Scarcerazione Zagaria, Dino Petralia nuovo capo del Dap

2 Maggio 2020 - 16:30

NAZIONALE  Un pm in prima linea nel contrasto ai clan, ma sempre attento al rispetto delle regole. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiude in tempi rapidissimi la crisi che si era aperta al vertice delle carceri con le dimissioni del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini travolto dalla polemiche suscitate dalle scarcerazioni di boss di calibro della criminalita’ organizzata per gravi ragioni di salute, tra le quali c’è quella di Pasquale Zagaria.

A succedere a Basentini sara’ Bernardo Petralia,detto Dino, 67 anni, siciliano, dal 2017 Pg di Reggio Calabria e in passato procuratore aggiunto a Palermo. “Ha speso la sua vita per la giustizia e la lotta alla mafia”, dice Bonafede spiegando all’Ansa le ragioni della sua scelta. Petralia si insediera’ quando il Csm – di cui lui stesso e’ stato componente dal 2006 al 2010 – avra’ dato il suo via libera con il collocamento fuori ruolo, che e’ gia’ stato chiesto dal ministro. Lavorera’ fianco fianco con Roberto Tartaglia il nuovo vice capo del Dap, designato appena qualche giorno fa con una decisione che era gia’ apparsa come un “commissariamento” di Basentini.

Si tratta di una rinnovata collaborazione, gia’ sperimentata alla procura di Palermo all’epoca in cui Petralia era il coordinatore del pool anticorruzione e Tartaglia- che proprio oggi si e’ insediato al Dap -uno dei componenti. “Un’ottima notizia. Petralia e Tartaglia sapranno affrontare con rigore e nel rispetto dei diritti il delicato tema delle carceri”, commenta dalla maggioranza l’ex magistrato e senatore di Leu Piero Grasso. E alla scelta plaude anche il capogruppo dei 5 Stelle alla Camera Davide Crippa,ricordando che Petralia e’ stato “amico di Giovanni Falcone” e da giudice a Marsala componente del collegio che condanno’ il capomafia Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, il capo dei capi di Cosa Nostra ancora latitante. Per Forza Italia – che con tutto il centro-destra aveva sollecitato dopo quelle di Basentini anche le dimissioni di Bonafede – invece il governo continua a muoversi “senza strategia, con un solo obiettivo: puntellare ogni giorno di piu’ la matrice forcaiola e manettara che e’ l’unico tratto distintivo dell’accoppiata Pd-5Stelle”, come sostiene il deputato Enrico Costa. Sul fronte dei sindacati della polizia penitenziaria, UilPa e Fp Cgil accolgono positivamente la rapidita’ della scelta e sperano in un cambio di passo.

I nuovi vertici del Dap si trovano a gestire una fase difficile. Al di la’ della questione delle scarcerazioni dei boss su cui sono in corso le verifiche disposte da Bonafede, e’ aperto anche il problema della prossima scadenza, il 18 maggio prossimo, delle misure adottate per contenere il diffondersi del contagio da Coronavirus: la sospensione delle visite dei familiari e delle attivita’ trattamentali per i detenuti. Misure che furono all’origine della rivolta del 9 marzo scorso e che sinora hanno permesso di contenere la diffusione del virus (159 i detenuti e 215 i poliziotti penitenziari contagiati, secondo i dati diffusi ieri dal Garante per i detenuti). Bisogna dunque attrezzarsi da subito per trovare soluzioni che permettano la graduale ripresa verso “la normalita’” ma in sicurezza. Un problema complicato dal sovraffollamento delle carceri: il numero della popolazione carceraria (53.187), seppure calato dall’inizio dell’emergenza, grazie soprattutto agli interventi dei magistrati di sorveglianza e alle misure del Cura Italia, resta superiore alla capienza dei posti.