Ucciso nella cava perché “parlava troppo”. Petillo Schiavone dichiara: “Sono colpevole”

4 Dicembre 2019 - 18:50

CAPUA/CASAL DI PRINCIPE (t.p.) – Questa mattina in Corte di Assise di Appello ha dichiarato di essere colpevole della morte di Vincenzo Martino, Vincenzo Schiavone detto Petillo, che si assunto le responsabilità dell’uccisione di Vincenzo Martino in una cava di Capua, con una pietra in bocca. Martino fu ammazzato il 19 marzo 1998 e rinvenuto cadavere dopo una segnalazione anonima.
Inoltre, oggi parola alla difesa, rappresentata dagli avvocati Carlo De Stavola e Romolo Vignola, degli imputati accusati del terribile delitto di camorra. Nel commando, secondo la Dda, vi era anche Salvatore Verde,  detto ‘A Bestia, 50 anni, di Cesa, che, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbe stato colui che ha sparato materialmente, uccidendo la vittima designata perché “parlava troppo”, essendo considerato un confidente delle forze dell’ordine. Il procuratore generale Giovanni Cilenti la scorsa udienza ha chiesto per lui 30 anni di carcere. Stessa richiesta di pena per Antonio Del Vecchio e Vincenzo Schiavone, difeso dall’avvocato Martino e Lombardi.