MARCIANISE. Velardi primo cittadino, primo abusivo e ora anche primo evasore fiscale

15 Giugno 2022 - 18:23

Leggendo qualche giorno fa un post del sindaco e stimolati da un’interrogazione presentata dal consigliere di opposizione Dario Abbate…

 

 

MARCIANISE – Dario Abbate fa il suo lavoro di consigliere di opposizione e pone, nell’interrogazione che ha presentato nei giorni scorsi, una serie di questioni, a nostro avviso molto serie e meritevoli di essere approfondite, eventualmente confrontate con altre sensibilità valutative.

Impostando il discorso in maniera asciutta, poniamo ai nostri lettori di Marcianise delle domandine semplici semplici a cui noi, ovviamente, risponderemo esprimendo l’idea che questo giornale ha maturato sulla vicenda della mezza casa abusiva in cui vive Antonello Velardi, ma che sono comunque a disposizione di chiunque volesse ragionarci sopra e magari rispondere in maniera difforme dal nostro punto di vista.

Prima domanda: Antonello Velardi, da sindaco di Marcianise, ha propugnato e realizzato gli abbattimenti di alcuni manufatti costruiti in difformità e/o abusivamente in città?
Qui è difficile dissentire, perché basta consultare gli archivi dei giornali, finanche quelli di chi non si chiama Casertace, per trovare ampio riscontro al nostro responso affermativo.

Seconda domanda: il sindaco Velardi, presenziando alle attività di spegnimento innescatosi in una casa abusiva operate dai Vigili del Fuoco, che della sua presenza ingombrante e delle sue parole si lamentarono, per giunta e non poco, inveì nei confronti del proprietario di quella residenza, che aveva ed ha un nome, Pasquale Trombetta?
Sì e riteniamo che anche in questo caso ci sia poco da discutere, visto che gli strascichi di quella polemica hanno trovato riscontro nelle esposizioni, nelle pubblicazioni social del primo cittadino, che al Trombetta ne disse di cotte e di crude in quanto lui aveva edificato un manufatto patentemente abusivo.

Terza domanda: è vero o no che i Carabinieri si siano recati a casa di Antonello Velardi, qualche anno fa, per notificargli l’atto giudiziario infra-procedimentale da cui risultava la sua posizione di indagato per quello che al tempo era ancora un presunto abuso edilizio?
Vedi sopra. I racconti e le cronache non lasciano adito a dubbi.

Quarta domanda: il sindaco Antonello Velardi ha evitato il processo per abuso edilizio grazie a un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, a cui avrebbe potuto rinunciare perché era nelle sue facoltà, facendo sì, da uomo delle istituzioni, che altre istituzioni dello Stato compissero il loro dovere giudicandolo?
E pure in questo caso chi sa qualcosa, lo dica adesso o taccia per sempre.

Quinta domanda: il sindaco Velardi è diventato o meno un reo confesso dell’abuso compiuto nel momento in cui ha chiesto, la prima volta il 20 maggio 2020, la seconda volta – in riscontro al diniego opposto dall’ufficio Tecnico del Comune – nell’agosto dello stesso anno, una variazione della destinazione d’uso, considerata quasi irricevibile dal dirigente Anacleto Fuschetti, il quale ribadendo forte e chiaro che quella porzione di casa in viale Kennedy 73 di Marcianise era stata costruita in totale difformità al titolo ricevuto in occasione del rilascio del permesso a costruire dell’anno 2003, poi ribadito nell’anno 2004, ne ha ordinato l’immediato abbattimento?

