumento amministrativo dei Dpcm.

Anche questo ha indotto Draghi a rientrare nell’alveo costituzionale che integra l’urgenza, equilibrandola con la potestà suprema del Parlamento, con la previsione dello strumento del Decreto Legge.

Tutti gli atti amministrativi, dai decreti ministeriali o del Presidente del Consiglio fino ad arrivare all’ultimo regolamento di condominio, esistono perché sono ispirati e determinati dalla legge, e dunque non possono diventare (ma guardate un poco stamattina a che cosa siamo costretti a da arrivare perché non c’è nessuno in grado di spedire un’ambulanza a Marcianise) produttori di strutture normative.

Mai visto nella storia che un sindaco emendi le disposizioni nazionali.