SCANDALO INTERPORTO. La Cassazione: Giuseppe Barletta resta ai domiciliari, Campolattano in esilio fuori provincia
30 Settembre 2020 - 17:45
MARCIANISE – Nei giorni scorsi, la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Giovanni Liberati, ha rigettato il ricorso presentato da Giuseppe Barletta e Antonio Campolattano. Per il primo, patron dell’Interporto Sud Europa di Marcianise, si richiedeva la revoca degli arresti domiciliari, mentre per l’amministratore delegato della società era richiesta la fine del regime del divieto di dimora in provincia di Caserta e dell’interdizione per un anno dai pubblici uffici, misura che aveva già sostituito i domiciliari. Per i giudici del Tribunale di Napoli l’ordinanza del Gip di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossireggeva al cospetto delle tesi difensive dei legali. Sia Barletta, sia Campolattano hanno scelto, come successivo passaggio, di ricorrere in Cassazione contro le decisioni prese dal Riesame partenopeo.
In queste ore, la corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di revisione delle misure prese dal Gip, poi confermate dal Riesame, lasciando intatti, quindi, sia gli arresti domiciliari per Giuseppe Barletta che le misure prese nei confronti dell’ad dell’Interporto, Antonio Campolattano.
Ricordiamo che la vicenda processuale, ben più ampia di questo passaggio studiato dai giudici dell’ultima istanza, muove dall’indagine svolta dall’allora procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere D’Amato, oggi componente del Csm, e dalla Guardia di Finanza di Caserta sull’Interporto Sud Europa, e, in particolare per quanto qui di rilievo, dal segmento di questa che concerne il rilascio di tre permessi a costruire da parte del pubblico ufficiale Gennaro Spasiano, Dirigente del III settore del Comune di Marcianise, per favorire Antonio Barletta, titolare di numerose società interessate all’edificazione nel sito e del suo uomo di fiducia Campolattano, rilascio frutto di un accordo collusivo integrante una condotta di abuso di atti di ufficio.