MARCIANISE. Velardi colpito da un sortilegio: troppo grande “la palla” che ha sparato sulle nuove stanze di Angela Letizia, che da regina di cuori diventa fata Morgana

22 Dicembre 2020 - 13:26

MARCIANISE (G.G.) – Dobbiamo cambiare registro nell’analisi della vita e delle opere del sindaco Velardi.

In questi cinque anni, durante i quali ci siamo occupati di lui con una frequenza rilevantissima, abbiamo vissuto la nostra impresa professionale facendoci coraggio nella precisa cognizione del biblico episodio di Davide contro Golia.

Già dopo un paio d’anni, cioè verso il 2018, avevamo capito che il nostro ritratto di genio della malvagità rappresentava un modo per valorizzare, tutto sommato, questa persona, perché come si suol dire: “Bene o male, purché se ne parli”.

Da tanti piccoli e grandi segni ci siamo resi conto, prima di tutto, di avere a che fare con una persona dagli scarsi contenuti culturali, che scrive quelle quattro cose con il Bignamino in mano, non riuscendo mai a dare un respiro interpretativo di tipo logico a ciò che mette sulla porta virtuale di questi tempi, in monologhi che si risolvono, sempre e comunque, in frasi apodittiche, cioè fondate su verità a priori, che son o tali solo perché da lui enunciate, condite da una raffica di insulti che la codardia gli impedisce di recapitare mettendoci la faccia e facendo nomi e cognomi.

Va detto che, ultimamente, la rappresentazione di un uomo che ha voluto sfidare chi più di lui sapeva e conosceva, ricavandone solo la miseria di pesanti indagini giudiziarie che l’hanno colpito, prima nella vicenda dell’Interporto, poi in quella ancora in essere delle firme false, per non parlare del rovinoso e (a nostro avviso) doveroso licenziamento per giusta causa inflittogli da Il

Mattino, ha cominciato a realizzare – si fa per dire – cose in grado anche di strappare un sorriso.

Guai se a uno che vive bene e felice, perché, come si suol dire, si “sente massiccio”, infliggi la punizione di un sorriso commiserevole che, magari, una risata come quella che ci siamo fatti ieri leggendo la sua ordinanza sul “libero caffè in libera Marcianise” che era dai tempi del grande Camillo Benso Conte di Cavour (“libero Stato in libera Chiesa”) che non veniva pronunciata una frase tanto impegnativa.

Da qualche ora, in tanti si indignano, a Marcianise, per la storia del nuovo appartamento, dotato di molti comfort, fatto costruire alla sua pupilla politica, la presidente del consiglio comunale Angela Letizia.

C’è chi si indigna e chi si dichiara incredulo. Sbagliano sia gli uni che gli altri. Velardi ha, infatti, pubblicato un post (clicca qui per leggere il nostro articolo) in cui ha smentito categoricamente che anche un solo euro fosse stato speso per quei lavori, che non erano neppure tali ma solo un atto dovuto del dovere di manutenzione ordinaria degli ambienti del palazzo che ospita il Comune di Marcianise.

In sintesi, secondo Velardi erano state fatte solo delle pulizie, una rinfrescatina alle pareti per riprendere delle stanze rimaste a lungo non manutenute, manco se lui, nei 3 anni e mezzo, dal 2016 al 2019, fosse stato da un’altra parte.

Insomma, i soliti mestatori, i soliti calunniatori.

L’opposizione, in maniera compatta, è salita in Comune. Lo ha fatto fisicamente, perché al buon Fiorenzo De Cicco, evidentemente, nessuno ha raccontato come sono andati a finire quel che si sono prostrati alla maniera gesuita ai piedi di Velardi, cioè al cospetto dei magistrati della Procura della Repubblica.

Glielo raccontiamo noi: l’ex segretario comunale Onofrio Tartaglione ha rischiato seriamente di essere arrestato nell’ambito dell’inchiesta relativa ai presunti permessi farlocchi presi da Velardi, che sono anche alla base del suo licenziamento, il poliziotto Lorenzo Ovalletto, che ha vissuto per anni in una sorta di ipnosi contemplativa, rischia il rinvio a giudizio per la vicenda delle firme.

Oggi, Fiorenzo De Cicco scrive le determine e non procede alla loro pubblicazione, facendo rinculare ulteriormente questa amministrazione comunale sul terreno dei principi della legalità.

Quelli dell’opposizione avevano capito l’antifona e, seppur con fatica, hanno trovato la determina di questo ingegnere che fu chiamato dal viceprefetto Lastella e che ora rischia seriamente di fare la fine dei kamikaze dell’aviazione imperiale del Sol levante.

Avete presente quello che Velardi ha scritto nel post che abbiamo appena riassunto, la cui versione integrale potrete consultare in calce a questo articolo? Esattamente il contrario.

Quei lavori ci sono stati, attivati dopo un affidamento per chiamata diretta, dall’importo di circa 20mila euro, alla ditta Clei società cooperativa con sede in Napoli. Non solo, ma come possiamo dimostrare, pubblicando la determina, questa somma è stata, leggete leggete, stornata dal capitolo di Bilancio che contiene i fondi per l’acquisto di Defibrillatori e attrezzature antinfortunistiche.

Sempre dallo stesso atto amministrativo si apprende che se dei mobili sono stati eventualmente riciclati, ciò non è successo con quelli messi a disposizione di Angela Letizia e che arredano il suo ufficio, degno di quello di un presidente della Camera o del Senato. Ora, certamente, ce ne sarebbero di cose a giustificare un moto di indignazione fragoroso e finalizzato a chiedere le dimissioni di Velardi.

E qui casca l’asino. Ecco perché si sbagliano sia quelli che si indignano che quelli che si dichiarano increduli.

Siccome è culturalmente involuto e ha tanti difetti, ma non è uno stupido, non avrebbe, se avesse avuto pieno controllo di sé, mai scritto il post che ha pubblicato l’altro giorno, costituito da bugie così marchiane da lasciare veramente interdetti, più che indignati.

Se Velardi avesse conservato un briciolo di controllo dei propri pensieri e delle proprie azioni, avrebbe evitato, perché sapeva, prima di tutto lui, che l’opposizione avrebbe chiesto di vedere le carte e che non sarebbe bastato mimetizzarle illegittimamente, evitandone la pubblicazione nell’albo pretorio.

Eppure lo ha detto e allora non si scappa. Velardi non è, al momento, nelle sue piene facoltà, perché questa cosa è veramente assurda.

Giusto per fare un sorriso, in questo periodo covid-natalizio, chissà se la regina di cuori, come abbiamo definito Angela Letizia, non possa essere derubricata in fata Morgana, che di mestiere faceva i sortilegi, perché le stavano sulle scatole la cognata Ginevra e soprattutto il concorrente mago Merlino.

Da regina di cuori a fata Morgana, dunque. Tanto sempre di Piero Pelù e dei Litfiba stiamo parlando.

 

 

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