TRIANGOLO AMOROSO. Miriam lascia il Gemelli, secondo interrogatorio per l’ex compagna del carabiniere omicida

28 Marzo 2023 - 18:31

Il militare ferì la donna dopo avere ucciso il direttore d’albergo Giovanni Fidaleo.

TEANO/CARINOLA Interrogata di nuovo Miriam Mignano, la trentenne di Castelforte rimasta gravemente ferita il sette marzo scorso da due colpi d’arma da fuoco esplosi dal carabiniere di Teano Giuseppe Molinaro, il quale ha ucciso Giovanni Fidaleo, il sessantaseienne di San Giorgio a Liri e direttore dell’hotel Nuova Suio proprio all’interno della struttura. I carabinieri della Compagnia di Formia si sono recati nella casa romana dei familiari, dove si trova Miriam da giovedì scorso, ovvero da quando è stata dimessa dal Policlinico Gemelli di Roma. Il contenuto del delicato interrogatorio, ovviamente, così come successo la settimana scorsa – scrive il quotidiano Ciociariaoggi – è stato secretato ed è durato per tutta la mattinata e anche per una parte del pomeriggio.

Gli inquirenti, sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate dalla trentenne di Castelforte la settimana scorsa, hanno inteso chiarire alcuni particolari dell’omicidio di Suio, che non collimavano con quanto riferito dall’indagato Giuseppe Molinaro, rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Una comparazione che potrà spiegare molti passaggi ancora non chiari e affatto scontati. Intanto, è statao presentato ufficialmente il ricorso al Tribunale del Riesame di Roma da parte dei difensori di Giuseppe Molinaro. Gli avvocati Paolo Maria Di Napoli e Giampiero Guarriello hanno depositato il ricorso nella serata di venerdì ed ora i giudici capitolini dovranno stabilire la data dell’udienza. Il ricorso è più articolato rispetto a quello presentato al Riesame di Napoli, che, come è noto, si è dichiarato incompetente, dopo che gli atti dell’inchiesta sono stati acquisiti dal Tribunale di Cassino. La richiesta del pool difensivo di Molinaro è quella di far ottenere gli arresti domiciliari, con l’eventuale possibilità di disporre l’utilizzo del braccialetto elettronico. Nel corso della discussione al Riesame sarà annunciata anche la presentazione di una consulenza psichiatrica, tra l’altro già affidata ad un professionista scelto dalla famiglia del Molinaro. Una consulenza che comunque comporterà dei tempi non proprio brevi e comunque tali da non poter essere pronta entro la data dell’udienza al Riesame. Chiaro l’intento della difesa di verificare lo stato psicologico del loro assistito, ma c’è anche dell’altro nel ricorso. Infatti gli avvocati Di Napoli e Guarriello eccepiranno sul fatto che dopo l’acquisizione degli atti da parte del Tribunale di Cassino non è stato disposto l’interrogatorio di garanzia, invece condotto dai giudici di Santa Maria Capua Vetere. Ma su questo punto ci sono interpretazioni diverse e per l’autorità giudiziaria cassinate fa fede l’interrogatorio di garanzia di Santa Maria Capua Vetere, acquisito agli atti. Un’altra motivazione sulla quale puntano i legali dell’omicida è il fatto che per il Pm c’era il pericolo di fuga, mentre per il Gip c’era la possibilità della reiterazione del reato da parte di Molinaro. E proprio nell’ordinanza, per il Gip cassinate Alessandra Casinelli, sottolinea che “si ritiene che sussista il concreto e attuale pericolo di reiterazione di altri gravi delitti con uso di armi e di altri mezzi di violenza personale, o comunque, di delitti della stessa specie di quelli per i quali si procede”. Per il magistrato le modalità dei fatti hanno evidenziato l’assoluta incapacità di Molinaro di neutralizzare i suoi istinti aggressivi “unitamente ad un’allarmante spregiudicatezza, chiaramente evincibile dalla decisione – sicuramente lucida (lo stesso indagato ha dichiarato di aver riflettuto se uccidere anche la giovane) e peraltro presa dopo aver sparato più e più volte all’indirizzo della povera vittima Fidaleo- di colpire anche Miriam Mignano, che si trovava indifesa e disarmata accanto a lui, con due proiettili indirizzati verso organi vitali”.