COVID & SCUOLE A CASERTA. Carlo Marino e l’assessora Vairo “si inventano” la Terza Via. Se De Luca non si muove, dopodomani scuole aperte fino alla terza media

7 Dicembre 2020 - 17:11

A meno che il sindaco non si renda conto della castroneria che ha scritto e rifaccia l’ordinanza, ammettendo l’errore

CASERTA (g.g.) – Sono le 16:52 e in questo momento, per i motivi dettagliati ieri (PUOI LEGGERLI CLICCANDO QUI), Carlo Marino ha deciso per le scuole di subordinare all’effettuazione di un tampone ogni due settimane e ad uno screening sanitario, l’autorizzazione ad ogni bambino dalla materna alla prima elementare compresa, il ritorno a scuola a partire da dopodomani 9 dicembre. Per cui, sempre per i motivi scritti ieri, il sindaco di Caserta chiede tamponi a bimbi con classi di età per le quali un po’ dappertutto è stato consentito anche di evitare l’utilizzo di mascherine, ciò in considerazione della quasi inesistente vulnerabilità dei più piccoli rispetto al covid-19. Per quelli più grandi, invece, Carlo Marino non ha deciso nulla. Ovviamente perché ignorava totalmente che l’inserimento della Campania in zona Arancione implicava l’apertura delle scuole fino alla terza media compresa. Per cui, se dalla regione Campania non arriverà una ciambella di salvataggio, o Marino, ammettendo l’errore fa un’altra ordinanza, altrimenti, dopodomani si riparte con il doppio regime: quello più restrittivo, che riguarda i bimbi dai 3 ai 6 anni, e quello meno restrittivo, dai 7 ai 13.

Questa si chiama anti-virologiacontro-immunologia.

Piccolo riassuntino finale dopo queste 24 e più ore che abbiamo dedicato al sindaco di Caserta e che sulla quale ci siamo anche interrogati sulla sua ragion d’essere più profonda (CLICCA QUI PER L’EDITORIALE). Quando eravamo zona Rossa, l’intervento restrittivo dei livelli territoriali, regioni e comuni, riguardavano l’area di erogazione dei servizi didattici che andava dal primo anno della materna al primo della media. De Luca, infatti, in un primo tempo ha chiuso tutte le scuole, bloccando dunque le lezioni fino alla prima media; successivamente ha fatto mezza marcia indietro, consentendo l’apertura delle lezioni in presenza dal primo anno della materna al primo delle elementari, tenendo ancora chiuse le classi dalla seconda elementare alla prima media, in emendamento a ciò che stabilisce la disciplina nazionale di zona Rossa. Su questi emendamenti di De Luca si sono innestati, dopo il 25 novembre, quelli che potremmo definire i sub-emendamenti dei sindaci, i quali sono tornati ad applicare la prima ordinanza di De Luca. Per cui hanno chiuso tutto, materne e prima elementare. Capito, Marino? Lo spieghiamo quasi con i disegnini.

Da quando il ministro della Salute ha inserito la Campania in zona Arancione, in vigore da ieri, 6 dicembre, il perimetro di possibile interferenza emendativa da parte degli enti territoriali si è modificato. Non intervenendo i presidenti di regione e i sindaci, mercoledì mattina, 9 dicembre, come scritto prima, dovrebbero essere aperte le scuole materne, le elementari e tutte e tre le classi medie. De Luca ha detto che non ci vuole più avere a che fare con queste cose, mentre i comuni si sono dati da fare. C’è chi ha operato con cognizione, come il sindaco di Maddaloni, il quale non a caso ha scritto un’ordinanza in cui chiude tutte le scuole aperte ai sensi delle regole della zona Arancione. E poi è arrivata la coppia Marino-Vairo a raccontarci che il ministro Speranza non ha inserito la Campania in zona Arancione, ma questa è ancora nella zona Rossa. Ci hanno pure detto un’altra cosa: e cioè che esiste una terza via tra il rispetto dell’ordinanza con cui De Luca ha riaperto le materne fino alla prima elementare e la strada intrapresa dalla maggioranza dei sindaci i quali hanno eseguito una cancellazione netta attraverso ordinanze locali di chiusura, naturalmente relative sempre alle classi materne e prima elementare. La terza via di Marino e Vairo è invece la seguente: la “riapertura-non riapertura con supercazzola“. Con tamponi e screening da palleggiare da un ufficio all’altro.

Sempre più impresentabili.