PROCESSO A FRANCESCO ZAGARIA E ANTROPOLI. Sul banco dei testimoni i carabinieri delle indagini a parlar di intercettazioni

2 Dicembre 2020 - 19:10

CAPUA (red.cro.) – Prosegue il processo a carico di Francesco Ciccio e’ Brezz Zagaria, di Carmine Antropoli, ex sindaco di Capua, e degli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela. Trattandosi di rito ordinario, ogni fattore, ogni elemento che ha contribuito alla formazione dei gravi indizi di colpevolezza, valutati come tali da un Gup e dunque condizione unica per il rinvio a giudizio, vengono in pratica azzerati sulla base del principio sul quale si è basata la riforma del codice di procedura penale, che la prova dev’essere formata in sede di dibattimento. E allora, come sempre capita, anche i componenti dei corpi di polizia giudiziaria, in questo caso i carabinieri della compagnia di Capua, devono sottoporsi ad esame e controesame del testimone ad opera delle parti processuali, cioè della pubblica accusa, della difesa, della parte civile e naturalmente anche del tribunale, che può integrare con sue domande sia l’esame che il controesame del teste.

Come sempre capita in casi del genere, la prima domanda posti a chi ha svolto le indagini riguarda le modalità con cui sono state captate le intercettazioni telefoniche ed ambientali, allo scopo i stabilire se le procedure previste dalla legge siano state o meno rispettate.

L’ex sindaco, per la Dda, si sarebbe accordato con la fazione guidata da Michele Zagaria, attraverso l’imprenditore Francesco Zagaria (omonimo del boss), per avere sostegno elettorale, dando in cambio appalti.