“Zitto lo dici a tuo fratello”. Difesa e polemiche in aula nel processo sul clan dei Casalesi in Veneto
13 Novembre 2022 - 12:53
Donadio ha avuto un forte botta e risposta con la pubblico ministero, aggiungendo che “casalese non vuol dire camorrista”
CASAL DI PRINCIPE – Nell’aula bunker di Mestre si è celebrata la seconda udienza fiume dedicata all’interrogatorio di Luciano Donadio, l’uomo che per la procura è stato il capo del clan dei Casalesi in Veneto.
I pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini hanno contestato a Donadio diverse accuse: estorsioni, minacce, traffico di falsi oggetti antichi, armi e contatti e rapporti con il clan dei Casalesi.
Durante le domande dei PM, Donadio ha più volte interrotto i magistrati e si segnala un duro botta e risposta quando la PM Battaglini si rivolge a Donadio dicendogli di stare zitto e quest’ultimo risponde con un: “Zitto lo dica a suo fratello“.
Sul caso di una presunta estorsione al broker Fabio Gaiatto, Donadio ha dichiarato di non aver avuto niente a che fare con quella storia e che le sue difficoltà economiche e i tentativi di rimettersi in piedi in maniera non lecita sono state causati da un arresto per usura che non avrebbe mai commesso.