CASERTA. DENARI & MONNEZZA. La Tekra di Balestrieri porta il comune davanti ai giudici. Vuole l’aggiudicazione della gara del 2018, quella dell’inchiesta che vede indagato Carlo Marino

4 Maggio 2022 - 13:19

CASERTA (l.v.r.) – Sembra non volersi chiudere la storia relativa alla gara d’appalto per la gestione dei rifiuti urbani dal valore di oltre 116 milioni di euro, indetta per giugno 2018 dal comune di Caserta e che ha provocato l’arresto dell’ex dirigente del capoluogo Marcello Iovino, dell’attuale funzionario Giuseppe D’Auria e ha visto finire tra gli indagati anche Carlo Marino.

Le indagini della Direzione distrettuale antimafia vanno avanti, in attesa di una richiesta di rinvio a giudizio per i soggetti coinvolti, tra cui anche il noto faccendiere Carlo Savoia, ma, per quanto riguarda il campo amministrativo tutto portava ad immaginare che fosse stata superata questa oscura vicenda con la decisione del governo

Marino di bandiere una nuova procedura d’appalto.

Se non fosse che la Tekra, guidata dal legale rappresentante Alessio Antonello Balestrieri, ha presentato un ricorso al TAR, contestando la cancellazione della procedura del 2018, nella quale la società di Balestrieri aveva partecipato, e il successivo bando di gara, quello ufficializzato dal comune di Caserta nel marzo scorso, sempre relativo al recupero dei rifiuti urbani del capoluogo.

Si tratta, in realtà, di un doppio ricorso, perché dopo il primo del 12 aprile ce n’è stato un altro del 15 dello stesso mese. Sempre la Tekra, infatti, ha deciso di portare davanti al TAR della Campania il comune di Caserta e l’Ati composta da Energeticambiente ed Ecologia e Servizi Italia, società che secondo i giudici sarebbe stata di fatto gestita da Savoia, a causa del silenzio illegittimo – questa la tesi di Balestrieri – dell’amministrazione rispetto alla richiesta di prosecuzione quel tormentato bando del 2018.

Oltre alla riattivazione di quella procedura concorsuale per la gestione dei rifiuti urbani, la Tekra richiede anche l’esclusione del raggruppamento temporaneo di impresa Energeticambiente-ESI.

In pratica, Balestrieri spinge l’amministrazione affinché provveda alla riattivazione del bando e definisca l’aggiudicazione definitiva di quella procedura che, evidentemente, altrimenti non saremmo arrivati davanti ai giudici del tribunale amministrativo regionale, favorirà la società Tekra.

Il comune di Caserta ha deciso di opporsi alle richieste di Balestrieri e per resistere in giudizio ha nominato l’avvocato Francesco Maria Caianiello, storico socio in affari del sindaco Carlo Marino. Il legale introiterà per questo incarico la somma di 6.700 euro.

Come detto all’inizio, il mega appalto da 116 milioni di euro che, secondo la Dda, sarebbe stato pilotato da Marcello Iovino, Pippo D’Auria, Carlo Savoia, con il supporto del sindaco Carlo Marino a favore il raggruppamento di imprese Energeticambiente e Ecologia e Servizi, continua a dare i suoi effetti. Da un lato, giudiziari, gli arresti, infatti, sono avvenuti nel dicembre scorso, ma anche nel campo amministrativo.

Ricordiamo che la società dei Balestrieri è entrata all’interno dell’ordinanza relative all’indagine sul comune di Caserta, ma l’ha fatto in maniera laterale. Infatti la Tekra secondo i giudici dà un po’ di fastidio durante la procedura apparecchiata da Savoia e soci quando, ravvisando un marchiano e palese errore, propone ricorso formale sul offerta economica presentata dal gruppo Esi/Energeticambiente.

Sempre la società che gestisce la raccolta dei rifiuti nel comune di Aversa, tra l’altro, è in qualche modo inserita  – sempre in maniera laterale – anche nella storia relativa al procedimento che ha portato all’interdittiva antimafia per la Balestrieri Appalti, azienda che fa parte della holding che controlla la stessa Tekra e chiaramente riconoscibile all’omonima famiglia. Ma la Tekra, importante sottolinearlo, non è stata toccata dall’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Napoli e confermata nel mese di aprile dal Tar della Campania.

Sicuramente, però, non è un elemento di tranquillità per la società rappresentata da Alessio Antonello Balestrieri, figlio di Antonio Balestrieri, che una “sorella” del gruppo sia stata ritenuta a rischio di permeabilità da parte della criminalità organizzata.

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