TANGENTOPOLI. La Procura di Aversa non demorde e chiede l’arresto in carcere per il sindaco di Lusciano Nicola Esposito, l’ex assessore Ninì Migliaccio e altri 8. TUTTI I NOMI

20 Novembre 2020 - 17:23

LUSCIANO – Il Pm Paola Da Forno ha puntigliosamente ribadito, stamattina, davanti ai giudici di una delle due sezioni che il Tribunale di Napoli dedica al cosiddetto Riesame, tutti gli elementi che l’avevano indotta, meno di un anno fa, precisamente il 9 dicembre, a chiedere l’emissione di un numero molto alto di provvedimenti di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari per due sindaco, altri polici, imprenditori e funzionari comunali di Villa Literno e Lusciano.
Chi segue Casertace ha letto molto nostri articoli su questa Tangentopoli.
Chi non l’ha fatto e vuole conoscere la trama a monte della notizia di oggi, può scrivere tranquillamente cercare gli articoli nel nostro archivio digitando parole come “Tamburrino” o “Nicchiniello”, dal nome dei due imprenditori coinvolti.
Stamattina la Procura di Aversa ha tenuto il punto e ha ribadito tutte le ragioni del suo ricorso, che punta ad ottenere l’arresto di tutti gli indagati, che poco meno di un anno fa scamparono alle manette grazie al diniego che il Gip del Tribunale aveva opposto.
Solo per alcuni scattò l’arresto. Tra questi il citato sindaco Nicola Tamburrino, e Salvatore e Francesco Nicchiniello, entrambi in carcere.
Non furono arrestati, invece, il sindaco di Lusciano Nicola Esposito, per il quale stamattina ha ribadito l’istanza di reclusione carceraria.
Stesso discorso per un altro nome noto della politica aversana, l’architetto Ninì Migliaccio, già assessore all’urbanistica al Comune di Aversa.
Al contrario, l’arresto scattò anche per l’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Villa Literno Giuseppe D’Ausilio, da un po’ di tempo trasferitosi al Comune di Frignano.
Ritornando all’elenco degli indagati per i quali stamattina il Pm ha chiesto l’arresto al Tribunale del Riesame, vanno menzionati i nomi di Anastasia Russo, funzionaria al Comune di Lusciano, di Gioacchino Gabriele, di Nicola Costanzo, di Eduardo Cotugno, di Antonia Buonanno, Luigi Santagata, Ettore Bruno, al quale fu chiesto di applicare la misura dei domiciliari al pari del ben noto Vincenzo Sposito da Maddaloni, l’uomo coinvolto in diverse indagini, il funzionario del genio civile che ha dato, per così dire, soddisfazione alla teoria, espressa e testimoniata più volte da Casertace in tempi non sospetti, sul fatto che le corruzioni finalizzate alle turbative d’asta riguardanti le gare di appalto dei Comuni casertani si fossero trasferite dagli uffici tecnici a quello del Genio Civile che, come è noto, è stato per anni la “molto presunta” secondo noi Stazione Unica Appaltante.
Ribadita la richiesta d’arresto anche per l’imprenditore sannita Antonio Onofrio, per l’imprenditore dei rifiuti Vincenzo Sagliocchi, per Marianna Vanacore e Angelo Aversano.
Per quanto riguarda Tamburrino, essendo stato lui attinto, insieme ai due Nicchiniello e a D’Ausilio dalla misura di custodia cautelare la loro posizione non era inserita nell’udienza di stamattina, visto e considerato che i loro difensori hanno ovviamente modulato in tempi diversi i ricorsi tesi ad ottenere esattamente il contrario di quello che, stamattina, il Pm ha chiesto per gli altri indagati, cioè la scarcerazione.
Per capirci, la procedura di Nicola Tamburrino è già molto avanti ed è tornata, come abbiamo scritto qualche settimana fa, all’attenzione dello stesso Tribunale del Riesame di Napoli, che l’ha ricevuta, però, dalla Corte di Cassazione che aveva a sua volta accolto il ricorso della Procura di Aversa finalizzato a impugnare la decisione del Riesame di Napoli di liberare dagli arresti domiciliari il Tamburrino.
Ecco perché i livelli temporali dei 4 indagati per i quali il Gip acconsentì all’arresto e di tutti gli altri, a partire da Esposito, per i quali, invece, non vi acconsentì.