TUTTI I NOMI. I soldi dei casalesi in Toscana. Chiusura delle indagini: in 17 rischiano il processo

22 Maggio 2024 - 13:13

Contestati a vario titolo riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni e bancarotta. Un giro di false fatture e prestanomi

FRIGNANO/MADDALONI – Conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 17 indagati accusati di intestazione fittizia di beni allo scopo di ripulire danaro proveniente da attività illecite

Il sostituto procuratore Giulio Monferini, del Tribunale di Firenze, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di Santina Abategiovanni, Patrizio Amore, Andrea Assini, Monica Del Giacco, Cristina De Santis, Giuseppe D’Urso, Francesco Fabozzo, Luigi Fabozzo, Teresa Fabozzo, Vincenzo Ferri, Francesco Ferrigno, Roberto Ghizzardi, Giulio Manuzzato, Angelo Russo, Mario Russo, Giampaolo Ruzza, Antonio Sglavo, e inoltre nei confronti del legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della Delfa Costruzioni srl ed in fine al legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della EFFE2 Costruzioni srl .

Per tutti l’accusa è di intestazione fittizia di beni, ai sensi dell’articolo 512 del codice penale riciclaggio nel caso specifico della sua espressione del 648 ter che comunque riguarda sempre il riciclaggio di beni provenienti da delitto. Il tutto condito dai reati di carattere tributario, previsti in leggi dello Stato come l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Secondo la tesi del pm Monferini , Francesco Fabozzo, con il supporto dei figli Luigi e Teresa, avrebbe impiegato denaro proveniente da ipotizzate attività criminali condotte da Ferri, connesse al clan dei Casalesi, nella Delfa Costruzioni. Questa società, in base a quanto accertato dai finanzieri, è amministrata di fatto da Fabozzo e solo formalmente intestata a Monica Del Giacco. L’attenzione della Dda è focalizzata su un versamento, tramite assegni e bonifici, di complessivi 280mila euro da parte di società ritenute riconducibili a Ferri proprio alla Delfa.

Tra gli indagati Vincenzo Ferri, alias ‘o califfo, difeso dall’avvocato Nando Letizia, è già imputato in un processo per i suoi presunti rapporti con il clan dei Casalesi, innescato da un’indagine tesa a far luce sulle ingerenze di imprenditori legati agli Schiavone negli appalti pubblici gestiti dalla provincia di Caserta (nei primi anni del Duemila). ‘O califfo sarebbe stato artefice di un sistema di false fatturazioni sfruttato dai businessman per far arrivare quote dei loro proventi alle cosche. Restando in tema, ai tre Fabozzo e alla Del Giacco viene contestata dalla Dda di Firenze anche l’ipotesi di aver emesso false fatture per giustificare i soldi che le ditte della galassia Ferri avevano versato alla Delfa.