Muore in seguito a trasfusioni infette effettuate al Cardarelli: il Ministero della Salute costretto a pagare dal giudice

6 Luglio 2019 - 17:34

CARINARO (T.P.) –  Tragica storia quella accaduta nel lontano 1988 presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, quando una donna, infettata a seguito di trasfusioni di sangue praticate durante il ricovero, ha poi a sua volta infettato il marito. Risarcita la famiglia della persona deceduta.
È  stata la commissione medico ospedaliera di Caserta ad accertare dapprima il nesso tra le trasfusioni e la patologia epatica della signora e poi successivamente il contagio al marito a seguito di rapporti con il coniuge. Successivamente la patologia del povero pensionato ha avuto un peggioramento che lo ha portato dopo cure e ricovero alla morte nel 2013. Dopo la morte la moglie richiedeva il riconoscimento dell’assegno  una tantum, un beneficio che viene accordato a coloro che decidono a seguito delle complicanze epatiche. In questo caso però la Commissione di Roma nega il beneficio.
Avverso tale responso i familiari del povero pensionato ricorrono in via amministrativa e poi successivamente in via giudiziaria Nel 2017 inizia la causa che viene incardinata presso il tribunale di Napoli nord al  giudice Cucinella.  Dopo una battaglia fra note mediche e consulenze il tribunale di Aversa riconosce il nesso tra le complicanze epatiche ed il decesso del povero pensionato di Carinaro (assistito dall’avvocato Maurizio Albachiara)  e quindi condanna il Ministero della Salute a pagare 77.834 euro.