MONDRAGONE. La giornalista Maria Assunta Cavallo aggredita. La nostra solidarietà e il nostro punto di vista sull’accaduto

28 Dicembre 2022 - 11:07

Al riguardo è stata presentata una denuncia-querela nei confronti dei titolari della Dragon Gas

MONDRAGONE (g.g.) La passione testimoniale della nostra giornalista Maria Assunta Cavallo è un dato di fatto che non ha bisogno di essere ulteriormente puntellato con contenuti celebrativi. Le centinaia di articoli e di video servizi prodotti negli anni da Maria Assunta Cavallo le danno la piena legittimazione professionale e per noi di CasertaCe è stato sempre un piacere lavorare con lei che nessuno sforzo ha mai lesinato per affermare e difendere il suo diritto dovere di informare anche in nome di questa testata con cui collabora da anni. Se un licenziamento avvenuto nei giorni scorsi la Dragon Gas, azienda mondragonese che opera nel settore della distribuzione del prodotto energetico, è ritenuto da Maria Assunta Cavallo iniquo e anche ingiusto, ben difficilmente la si potrà accusare di portar avanti una tesi pregiudiziale e non perfettamente in linea con una convinzione equa ed oggettiva. Ingiustificabile e vergognoso è l’utilizzo delle armi della violenza verbale e fisica da parte dei titolari della Dragon Gas nei confronti della giornalista mondragonese. E’ chiaro che la volontà di mostrare elementi concreti, solidi, di riscontro ad una serie di elementi raccolti implica a volte la necessità di ingressi nella proprietà altrui. Ma questo atteggiamento che magari può risultare fastidioso a chi ne è oggetto, ma non per questo deve poi sviluppare una reazione violenta, trova la sua ragion d’essere nella serietà delle tematiche affrontate dalla giornalista che, partorite in un contesto privato, finiscono per aver un indubbio rilievo pubblico visto e considerato che la tutela dei diritti dei lavoratori è in tutto e per tutto un valore, un principio di ogni democrazia realmente insediata.

Bene ha fatto, dunque, Maria Cavallo a presentare una denuncia-querela nei confronti del titolare di quest’azienda. Che poi, a pensarci bene, se uno non ha nulla da nascondere ed è a posto con la coscienza non ha alcun problema a mettere a disposizione del giornalista tutte le informazioni e tutte le inquadrature possibili e immaginabili, fermo restando, ripetiamo, che può anche non mostrarsi così collaborativo e costruttivo, può anche pregare l’operatore dell’informazione di accomodarsi all’esterno della proprietà privata, può anche al limite cercare di dirimere la questione dell’equilibrio tra il diritto all’informazione e quello della tutela della proprietà privata. Ma da questo ad alzare le mani, ad aggredire, a proferire addirittura minacce di morte ce ne passa e se il signor Pellegrino, rispetto al quale ci mostriamo ampiamente disponibili qualora volesse esercitare il terzo diritto in ballo in questa vicenda, cioé quello di replica, ha reagito in questo modo, l’idea che in quell’azienda le cose non vadano nel verso giusto, non funzionino in armonia con leggi e normative se non diviene certezza, per carità, assume i connotati di una verosimiglianza che, tutto sommato, rende indovinata, congrua, la scelta giornalistica di Maria Cavallo al di là della ragion d’essere che l’ha potuta istigare.