TERRA DI LAVORO SPA. Non smetteremo mai di scriverlo: lì c’è un sistema di appropriazione indebita dei soldi di cittadini-utenti truffati

23 Novembre 2018 - 20:46

CASERTA (g.g.) – Non c’è altro da fare che non spingere ancora di più sul tasto della protesta non violenta. Dobbiamo costringere Terra di Lavoro spa a fornire spiegazioni su una gestione illegale e irregolare del rapporto con gli utenti, proprietari e possessori di caldaie domestiche.

E allora bisogna riscriverlo in maniera ancora più netta senza allungare troppo il testo: a Terra di Lavoro spa vige un sistema che si esplicita attraverso una serie di atti il cui effetto è quello dell’appropriazione indebita di danaro non dovuto da parte dei contribuenti.

Guardate, chi ci conosce sa che un po’ di diritto penale lo mastichiamo, se non altro per le decine di migliaia di pagine di ordinanze e atti giudiziari che abbiamo letto in questi anni. Per cui, con piena responsabilità e consapevoli della gravità dell’accusa formulata, ribadiamo ad alta voce che esiste a nostro avviso, un’attività, lo ripetiamo per la seconda volta, che si finalizza nell’appropriazione indebita di notevoli somme non dovute. Lo abbiamo scritto lo scorso 8 ottobre (clicca qui per leggere il nostro articolo) e al Presidente della Provincia Giorgio Magliocca, unico titolare delle quote, proprietario di Terra di Lavoro spa avevamo chiesto di risponderci nel merito, nello specifico di contestazioni da noi espresse sulla scorta di documenti inconfutabili.

Fate appropriazione indebita. Ve lo scriviamo ogni giorno, così dovrete rispondere o dovrete querelarci. Solo a quel punto potremo portare davanti al tribunale un camioncino di carte e una trentina di testimoni per attestare che le nostre accuse sono fondate. Quel giudice avrà due possibilità: condannarci alla galera oppure trasmettere gli atti di questo processo alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere affinché vengano verificate le notizie di reato emerse.

Avevamo chiesto una risposta, un confronto civile. Non solo Magliocca se n’è fregato, ma l’ineffabile Silvio Sgueglia ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo, addirittura esasperando le sue vessazioni. In questo periodo ci sono arrivate tante proteste. Ma un paio ci hanno colpito particolarmente. La prima, che configura al 100%, dato che è rappresentativa di tante altre, è quella speditaci da un utente il quale ha pagato due volte. Precisamente 61 euro relative ad una verifica di ufficio ricevuta, un pagamento attestato da un bollettino ufficiale di Poste Italiane e riguardante l’annualità 2011 e 2012. A distanza di due anni, avete letto bene, due anni, cioè nel corrente anno 2018, lo stesso utente ha ricevuto la diffida e messa in mora di un importo che intanto era arrivato, tra mora e maggiorazione, a 76 euro. L’utente non si è messo a guardare con attenzione il periodo imputato e ha pagato. Il periodo in questione è 2011-2012. Se non è appropriazione indebita questa, ci dite qual è? Un secondo caso che attesta come funzionino le cose negli uffici di Terra di Lavoro riguarda un ravvedimento operoso regolarmente eseguito e riconosciuto da Terra di Lavoro spa, dall’ufficio di Silvio Sgueglia, con la risposta ad una mail di cui l’utente ci ha inviato copia. Trascorre un anno e al mal capitato viene rispedita la stessa diffida, raddoppiata da un’altra udite udite riguardante entrambe lo stesso biennio.

Ora, si trattasse di un caso, due casi, la questione investirebbe il terreno della qualità operativa e amministrativa del funzionario. Ma siccome, di casi come il primo raccontato ce ne sono decine e decine, e la maggior parte delle persone ha pagato, non ricordandosi di averlo già fatto, scoprendolo successivamente e sfiduciate e vinte hanno rinunciato al rimborso del mal tolto, beh, non può che appartenere alla categoria più ampia e penalmente rilevante dell’appropriazione indebita. Sono otto anni, forse nove che denunciamo la gestione di Terra di Lavoro spa, che denunciamo anche il danno erariale, costituito da costi di spedizione, di notifica attraverso dei messi e nulla è successo. Danno erariale che va a sovrapporsi all’appropriazione indebita perché se l’utente, come farà sicuramente, chiederà il rimborso di ciò che ingiustamente ha dovuto sborsare saranno proprio i costi collegati alle operazioni di spedizione di queste cartelle non pazze, ma in cattivissima fede, a rappresentarsi indiscutibilmente come un danno alla finanza pubblica che qualcuno, in Terra di Lavoro spa, dovrà necessariamente rimborsare con gli interessi. Tantissime diffide follemente spedite a persone che magari non abitano più da anni in quella casa e che hanno formato un grumo di costi che vorremmo sapere chi dovrà rimborsare all’erario, dato che si tratta di procedure a dir poco errate.

Stasera abbiamo ripreso il filo interrotto circa un mese e mezzo fa, delle malefatte di Terra di Lavoro spa. Lo abbiamo ripreso e non lo molleremo. Di qui a qualche giorno altri articoli da far strabuzzare gli occhi.