Sesta domanda: quanto tempo ha impiegato l’Ufficio Tecnico del Comune di Marcianise per svolgere la sua attività di controllo e verifica sulla rispondenza tra quello che Velardi aveva dichiarato in fede lo scorso 13 dicembre, rivendicando la piena ottemperanza dell’ordinanza di Fuschetti, e la realtà dei fatti?
È vero che questi tempi molto comodi oggi non permettono più di stabilire se quell’autocertificazione rappresentasse pienamente lo stato delle cose del sottotetto di Velardi il giorno 13 dicembre 2021?
Assolutamente sì.
In questo caso siamo, però, sempre pronti a ricrederci se qualcuno dell’Ufficio Tecnico o se la comandante Guglielmina Foglia dovesse dimostrarci che il 14 o il 15 dicembre il Comune di Marcianise si è recato a casa del cittadino Antonello Velardi per verificare se quello che aveva scritto nella dichiarazione fosse vero o falso.

Settima domanda: il lavoretto, che la settimana scorsa è stato mostrato ai Carabinieri, ritornati a far visita a quel sottotetto, è stato svolto a regola d’arte?
C’è stato un effettivo ripristino dello status quo ante?
Quel massetto di cemento incardinato allo scopo di rimettere in ordine le misure delle altezze totalmente violate dall’abuso, è stato poggiato su altro vil cemento o per caso sotto, magari protetto da un telone di plastica, c’è rimasto il prezioso pavimento di residenza.
Qui diciamo un nì, che non significa no.

Occorrerebbe un controllo più approfondito, ma anche in questo caso chi sa qualcosa la dica ora o taccia per sempre.

Ottava domanda: negli anni in cui Velardi ha utilizzato comodamente l’area del sottotetto come un elegante appartamento, quei metri quadrati abusivi, ma usati per risiedere, per abitare, per guardare la tv, per fare in bagno il servizio grande e quello piccolo, sono stati computati a quelli del resto della casa in modo da inviare eque cartelle, eque bollette relative alla tassa sui rifiuti e all’Imu?
Secondo noi, no, ma siamo qui e certo non ci basta quello che il consigliere Abbate prefigura nella sua interrogazione. Se dovesse essere come pensiamo, non ci sono tanti dubbi normativi che l’obbligo al pagamento delle tasse e delle imposte comunali riferite a manufatti immobiliari, sia stato allegramente violato non solo dal cittadino Velardi dal 2004 al 2016, ma dal sindaco Velardi dal 2016 ad oggi con l’eccezione del breve periodo commissariale in cui è tornato ad evadere il fisco da semplice cittadino.

Conclusione: nel 2017 e nel 2018 Velardi riempiva i social delle sue amenità impugnando la spada del bonificatore, dello sterminatore di ogni abuso edilizio.
Due anni dopo si è dimostrato, come dice giustamente il povero Pasquale Trombetta, che lui è l’abusivo numero 1 di Marcianise.
Abusivo reo confesso, ma sostanzialmente impunito, perché lui, mandando le ruspe scortate da telecamere e dal suo piglio da conducator all’acqua pazza, ha abbattuto le case dei poveri cristi, mentre la sua è ancora in piedi, viva e vegeta, in una condizioni che avrebbe in sé tutti gli elementi per diventare scintilla di una rivoluzione di popolo, come sarebbe successo nella Francia della fine del 18esimo secolo.
Abbandonata, per ovvi motivi, la trincea del sindaco anti-abusivismo, sempre Velardi lo scorso 9 maggio è entrato, armato di tutto punto, dell’irriducibilità di un Torquemada macchiettaro in quella del sindaco implacabile persecutore di tutti gli evasori, di quei cattivoni della zona industriale che hanno fatto il comodo loro, di quegli altri ladroni degli studi professionali, così come scrive nel post che pubblichiamo in calce.

Forse gli porta anche iella, o semplicemente, ritenendo di poter dare lezioni di moralità e legalità, consente a noi di prendere spunto ogni volta dai suoi scritti per svolgere un’attività che diventa un gioco da ragazzi con chi la legalità la pratica a chiacchiere.
Se non avesse scritto questa ennesima stupidaggine, non avremmo fatto mente locale sulla forte possibilità che, come successe per gli abusi edilizi, oggi succede per le evasioni fiscali che lui sia contemporaneamente il primo abusivo della città e il primo evasore fiscale della città.