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TORTURE IN CARCERE. Gli avvocati degli imputati alzano la voce sul video “tagliato” dalla procura

17 Maggio 2023 - 12:42

Le difese hanno richiesto che il vice brigadiere Vincenzo Medici relazionasse sulle 72 ore di filmato

SANTA MARIA CAPUA VETERE (l.v.r.) – Che il processo relativo alle torture compiute del carcere di Santa Maria Capua Vetere, che vede oltre 100 imputati, in celebrazione presso l’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere, si preannunciava come un procedimento a dir poco complesso, era cosa nota a tutti.

Tanti imputati, tante le parti civili, tantissimi i testimoni. E quindi in ogni momento possono esserci eccezioni, modifiche o stravolgimenti di sorta.

Questa mattina, nell’udienza odierna, il processo è iniziato con delle eccezioni presentate dai difensori degli imputati.

Gli avvocati hanno rappresentato il giudice che il teste, il vice brigadiere Vincenzo Medici, il militare nella sezione operativa dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere che ha avuto tra le mani le riprese delle telecamere di sorveglianza presenti nel carcere, ascoltato per quanto riguarda le immagini delle torture, avrebbe dovuto riferire sul video integrale, ovvero sulle 72 ore di filmato e non sul montaggio effettuato dalla procura che, secondo gli avvocati difensori degli imputati, riprende solo la parte ritenuta rilevante per la pubblica accusa.

Sull’argomento i giudici si sono ritirati in camera di consiglio hanno deciso che durante il controesame di Medici che verrà compiuto dai legali degli imputati,

le difese, qualora lo riterranno opportuno, potranno chiedere di proiettare delle parti rilevanti per la difesa.

Si tratta, com’è noto, del processo per le torture avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020 e per la quale sono imputate 105 persone tra agenti, funzionari del Dap e medici dell’Asl.

Nella scorsa udienza, Medici ha spiegato come si muovevano gli agenti negli attimi antecedenti le torture. I secondini, alcuni del carcere sammaritano, altri provenienti da strutture carcerarie vicine, si ponevano nella parte antistante alle celle, i detenuti venivano prelevati dalle celle e portati o nella sala socialità o nella zona passeggio, dove sarebbero poi avvenute le violenze.

Oltre settanta gli avvocati chiamati in causa in questo procedimento, tra cui i legali casertani Alessandra Carofano, Vittorio Giaquinto, Dezio Ferraro Mirella Baldascino.