COVID E VARIANTE INDIANA in provincia di CASERTA. L’ordinanza incomprensibile di un nostro sindaco. I diritti dei lavoratori indiani e…

22 Maggio 2021 - 11:43

Non critichiamo la decisione presa di chiudere per tre giorni la scuola locale, bensì l’argomentazione letteralmente inafferabile che collega questo fatto all’esistenza in città di un’ormai storica comunità storica di lavoratori provenienti dal grande Paese asiatico

SANTA MARIA LA FOSSA (g.g.) – Purtroppo non possiamo dedicare molto tempo a notizie interessanti come queste. Dell’architetto Federico Nicolino, sindaco di Santa Maria La Fossa, non pensiamo male. Nel senso che per la piccola comunità del basso Volturno rappresenta sicuramente una soluzione migliore e meno opaca da quella precedentemente interpretata dal suo predecessore Papa.

Detto questo e dunque riconosciuti anche i meriti di Nicolino, non possiamo non sottolineare una sua strana decisione, tortuosamente formalizzata in un’ordinanza firmata mercoledì scorso 19 maggio. Se si può capire, infatti, che il cittadino comune, che sta incollato da 15/16 mesi dinanzi alla tv, possa recepire in maniera troppo emotiva le notizie sul covid, depauperando la propria capacità di elaborazione critica, ciò non dovrebbe accadere per un sindaco, che nel momento in cui esprime una delle sue massime podestà, cioè il potere ordinatorio e immediatamente esecutivo, deve prestare la massima attenzione al rigore delle formule, ma soprattutto all’evidenza di un contenuto, di un valore sostanziale dei fatti tali da rendere necessario quello che comunque è un atto straordinario, visto e considerato che la democrazia, come è evidente dalla radice della parola, non è una monocrazia. e dunque, quando capita che a decidere è uno solo, ciò deve avvenire dinanzi ad una conclamata ed evidentissima situazione di pericolo imminente, di urgenza ineludibile.

A Santa Maria la Fossa, così come negli altri comuni della valle dei Mazzoni, opera da moltissimi anni una laboriosa e sempre correttissima comunità di lavoratori provenienti dall’India. Aggiungiamo noi, dall’India, ma anche da altre parti di quella porzione dell’Asia, a partire dai cingalesi dello Sri Lanka e dai nativi delle Filippine. Da circa un mese a questa parte in diverse nazioni sono stati isolati alcuni casi di Covid-19, biologicamente mutati per effetto di una variante, scovata per la prima volta in India e dunque definita per questo motivo variante indiana. Quindi, attenzione, non è che la biologia dell’indiano ad aver prodotto questa variante pericolosa, ma solo la localizzazione del primo caso individuato dalla scienza ad averne determinato il nome. Per cui, può darsi anche che sia stato un tedesco, un inglese, un italiano o addirittura qualcuno di santa Maria la Fossa, se non un parente lontano del sindaco, che trovatosi in India ha trasmesso questa variante.

La battuta chiaramente ci serve per far capire che quando si scrive un’ordinanza bisogna essere attenti. Se è comprensibile che il primo cittadino di Santa Maria la Fossa, come del resto potrebbero anche fare i suoi colleghi di Cancello ed Arnone e Grazzanise, si ponga il problema della sicurezza sanitaria dei suoi concittadini, essendo lui per legge responsabile e tutore della stessa, è anche vero che ciò va fatto nel rispetto di principi fondamentali e soprattutto nel rispetto di una dialettica istituzionale che non crei fraintendimenti in un’opinione pubblica iperintontita, iperfrastornata da 15/16 mesi di bombardamento mediatico.

Si legge nell’ordinanza il cui testo integrale trovate in calce e con la quale il sindaco Nicolino chiude la locale scuola Montessori per tre giorni, cioè giovedì, poi ieri, venerdì e sabato 22 maggio, allo scopo di sanificare i locali: “Dato atto che sul Territorio locale esiste una comunità indiana e attualmente è in corso un quadro epidemico caratterizzato dalla diffusione delle cosiddette varianti del virus“.

Intanto, il dato atto è a dir poco misterioso e lacunoso. Dato atto a chi, signor sindaco? Se non si sta dando atto da solo. Poi, sicuramente questa attività finalizzata a stabilire un “quadro epidemico” avrà un senso e anche un’utilità. Ma al momento, per come la presenta lei nell’ordinanza, si configura solo come una supercazzola. Una cosa che non esiste nella sostanza, ma viene citata in quanto significante. Non significativa, ma significante. Un qualcosa che suona anche bene, ma che non si capisce esattamente cosa sia, per cui l’architetto Nicolino farebbe bene a spiegare ai suoi concittadini cosa sia questo quadro epidemico, visto e considerato che lui, dà atto (…) che sul posto esiste una comunità indiana.

Allora, noi proviamo ad immaginare, proprio perché non vogliamo “maltrattare” più di tanto l’architetto che, tutto sommato, è una brava persona.

L’ASL di Caserta sta operando un tracciamento anagrafico dei componenti della comunità indiana presenti nel territorio del comune di S.Maria la Fossa per stabilire se anche uno dei suoi componenti sia stato ultimamente in India e magari, circumnavigando il globo, sia riuscito a rientrare in Italia, eludendo i divieti di volo e sussidiariamente i draconiani obblighi di quarantena? Ecco, questa già è una cosa da chiarire. Se, dunque, esiste un potenziale focolaio che potrà essere superato solo con il compimento di un certo periodo di isolamento da parte di ogni soggetto appartenente alla filiera dei contatti primari, secondari eccetera, il sindaco ci deve dire se all’interno della scuola Montessori ci sia stato un alunno, un’alunna, un docente, una docente, un operatore, un’operatrice, che peraltro non sarebbe vaccinato e questo risulterebbe essere un fatto molto grave, che abbia avuto contatto con un lavoratore indiano, costretto magari alla quarantena.

Un’altra cosa: in quella scuola, ci sono alunni o alunne appartenenti alla comunità indiana, venuti a contatto con parenti, congiunti provenienti dall’India, cioè con i circumnavigatori di prima? Oppure con altre persone della stessa nazionalità venuti a contatto con altre persone trasmissori del virus o della sua variante?

Questo avrebbe dovuto scrivere nell’ordinanza Nicolino e non che questi, perché sono indiani (senza agitare con questa affermazione spettri di razzismo che non intravediamo), possano essere trattati da cittadini di serie B o da untori matematici, certi, sicuri. Perché è giusto che il sindaco faccia tutto quello che la legge gli dice di fare per prevenire ogni pericolo. Ma è anche vero che deve stare attento a come articola le sue decisioni. Perché un’ordinanza simile, tecnicamente incomprensibile, è proprio quello che ci vuole per alimentare psicosi e anche nevrosi. E siccome il mondo, l’Italia, ma soprattutto la nostra terra è piena di ignoranti matricolati, di gente che bela e non parla, poco ci vuole per creare tensioni rispetto a gente che, ripetiamo, si è sempre comportata in maniera correttissima, ha sempre rispettato le leggi, oltre ad aver contribuito, fornendo manodopera per troppi anni sfruttata, allo sviluppo economico di tante aziende agricole e agricole-bufaline della Piana dei Mazzoni.

Fatta la sanificazione oggi, la Montessori dovrebbe riaprire lunedì 24 maggio. Sin da ora, possiamo auspicare che se il sindaco dovesse riutilizzare lo strumento eccezionale dell’ordinanza, questa venga scritta in maniera chiara, facilmente comprensibile, ma soprattutto esplicativa.

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