12 ARRESTI. Rogo tossico in una discarica, ci sono anche due di MADDALONI. I NOMI

27 Febbraio 2019 - 19:37

MADDALONI – Si chiama Velenum l’indagine che ha portato questa mattina la Dda di Milano ad emettere 15 ordinanze di custodia cautelare, di cui 8 in carcere, 4 ai domiciliari e 3 con l’obbligo di firma (tutti rintracciati tranne uno): un nome che richiama all’inquinamento di area e suolo causato dall’incendio scoppiato il 14 ottobre in via Chiasserini a Milano.

A capo dell’organizzazione che aveva diramazioni su tutto il territorio nazionale c’era Aldo Bosina, di 55 anni, amministratore della Ipb Italia srl, ritenuto “promotore e organizzatore del traffico di rifiuti”. La Ipb Italia aveva preso in affitto il sito della Bovisasca il primo marzo del 2018 dalla Ipb Srl, societa’ proprietaria dell’area, cominciando immediatamente a stoccare rifiuti pur non avendo le autorizzazioni dovute. Bosina ha precedenti per truffa e associazione a delinquere ed e’ anche indagato per calunnia perche’, “sapendolo innocente, ha simulato tracce del reato di gestione illecita di rifiuti a carico di un dipendente straniero della societa’”.

In manette anche il 61enne Giancarlo Galletti, direttore del deposito; insieme a Mauro Zonca, 59 anni, amministratore di diritto della stessa societa’ fino a giugno del 2018. Arrestato anche Massimo Sanfilippo, 50enne, amministratore di fatto della Winsystem Groups srl, che faceva da intermediaria nel traffico di rifiuti diretti ai capannoni di via Chiasserini, Verona San Massimo (Verona) e Meleti (Lodi); Pietro Ventrone,

35enne di Maddaloni e’ invece l’amministratore della Waste Solution srl, anche questa con funzioni di intermediaria. Ventrone gestiva anche la Gea Log srl, impresa di trasporti che organizzava i camion diretti verso i siti illegali e ha precedenti specifici per gestione non autorizzata di rifiuti e sversamento di sostanze pericolose.

Fermato anche un altro maddalonese, Luciano Ventrone, anche lui manager della Waste e finito però ai domiciliari.

Figura chiave dell’inchiesta e’ poi Valentino Bovini, 45 anni, camionista della Gea Log, che ha contribuito di fatto al trasporto e all’individuazione di alcune aree dove poi sarebbero state portate le ecoballe provenienti in gran parte dalla Campania. Agli arresti anche Joskwa Colombo, di 44 anni, amministratore di diritto della Winsystem Groups.

Il “modus operandi” degli arrestati era semplicissimo. La Ipb Italia Srl si rivolgeva a delle aziende che trattano rifiuti e stipulava contratti per il loro trattamento, con un pagamento che di solito si aggira attorno ai 150 euro per ogni tonnellata “ricevuta”. Quella stessa immondizia, poi, veniva stipata in capannoni abusivi – oltre quello di Milano l’aziende ne aveva altri tre, sequestrati, a Fossalta di Pieve, Verona e Meleti – e lì lasciata “marcire”.

In questo modo – ha spiegato la pm Donata Costa – i titolari della società evitavano di pagare il prezzo per il conferimento a un termovalorizzatore o a un’altra azienda, garantendosi così un guadagnato netto ed “esorbitante”. Nei quattro mesi e mezzo di indagini, hanno accertato gli uomini della Mobile, nelle casse della Ipb Italia Srl sono entrati 1 milione e 86mila euro, tutti guadagnati illegalmente con 37mila tonnellate di rifiuti arrivati quasi interamente dal Sud Italia.