LA NOTA. MARCIANISE. Velardi cavalca il web del dolore. E così, dettaglio per dettaglio, viene raccontato il dramma del piccolo Giuliano Margherita

13 Maggio 2018 - 11:57

MARCIANISE (g.g.) –  E’ vero che il perimetro all’interno del quale si può muovere il sindaco Antonello Velardi è molto più ampio rispetto a quelli che possono praticare gli altri comuni mortali. E’ vero che lui abbia acquisito la convinzione, nella vita, che le regole che pur determinano i confini della privacy, della riservatezza del dolore, quando questi elementi riguardano soprattutto i minori, non valgono per un giornalista del suo livello, per il quale la Carta di Treviso è una cosa buona e giusta ma per tutti gli altri iscritti all’ordine.

Ancora una volta la dolorosa storia di Giuliano Margherita diventa argomento di una fastidioso, quasi morboso esercizio di una cronaca che si occupa di ogni singolo particolare, di ognuna delle modalità attraverso cui si esplica la sofferenza, il dolore fisico di questo bambino. Dettagli che potevano essere evitati.

Come non pensare ancora una volta che il dramma di questo bambino, dopo il tempo dei regalucci e delle foto scattate intorno al letto dove giaceva, possa essere ancora strumento per attivare  quell’onda emozionale che finisce per riconoscere il sindaco come attore diretto di una storia che in realtà non gli appartiene, dato che l’appartenenza non ha bisogno di una pacchiana esposizione cronistica da tv del dolore ma si alimenta attraversa un silenzioso apporto morale ed eventualmente anche materiale che resti in segreto tra al persona che aiuta e la sua famiglia.