USURA E CAMORRA. Arrestato il suocero di Alfonso Golia, sindaco di Aversa. In cella altri 4, tra cui un appuntato dei carabinieri in pensione

19 Ottobre 2020 - 12:00

CASERTA – Si è tolto la vita perché vittima di usura ed estorsione da parte di affiliati al clan Ferrara-Cacciapuoti attivo nel comune di Villaricca, nel Napoletano. E’ quanto emerso dalle indagini svolte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Dda di Napoli sulla morte di Giuseppe Giuliani, imprenditore attivo nel settore del commercio e dello smaltimento di materiali metallici, il cui cadavere è stato trovato nel luglio 2018 presso un opificio in stato di abbandono a Giugliano in Campania (Napoli). Questa mattina agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Giugliano Villaricca hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, Emilio Chianese, 57 anni, Francesco Ferrara detto “Francolone”, 54 anni, Antonio Sarracino detto “Mezza Recchia”, 58 anni, Francesco Maglione, detto “Didò”, 60 anni, e Vincenzo Barbarisi, 57 anni, già appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri ora in quiescenza, gravemente indiziati dei reati di estorsione ed usura aggravati dal metodo mafioso.

Tra gli arrestati, come detto, c’è Emilio Chianese, di Trentola Ducenta, è il suocero di Alfonso Golia, il sindaco di Aversa. Mentre il figlio, Pietro, è il proprietario dell’albergo La Sosta, investito dalle polemiche dopo un nostro articolo (

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) sull’interramento dei binari della Ferrovia Alifana posizionati proprio all’ingresso della struttura ricettiva.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’imprenditore avrebbe pagato somme estorsive anche per l’esecuzione di lavori di smaltimento dei veicoli del Consorzio unico di bacino per le province di Napoli e Caserta. Per corrispondere le richieste estorsive, si sarebbe poi indebitato con soggetti indicati dal clan stesso, dietro corresponsione di tassi usurai anche superiori al 15 % mensile.