LA DROGA DI VIALE CARLO III. Il via libera del clan Belforte a Giuseppe Orefice. L’auto venduta da Marco Luise per paura di essere ammazzato

29 Luglio 2020 - 16:19

SAN NICOLA LA STRADA (red.cro.) – E’ stato lo stesso Pasquale Aveta, uomo cardine del clan Belforte nello spaccio di droga tra San Nicola La Strada e San Marco Evangelista a raccontare come, a seguito del suo arresto, Giuseppe Orefice sia diventato, con il benestare dei marcianisani, il promotore del gruppo di pusher, fermato ieri con venti arresti (LEGGI QUI). Dopo l’arresti di Aveta, compagno di classe di orefice, questi gli scrive dall’esterno e riceve il placet per iniziare lo spaccio di droga nel comune di San Nicola, zona a marchio Belforte. Come detto, Aveta lo autorizza a dire che “lavora per lui”. Ed è così che il gruppo, almeno fino al giugno 2018, secondo le accuse della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, fa scorrere quintali di droga intorno alla zona di Piazza Carlo III e nella vicina San Marco Evangelista.

Ad occuparsi del reperimento della materia prima, invece, è Marco Luise, che, con la collaborazione della moglie Immacolata Gargiulo (lei ai domiciliari, lui in carcere), recuperava le somme per l’acquisto di stupefacente nel napoletano con l’intermediazione del cognato di lei, Salvatore Marino, dal gruppo Scotto, operante nella zona di Secondigliano. I debiti che vengono contratti da Luise, droga comprata e poi non pagata per una serie di vicissitudini dei pusher e anche di Orefice, rischiano di far passare momenti bui al 45enne. 30

mila euro che Luise era stato impossibilitato a pagare ai napoletani. Ovviamente, gli Scotto non la prendono benissimo, per usare un eufemismo, e Luise, dopo aver cercato in tutti i modi di racimolare i soldi, decide a cedere la Smart Forfour di Orefice.