RIDIAMO PER NON PIANGERE. Il sindaco Marcello De Rosa si farà sospendere per un improvviso contenzioso. In questo modo farà le elezioni regionali e coglionerà la legge

28 Luglio 2020 - 17:11

PROVINCIA IMPUNITA, TERRA DI NESSUNO. Questa barzelletta sarà raccontata domani a Casapesenna. In calce all’articolo, l’atto con cui viene integrato l’ordine del giorno

CASAPESENNA (g.g.) – Ormai non ci sono più parole da spendere e non vogliamo neanche enfatizzare più di tanto la notizia. Non perché questa non sia, a nostro avviso, scandalosa e sintomatica di una mentalità forse autenticamente inqualificabile, ma semplicemente perché noi di CasertaCe da anni e anni meniamo doverosamente scandalo di fronte a ciò che succede dentro a strutture che appartengono all’Italia, intesa come Repubblica Italiana, e che purtroppo la rappresentano.

Per cui, se oggi ci mettiamo a scrivere il solito articolo che abbiamo scritto tante volte sulla vita e le nuove opere del sindaco di CasapesennaMarcello De Rosa, non faremmo altro che reiterare un’azione e un’attenzione che, seppur densa di argomenti solidissimi e di motivazioni, rimane lì impunita, ma soprattutto rimane lì ad attestare che in questa provincia, in questo Agro aversano si va avanti a colpi di furbizia, con la sistematica distruzione di ogni elemento, di ogni contenuto che ricolleghi di un rappresentante dello Stato alla responsabilità di un minimo sindacale di etica pubblica. E allora facciamoci quattro risate. Ridiamo per non piangere. Qui sotto leggerete il testo di una convocazione “cotta

e mangiata” di un consiglio comunale già previsto ma che si arricchisce, si fa per dire, di una trovata sconcertante: quando mancano, infatti, circa due settimane al momento in cui ogni sindaco che intende candidarsi al consiglio regionale, dovrà lasciare la sua carica, viene fuori che Marcello De Rosa ha un contenzioso con il comune di Casapesenna.

Una premessa: non sappiamo chi abbia materialmente redatto questa nota che integra l’ordine del giorno della seduta di consiglio comunale, convocata oggi in prima battuta e domani in seconda, ma onestamente, segretario Cirillo, uno è portato ad attendersi da un sindaco, un presidente del consiglio o da un segretario comunale, un italiano leggermente più decente. Per carità di patria non entriamo nel merito, ma se qualcuno di questi tre avesse qualcosa da dire, matita rossa e matita blu, ci confrontiamo sillaba per sillaba.

Insomma, già la forma evoca un clima di cialtroneria politico-istituzionale, che si materializza nel momento in cui questo contenzioso tra De Rosa e il comune salta fuori, manco a dirlo, proprio ora, nel momento in cui il sindaco avrebbe dovuto dimettersi senza se e senza ma, per onorare il concetto insito nella norma che è uno e uno solo: bisogna tagliare con una cesoia, nettamente e completamente, il rapporto tra il candidato al consiglio regionale e la carica di sindaco di un comune. Quando scriviamo che bisogna utilizzare la cesoia, significa che non deve sopravvivere nessuna condizione che porti un cittadino, in questo caso un cittadino di Casapesenna, ad essere condizionato, nell’esercizio della sua funzione di elettorato attivo, dal fatto che il candidato sia anche sindaco oppure tornerà a farlo solo desiderandolo, ascrivendo alla propria potestà il fatto di poter indossare la fascia oppure di abbandonarla definitivamente.

E’ mai possibile che al momento della programmazione dell’ordine del giorno non si aveva coscienza dell’esistenza del contenzioso, al punto di dover integrare in fretta e furia la struttura dei lavori dello stesso Consiglio? Succederà che, domani, De Rosa farà votare questa incompatibilità con conseguente sospensione dalla carica, fino al momento in cui deciderà o non deciderà di cancellare questa lite (o presunta tale) che ha con il comune che amministra.

Attenzione, questa storia non l’ha inventata De Rosa. Il copyright ce l’ha un altro campione di ogni grammatica politica e di grammatica tout-court, stiamo parlando dell’eccentrico e piuttosto discutibile ex sindaco di San Marcellino, Pasquale Carbone, che 5 anni fa fece esattamente la stessa cosa. Dopo essere uscito dalle elezioni regionali con un risultato deludente, eliminò il contenzioso, trattando il comune come una porta girevole, e tornò in carica. Un arzigogolo giuridico che tradisce il senso, l’autentica ratio della legge, consentirebbe, infatti, di candidarsi al consiglio regionale in uno status di sindaco sospeso. Subito dopo le elezioni, se uno è stato eletto in consiglio regionale, non sana il contenzioso nato all’improvviso e decade. Qualora, invece, il sindaco furbacchione non è eletto, paga la contravvenzione (ipotizzando che si tratti di questo), sana il vulnustorna ad indossare la fascia.

Ripetiamo, la notizia principale non è più costituita da questi atti cafonal-sconcertanti di chi amministra (ari-si fa per dire) la cosa pubblica di questa provincia. Oggi il fulcro è il fatto che l’impunità di cui questa gente ha goduto negli anni, li ha indotti a pensare di potersi consentire di tutto. Ma proprio di tutto.

La provincia di Caserta, in questo caso Casapeseena, è ormai no-limits. Fuori legge da un punto di vista escatologico, strutturale. Qui siamo veramente nella terra di nessuno.