S.MARIA C.V. Secondo il presidente della Provincia Magliocca, lo Stir non puzza. Grandinata di vaffa dalla rete. Il nostro punto di vista

11 Settembre 2019 - 21:01

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Giorgio Magliocca, pur avendo militato per diversi anni in consiglio provinciale, non ha memoria di cosa sia stato in termini nefasti quello che oggi chiamano Stir e che una volta si chiamava Cdr, cioè quell’impianto, costruito ai tempi dell’amministrazione di Enzo Iodice, che tratta i rifiuti a un passo dal carcere, che si affaccia dunque sulla 7bis e che, dall’altra parte, guarda al rione Sant’Andrea di Santa Maria Capua Vetere, comune del cui perimetro fa parte.

Non lo conosce perchè altrimenti, da politico avveduto e scaltro qual è, non avrebbe dichiarato a Geo Nocchetti del tgr Campania, che il cattivo odore, di cui in tantissimi si lamentano a Santa Maria Capua Vetere, non proviene sicuramente dallo Stir. 

Non l’avrebbe detto perchè la storia recente di Santa Maria Capua Vetere, precisamente quella degli ultimi 20 anni, è connotata proprio dal grave problema delle emissioni del Cdr-Stir, che hanno ammorbato decine di estati ai residenti di zona Sant’Andrea, ma, spesso e volentieri, quando il vento era più disteso, anche a quelli del centro storico di Santa Maria Capua Vetere.

Non si tratta di un’affermazione frutto di un punto di vista. Ci sono fatti documentati, manifestazioni popolari e decine e decine di fotografie che il sottoscritto ha pubblicato, già nell’anno 2002, al tempo in cui ero direttore di un Corriere di Caserta che riprendeva il suo trend di crescita per avviarsi verso i record, ormai imbattibili, di vendite stabiliti negli anni 2004 e 2005.

Le fotografie ritraevano le gambe martoriate di persone di ogni tipo. Anziani, ma anche ragazze e ragazzi che non potevano permettersi neppure di indossare gli shorts nel periodo estivo, perchè insetti molto diversi dalle zanzare e che erano di sicura provenienza Cdr, infestavano letteralmente le serate e anche i pomeriggi, costringendo migliaia di sammaritani a star tappati con le imposte serrate.

Non c’era una serata, in quel periodo, in cui anche noi, che ci recavamo a Santa Maria Capua Vetere spessissimo, non avvertivamo quell’olezzo pesantissimo e col passar del tempo tipicissimo a cui, ad un certo punto, la gente cominciò ad abituarsi.

Dunque, la puzza dello Stir non è leggenda, ma è storia certificata da prove inconfutabili. E siccome non sono trascorsi due secoli, ma una quindicina di anni, in tanti, a Santa Maria Capua Vetere, certi odori (si fa per dire) li sanno riconoscere con abilità superiore a quella del setter da punta, grazie alla capacità garantita da un’esperienza maturata mefiticamente nell’arena del disagio.

Magliocca queste cose le ignora. Ed è perciò che ha rilasciato queste dichiarazioni nell’intervista al tgr, formulando un’affermazione avventata, nel momento in cui ha parlato dei provvedimenti, alcuni, per amor di verità, anche positivi, che l’amministrazione provinciale ha assunto per fronteggiare il problema della chiusura temporanea, ma piuttosto prolungata nel tempo, del termovalorizzatore di Acerra.

Ovviamente, i sammaritani si sono incazzati e più di uno ha commentato negativamente le parole del presidente della Provincia, avendo, a nostro avviso, gioco facile nel confutare la sua eccentrica tesi. Magliocca ammette che ci possa essere un cattivo odore. Ma questo arriverebbe da un altro impianto. Però, quando un cittadino gli chiede di indicare di quale impianto si tratti, fa scena muta e si defila.

Il resto delle repliche a Magliocca le potete leggere nei post che pubblichiamo in calce a questo articolo.

Una chiosa: Magliocca parla di appalti finalizzati alla realizzazione di dispositivi, di impianti che rendono più efficiente lo Stir. In effetti, ce n’è anche un altro di appalto relativo ad una roba, che non abbiamo capito ancora bene, insediata all’interno della mega discarica, ormai quasi esaurita, di Maruzzella.

Promettendo ai nostri lettori di approfondire questo ultimo fatto, speriamo che questi interventi servano a qualcosa, dato che scaturiranno da procedure di appalto che, come abbiamo scritto nei mesi scorsi, quando una serie di nostri articoli ha provocato le dimissioni del presidente della Gisec Fiorillo, non ci hanno convinto affatto, come non ci hanno convinto i nomi di alcune imprese dell’agro aversano, di Casapesenna e di Villa Literno in particolare, che si avviano ad incassare milioni e milioni di euro, grazie ad aggiudicazioni effettuate dal dirigente signor Del Prete, uno che storicamente ha vissuto in simbiosi, alla Provincia, con Gennaro Spasiano, arrestato nei giorni scorsi per la vicenda dell’Interporto e del comune di Marcianise.

E per il momento, ci fermiamo qua.

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