S. MARIA C.V. E’ ufficiale: il Melorio non diventerà “il lazzaretto” del Coronavirus. Giusto, ma se questo è avvenuto solo per politica, è vergogna pura

4 Aprile 2020 - 11:43

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Fino a 24 ore fa sembrava pressoché ufficiale la decisione di fare a Santa Maria Capua Vetere, nell’ospedale Melorio, quello già fatto, non in maniera brillantissima, in verità, a Maddaloni: un centro di ricovero e assistenza per i malati di Coronavirus. Con lo schema di Maddaloni questo avrebbe comportato la chiusura delle altre attività con il trasferimento di alcune di queste nell’ospedale dismesso di Capua.

Una gran cazzata. Perché da un lato si ammetteva, da parte della Regione, che alcuni ospedali dismessi, come noi abbiamo dal primo giorno scritto, erano utilizzabili, dall’altra parte, quasi a voler deluchianamente esprimersi per partito preso, in spirito di contraddizione, si spostavano dei servizi e dei reparti di Santa Maria a Capua e a Santa Maria ci faceva l’ospedale del Covid. Questa appena raccontata, era, ripetiamo, più di un’ipotesi. Al punto che a Santa Maria Capua Vetere in molti erano già insorti, temendo, tutt’altro che infondatamente, secondo noi, che una volta persi i reparti il Melorio non li avrebbe più recuperati. Lo stesso timore espresso da tanti anche a Maddaloni.

Assodato che questa idea fosse totalmente sbagliata al punto che noi di Casertace eravamo pronti ad un articolo molto duro un secondo dopo l’ufficializzazione della stessa, una domanda va posta, anzi va liberata nell’aria, perché tanto i governanti della Campania hanno la faccia come il culo, e ugualmente tutte le loro derivazioni come sono sicuramente i direttori generali delle varie Asl e delle varie aziende ospedaliere.

Ma su quale base, una decisione già presa, come emerge chiaramente dal contenuto del post, pubblicato dal sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mirra la cui versione integrale riproponiamo in calce a questo articolo, l’Asl di Caserta e “il quartetto Cetra” (De Luca-Postiglione-Verdoliva-Giulivo) hanno ritenuto fino a 12 ore fa, che questa del Melorio rappresentasse la migliore della situazione per fronteggiare il Coronavirus e poi, 12 ore dopo, hanno revocato tutto?

Se alla base della loro decisione ci fosse stato, per una volta, il riconoscimento di un errore compiuto, di una valutazione, in verità l’ennesima, sbagliata, di un’impostazione strategica densa di incognite, allora, per una volta anche Casertace, riconoscerebbe questo atto di coraggio. Per esempio, in quindici anni, non abbiamo mai registrato un De Luca che ammettesse, senza se e senza ma, un proprio errore.

Se invece, come riteniamo, la marcia indietro è avvenuta per motivazioni di tipo politico, perché magari Enzo Iodice, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, con il quale Stefano Graziano ha lottizzato finanche il posto di coordinatore strategico per il contagio dell’Asl, si è consultato con Antonio Mirra, l’attuale sindaco nonché ex suo assessore, allora si merita una critica ancora maggiore di quella che avremmo fatto nel caso in cui questa idea folle fosse andata in porto.

E questo per un motivo molto semplice. Nelle decisioni di un qualsiasi governante, in questo momento drammatico, ci devono essere solo valutazioni di tipo tecnico-sanitario. L’idea del Melorio è sbagliata perché tecnicamente e sanitariamente è tale e non perché una normale cofecchia politica, roba di sempre nei tempi ordinari, ha fermato l’operazione perché questa poteva tradursi in una perdita di consensi elettorali per il sindaco Mirra o per Graziano alle prossime elezioni regionali.