TERRA DI LAVORO S.P.A. Migliaia di cartelle pazze a utenti che hanno già pagato per la caldaia. Ora il presidente Magliocca ha il dovere di spiegare nel merito

8 Ottobre 2018 - 20:23

CASERTA (g.g.) – Non la smetteremo mai. Fino a quando, a questo punto direttamente il presidente della Provincia Giorgio Magliocca non risponderà a noi e, tramite noi, ai tanti cittadini di questa provincia che ormai, da tempo, ci segnalano le autentiche nefandezze subite dagli uffici di Terra di Lavoro S.p.A.

Allora cerchiamo di essere chiari e sintetici: qui ci sono centinaia e centinaia di persone di San Nicola La Strada, Casagiove, Casapulla, Curti, San Prisco, Capua, Portico di Caserta, Macerata Campania, possessori di caldaie, che hanno ricevuto una comunicazione da parte di messi notificatori inviati da Terra di Lavoro S.p.A. contenente una diffida, con tanto di messa in mora di pagamento dai toni assolutamente intimidatori, relativamente agli 2011 e 2012, persone che, invece, avevano regolarmente pagato e che l’hanno dimostrato inviandoci le copie delle ricevute a dimostrazione proprio dell’avvenuto pagamento. La somma richiesta è di 76 euro, comprensivo di una mora veramente beffarda, ridicola, a chi, come abbiamo scritto, sono in grado di dimostrare di aver già pagato.

Attenzione, molte di loro non hanno certo ceduto di fronte a quella diffida-farlocca, ma più di uno, purtroppo, non avendo un preciso ricordo e facendo confusione negli anni, hanno pagato due volte. Ecco perché noi continuiamo a scrivere e a sostenere che Terra di Lavoro S.p.A. (100% quote dell’amministrazione provinciale) si è resa protagonista di un evidente caso di appropriazione indebita. E se non è così Magliocca ha il dovere di rispondere e spiegare ma non ciurlando nel manico, parlando in generale, ma accettando il confronto sul dato specifico che noi abbiamo evidenziato. Senza divagazioni e senza politichese.

Pertanto, – così è scritto testualmente nella comunicazione notificata – la invitiamo e diffidiamo a voler procedere al pagamento all’importo su indicato entro e non oltre i 15 giorni dal ricevimento della presente, a mezzo dell’allegato bollettino precompilato sul conto corrente intestato a Terra di lavoro S.p.A. In mancanza, saremo costretti, a nostro malgrado – (e menomale) – a procedere, senza ulteriore avviso, al recupero coattivo delle somme in questione, attivando anche le vie giudiziali con un ulteriore aggravio di onere e spese a suo carico.”

Ma la barzelletta è scritta sulla coda di questa lettera: da un lato c’è la minaccia, dall’altro, nell’ultima riga, viene scritto testualmente: “Qualora avesse già provveduto al pagamento di quanto dovuto, la preghiamo di considerare nullo il presente e vi richiediamo di inviarci copia della ricevuta di pagamento“.

Vi sembra un fatto serio quello di sparare nel mucchio e attraverso questo sistema scippare soldi a chi ha già pagato e, intimidito, paga di nuovo, oppure, attraverso quest’ultima frase conoscere una situazione relativa al pagamento del dovuto che gli uffici di Terra di Lavoro S.p.A. tra dirigenti, funzionari, impiegati, costano un botto ai contribuenti e che in 10 anni non sono stati capaci di redigere un’anagrafe di chi possiede o non una caldaia, di chi ha pagato o non ha pagato.

Non esiste alcuna giustificazione, a nostro avviso, per tutto ciò. Anche perché, se ai tempi della pre-informatizzazione delle Poste, poteva succedere, ma non certo in maniera così diffusa, che la ricevuta dell’avvenuto pagamento da inviare a Terra di Lavoro si potesse anche smarrire, da qualche anno, Poste Italiane spedisce dei files blindati contenenti i dati anagrafici degli utenti e i dati versati. Insomma, tutto ciò che serve per evitare di spedire a chi ha già fatto il proprio dovere di contribuente, un’intimazione di pagamento così aggressiva.

Per cui, volemmo sapere sempre dal presidente della Provincia, che riteniamo unico interlocutore poiché azionista unico di Terra di Lavoro dove sono questi files se sono stati utilizzati o se sono stati persi perché, se è così, non è possibile che nessuno paghi mai dazio, per questi gravi errori, all’interno dell’agenzia.

Il silenzio del presidente Magliocca comincia seriamente a seccarci.